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Corruzione pubblicamente amministrata

La corruzione nella Pubblica amministrazione è pari ad una tassa occultata da 60 miliardi di euro

26 giugno 2009

Il fenomeno della corruzione all'interno della Pubblica Amministrazione "è talmente rilevante e gravido di conseguenze" da poter impattare per oltre 60 miliardi di euro l'anno. Si tratta di una vera e propria "tassa immorale e occulta" pagata i soldi rilevati dalle tasche dei cittadini".
Lo ha affermato il procuratore generale della Corte dei Conti, Furio Pasqualucci, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per l'esercizio 2008.
Secondo il procuratore è più che ragionevole temere che il suo impatto sociale "possa incidere sullo sviluppo economico del paese anche oltre la stima effettuata dal Saet (Servizio anticorruzione del ministero della P.A.) nella misura prossima a 50-60 miliardi di euro all'anno".
Maggiori conseguenze, inoltre, secondo il procuratore vengono prodotte "dalla corruzione serpeggiante nella P.A. sul piano della sua immagine, della moralità e della fiducia che costituiscono un ulteriore costoso non monetizzabile per la collettività che rischia di ostacolare gli investimenti esteri, di distruggere la fiducia nelle istituzioni e di togliere la speranza nel futuro alle generazioni di giovani, di cittadini ed imprese".

ALLA SICILIA LA MAGLIA NERA - La Sicilia è la regione nella quale sono stati denunciati il maggior numero di casi di corruzione nella Pubblica Amministrazione. Il primato non proprio lusinghiero dell'Isola è emerso dal discorso del  procuratore Pasqualucci. "Dai dati del ministero dell'Interno - ha precisato Pasqualucci - nel 2008 si sono registrati 3.197 delitti legati alla corruzione con 10.846 denunciati. Nella classifica delle denunce, tra le prime cinque regioni ne figurano quattro del Sud: Sicilia (13,07% del totale delle denunce), Campania (11,46%), Puglia (9,44%) e Calabria (8,19%). L'unica regione del Nord è la Lombardia (9,39%). Il Lazio, sede delle amministrazioni centrali, si colloca al settimo posto (6,67%), ma - ha continuato - proprio questa regione, insieme alla Lombardia, sono particolarmente esposte ai fenomeni corruttivi per l'elevato tasso di sviluppo economico-industriale e per la concentrazione di enti e strutture pubbliche".
E il dato non è fine a se stesso, perché secondo il procuratore generale la tendenza all'illegalità ha ricadute immediate sullo sviluppo delle aree interessate. E quindi della Sicilia più che altrove.

I settori della P.A. maggiormente colpiti sono la sanità, le assunzioni del personale, la concessione di finanziamenti e gli appalti pubblici. "Non risultano immuni - ha detto il pg della Corte dei Conti - i comparti dell'edilizia privata, dell'università, delle consulenze e dello smaltimento dei rifiuti". E sulle modalità con cui si manifesta il fenomeno, Pasqualucci ha evidenziato come "il classico passaggio di denaro contante è ormai in uso solo in ambiti locali ristretti o rivolto a funzionari con un basso profilo d'impiego. Nella maggior parte dei casi - ha proseguito - si ricorre agli stessi sistemi utilizzati per frodare il fisco: sovrafatturazioni di operazioni commerciali e fatturazioni di operazioni inesistenti per costituire la provvista di denaro; fatturazione di compensi per presunte consulenze, rimborso di spese elettorali, di viaggio o di rappresentanza, o dazioni mediante terzi per consegnare il denaro al funzionario pubblico".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, LiveSicilia.it]

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26 giugno 2009
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