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Cosa resterà dei Dico?

La grande partecipazione al Family day rende ancora più difficoltoso il cammino della legge sulle unioni di fatto

14 maggio 2007

Tanti, tantissimi sono scesi in piazza sabato scorso. Il ''Family day'' ha avuto una grande successo, forse più di quanto il Forum delle associazioni cattoliche, organizzatori della manifestazione di piazza San Giovanni, potesse immaginare. Una partecipazione che oggi, in un certo qual modo, mette in pericolo la già grandemente osteggiata legge sulle unioni di fatto.
''In piazza San Giovanni c'erano tanti cattolici, certamente, ma anche molti laici, non credo comunque che questo possa cambiare qualcosa per i Dico: ormai sono affossati''. Sono state queste le parole con le quali il presidente di An, Gianfranco Fini, ha descritto il significato del ''Family day''. Fini ha anche parlato dell'altra manifestazione, quella di ''Coraggio laico'', che si è tenuta a piazza Navona, e di ciò che gli è sembrato di intendere di questa Italia delle piazze. ''Sabato - ha detto - si sono viste due Italie diverse: in piazza San Giovanni quella di uomini, donne, bambini che difendono l'istituzione della famiglia, in piazza Navona chi accusa i primi di essere ottusi reazionari, servi del Vaticano''.
Sulla stessa linea il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi. ''I Dico non passeranno, la maggioranza li ha già affossati''. Il senatore dell'Udc Francesco Pionati ha detto che ''la strada dei Dico è sbarrata''.

Insomma, il successo del Family day è stato subito utilizzato dal centrodestra per ''presentare il conto al governo''. Una maniera sicuramente strumentale per ribadire la propria contrarietà nei confronti dei Dico, ma che oggettivamente crea ulteriori difficoltà nel centrosinistra, sempre più incapace di esprimersi unanimamente sulle unioni di fatto.
Vero è che da parte del centrodestra sembra comunque esserci la volontà di affrontare il tema, tant'è che anche Umberto Bossi dice no ai Dico ma sì a ''una legge chiara per i diritti alle coppie gay''. Però il clima non sembra quello adatto per il dialogo, se non su una base ben chiara, come fa capire il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: ''La politica oggi deve dare una risposta sola, semplice, non battute, strumentalizzazioni: provvedimenti per la famiglia''. E' quello che promettono nel centrosinistra un po' tutti, a partire da Fassino, che però cerca di tenere assieme le ragioni dei cattolici come dei laici: ''Compito della politica è di far incontrare queste due piazze, e questo è il compito del Pd'', ha detto Fassino, anche perché non tutto può essere riportato solo al tema dei Dico ''che io difendo''. Fa un passo oltre il ministro delle Pari Opportunità, la diessina Barbara Pollastrini, secondo la quale ''il Pd dovrà avere nel suo Dna il valore della laicità'', il che si concretizza anche con la difesa dei Dico che ''non minacciano le famiglie, non tolgono loro nemmeno un'unghia''. Ma i toni dei Ds e soprattutto di Fassino - che paiono a Enrico Boselli (Sdi) ''da Giano Bifronte'' e tali da ''indebolire i laici'' -, non sono gli stessi nemmeno di un duro Fausto Bertinotti, che difende i Dico perché ''il pericolo alle famiglie deriva piuttosto dalla modestia del reddito''.

Per il ministro per il Commercio Internazionale e per le Politiche Europee, Emma Bonino, anima dell'altra piazza, quella del ''Coraggio laico'', che alla manifestazione di San Giovanni fossero presenti così tante persone era un fatto assolutamente scontato. ''Si sono mosse 26 mila parrocchie. Ci mancava pure che le gerarchie ecclesiastiche non riuscissero a portare in piazza un milione di persone'', ha detto il ministro Bonino che ha poi sottolineato come ''in Italia ci sia un ruolo spropositato e invadente delle gerarchie ecclesiastiche, un'ingerenza così spietata non si vede in nessun altro paese europeo''. Un'invadenza che arriva anche ad occupare uno spazio eccessivo nei media pubblici. ''Il Santo Padre è il leader che ha più spazio in assoluto nei telegiornali''. La Bonino ha espresso anche le sue perplessità sulle reali intenzioni dell'Unione sui Dico: ''parti della maggioranza consistenti, quelli che 'se non fossi ministro, andrei al Family day' per intenderci (riferendosi al vicepremier Francesco Rutelli, ndr), li ha affossati''.

Mauro Fabris dell'Udeur si è detto indignato dalle parole della Bonino: ''Per noi cattolici che siamo in politica, diventa sempre più difficile essere in un'alleanza dove ministri come la Bonino, e altre forze politiche, esprimono livore e odio contro i credenti e la Chiesa''. Il Guardasigilli Clemente Mastella - che ha partecipato al Family day insieme al ministro dell'Istruzione Fioroni -, ha invece ''minacciato guai'' se non saranno accolte le richieste della piazza.
 
E mentre la polemica infuria, ieri da Palazzo Chigi ieri non c'è stato alcun commento significativo. Infatti, il presidente del Consiglio Romano Prodi, dopo aver ''rimproverato'' le affermazioni di Silvio Berlusconi che da piazza San Giovanni aveva detto che ''è impossibile che un cattolico possa essere di sinistra'', non ha aggiunto nient'altro. Ovviamente Prodi sa benissimo di dover lanciare un ponte politico verso quella piazza. E per questo motivo punta molto sulla Conferenza per la famiglia, convocata dal 24 al 26 maggio al palazzo dei congressi di Firenze. A dispetto delle pesanti polemiche dei giorni scorsi sull'esclusione delle associazioni omosessuali, il ministro per la Famiglia Rosy Bindi ha puntato su un format di alto profilo. La conferenza godrà della massima ''copertura'' istituzionale (il saluto iniziale sarà portato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano); la massima partecipazione di base, le associazioni coinvolte sono centinaia; ma si punterà anche al massimo di concretezza possibile, tanto è vero che in quella occasione Prodi annuncerà un pacchetto di misure ''anzitutto a favore delle famiglie numerose''.

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14 maggio 2007
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