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Cosa ne sarà del commissario Montalbano? Non morirà, non si sposerà, né andrà in pensione...

Montalbano, creatura dello scrittore siciliano Andrea Camilleri, uscirà di scena a sorpresa

15 settembre 2005

''Montalbano non muore, non sposa Livia e non va in pensione. Come andrà a finire? Vedremo''. Festeggiato a Viale Mazzini, per gli 80 anni compiuti da poco (il 6 settembre scorso), Andrea Camilleri non si lascia sfuggire quale uscita di scena ha immaginato per il suo personaggio più conosciuto, che tornerà in televisione, il 22 e 29 settembre su Raiuno in prima serata, come sempre con il volto di Luca Zingaretti, con ''Giro di boa'' e ''Par condicio''.
A metà ottobre Zingaretti tornerà sul set per girare, fino a Natale, ''La pazienza del ragno'' e ''Il gioco delle tre carte'' (tratti sempre dai racconti dell'autore) che andranno in onda a primavera e segneranno, conferma l'attore, il suo addio al commissario, campione di ascolti anche in replica. ''Zingaretti - spiega Camilleri - ha paura che il personaggio possa diventare ripetitivo. Ma io sono portato a non avere questo timore anche perché so di avere ancora poche cose da scrivere. Lasciamo fare a Dio''.

Dal canto suo l'attore ribadisce: ''Abbandonare Montalbano è una scelta dolorosa. Adoro questo personaggio e mi piacerebbe continuare all'infinito, ma bisogna avere l'intelligenza di uscire al momento giusto, come insegna lo stesso Camilleri. Come dice un adagio orientale, 'se un arcobaleno durasse mezz'ora non lo guarderebbe nessuno'...''.
A lasciare aperto uno spiraglio sulla prosecuzione di Zingaretti-Montalbano è però anche il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, con un eloquente ''mai dire mai''.

E ieri, in Rai per festeggiare il papà del clebberrimo commissario Montalbano , c'erano veramente tutti: il direttore generale Alfredo Meocci, il presidente Claudio Petruccioli, il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, i tre consiglieri Sandro Curzi, Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni oltre a Luca Zingaretti e al regista della serie tv Luigi Sironi. L'Azienda dove Camilleri ha mosso i primi passi come autore, produttore e, soprattutto, dipendente gli ha donato un grande calamaio di bronzo antico e una torta, ovviamente una mega-cassata siciliana.
Poche battute, invece, sulle sue dichiarazioni in merito all'11 settembre che avevano creato non poche polemiche. ''Penso che una guerra contro popolazioni inermi - ha ribadito Camilleri - equivalga ad un atto di terrorismo e me ne assumo tutte le responsabilità''. ''Io ho fatto una dichiarazione che ha sollevato un putiferio - ha detto lo scrittore - ma questa dichiarazione l'avevo già fatta quando gli americani, anzi, chiedo venia, l'amministrazione Bush, decise di attaccare l'Afghanistan. In quell'occasione avevo detto: ecco la risposta oscena ad un atto osceno. A distanza di anni - ha sottolinea Camilleri - ho ripetuto le stesse cose ma hanno fatto più clamore. Non tollero però che si parli di una provocazione da parte mia perché io non provoco nessuno e ho detto solo la mia idea. Mi si può dire di tutto ma che si faccia una diversità tra i morti di serie A, che hanno un'aura di sacrificio, e morti di serie B, cioè gli iracheni, mi indigna. Perché i morti sono uguali''.

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15 settembre 2005
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