Convalidato l'arresto di Don Aldo Nuvola
"Mi sentivo solo e andavo in giro di notte per avere un po' di compagnia, un po' d'affetto".
Don Aldo Nuvola ha ammesso di avere avuto qualche rapporto sessuale a pagamento perché si sentiva solo, ma ha negato di essere a conoscenza che i suoi partner fossero minorenni.
In tre ore di interrogatorio, rispondendo alle domande dei pm Geri Ferrara e Diana Russo, il sacerdote di Palermo fermato l’altro ieri per induzione alla prostituzione minorile, ha fatto mezze ammissioni. Le intercettazioni che provano diversi incontri con ragazzini che gravitano nel mondo della prostituzione gay erano inequivocabili. Il prete ha però sostenuto di ignorare l'età dei giovani adescati.
Il gip di Palermo, Agostino Gristina, ne ha convalidato il fermo.
Don Nuvola ha inoltre ammesso di conoscere il 17enne fermato per l'omicidio dell'imprenditore Massimo Pandolfo, ucciso a coltellate tra il 25 e il 26 aprile, ma di non ricordare che questi gli abbia telefonato dopo il delitto e ha comunque smentito il ragazzo che aveva raccontato ai pm di avere confessato l'assassinio al prete. Gli inquirenti sospettano che il ragazzino, che gravitava nel mondo della prostituzione gay, avesse una relazione con don Nuvola e che questi possa averlo aiutato nelle fasi successive all'aggressione.
Don Nuvola, avrebbe detto poi che sarebbero stati i ragazzi ad indurlo a fare sesso, lui voleva solo vedere fino a che punto si sarebbero spinti, per questo dava loro corda, oltre a volerli aiutare avendo problemi economici. "Ho sbagliato - ha detto il prete agli inquirenti - me ne sarei dovuto andare da Palermo dopo la prima inchiesta. Dovevo ascoltare chi mi aveva detto di andare fuori. Dopo quello che è successo mi sentivo solo e andavo in giro di notte per avere un po’ di compagnia, un po’ d'affetto".
L’ex parroco di Regina Pacis ed ex insegnate di religione del liceo Umberto di Palermo, poco più di un anno fa era stato condannato in primo grado per "molestia o disturbo alle persone", per aver tentato ripetuti approcci sessuali nei confronti di un giovane di 17 anni, e per "atti osceni": era stato trovato a bordo della propria auto in atteggiamenti intimi con un altro uomo.
I ragazzi scelti dal prete generalmente provengono da ambienti degradati di Palermo, adolescenti soliti trascorrere le loro nottate fuori casa. Secondo le indagini il sacerdote pianificava giornalmente appuntamenti con i "suoi" ragazzi per consumare rapporti sia nella propria auto che a casa. In altre occasioni è stato documentato l'approccio occasionale per la strada.