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Cosa troveremo nel "Palazzo" dopo le ferie?

Quale prospettiva ci aspetta dopo la rottura tra Berlusconi e Fini? Per il premier si continuerà senza problemi...

02 agosto 2010

Dopo lo squarcio all'interno del Pdl è più che lecito chiedersi, al meno a noi poveri cittadini-elettori, cosa ci aspetta dopo le ferie estive. Sì, insomma, chi troveremo dentro il "Palazzo"? Qual'è la prospettiva che ci aspetta?
Una risposta, pronta e (ovviamente) ottimistica, è arrivata dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che assicura non ci sarà nessun voto, nè governo tecnico. Altra risposta quella del Pd e dell'Udc che parlano di "governo di transizione", mentre Antonio Di Pietro punta, auspica, e conta sull'''alternativa'', ossia alle urne il prima possibile.

"Non ci sarà nessuna crisi di governo e non ci saranno nuove elezioni, c'è molto lavoro da fare in Italia e in Europa e sono fiducioso di concludere la legislatura", ha detto Berlusconi in una conversazione con il direttore de 'La Stampa' Mario Calabresi. "Non ho nessuna preoccupazione per la tenuta della maggioranza e del governo e non dubito della lealtà dei parlamentari che sono stati eletti con il Popolo della libertà".
Il Cavaliere assicura di essere "sereno" e che ora si "andrà avanti con le riforme a partire dal federalismo e dalla lotta all'evasione", insieme a Fini che "da adesso sarà nostro alleato come la Lega". Ora che con "la separazione è stato tolto il baco dalla mela, si ricomincia con una collaborazione" e "i nostri rapporti saranno più facili". Il gruppo dei finiani, ha sottolineato il premier, "resta nella maggioranza" e Fini "farà il presidente della Camera". "Oggi - ha detto ancora il premier - non c'è nessuno nel centrodestra che pensa che la cosa migliore sia buttare tutto e cancellare la legislatura". Per Berlusconi, insomma, in Parlamento il governo continua a contare su "una maggioranza che non ha problemi al Senato dove è solida e non corre rischi" ma anche "alla Camera dove può godere del sostegno leale del nuovo gruppo" finiano, impegnato a "sostenere il Governo, garantire la fiducia e a votare tutti quei provvedimenti che fanno parte del programma concordato prima di presentarci alle elezioni". Sul resto "si discuterà per trovare punti d'intesa".
Per l'estate comunque, il Cavaliere non si concederà vacanze: "In primo luogo ora c'è da dare attuazione al federalismo fiscale. Poi metterò mano a misure contro l'evasione che siano in grado di ridurre la pressione fiscale di 2 o 3 punti", poi trascorrerà l'estate riorganizzando il partito.

Intanto, all'interno del Pdl, il ministro per i Rapporti con le regioni Raffaele Fitto ha lanciato segnali di apertura ai centristi: "Ci siamo sempre detti disponibili ad allargare i confini della maggioranza, ed è inevitabile ricordare e sottolineare come con l'Udc ci sia sempre stato un dialogo proficuo su obiettivi e valori comuni", ha detto Fitto.
''Io sono coniugato, e i miei sono tutti blindati. Sono altri a cercare noi'' ha detto Pier Ferdinando Casini scherzando con i cronisti davanti a Montecitorio a proposito delle ipotesi di un sostegno dell'Udc al governo dopo lo strappo tra Berlusconi e Fini. "Il Paese avrebbe bisogno di un governo che governi, invece questo governo tira a campare. Forse la maggioranza si rappattumerà anche, ma non è questo il problema. Quando si arriva con 100 deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri siamo alla frutta", ha poi detto Casini intervistato dal Tg2. "Sono una persona seria - ha proseguito - che rispetta gli impegni presi con i miei elettori che mi hanno collocato all'opposizione. Io ho chiesto, alla luce del sole - nelle cene private come in Parlamento - a Berlusconi di aprire una fase nuova. Serve all'Italia un governo di responsabilità nazionale che affronti il capitolo delle grandi riforme perché così si campicchia, e noi non possiamo permettercelo. Io non credo solo a un governo per fare una legge elettorale ma per risolvere questioni che vanno affrontate con una massiccia dose di impopolarità".

L'opposizione tenta un serrare le fila e il Pd punta a un governo di transizione. "Le elezioni sarebbero un fallimento della maggioranza. Nessuno ha paura di un confronto su questo punto, il problema è un altro. Al paese adesso servono le elezioni? C'è una situazione di rissa tutti contro tutti", ha detto Pier Luigi Bersani, segretario del Partito democratico. "Io credo che ci siano altre proposte più concrete. Io ho avanzato la proposta di un governo di transizione, a tempo limitato, per fare la nuova legge elettorale e ridare lo scettro nelle mani dei cittadini, e per occuparsi dei problemi legati all'economia e al lavoro, e per bonificare le norme che stanno consentendo un'autostrada verso la corruzione". A tal fine "bisogna accorciare le distanze tra le forze d'opposizione. Non si può un giorno darsi i calci negli stinchi e il giorno dopo fare il partito unico''.

In una lettera indirizzata a Bersani e inviata al quotidiano 'Repubblica', Antonio Di Pietro invita il leader del Pd e le altre forze dell'opposizione a creare un fronte comune che sia un'alternativa di governo: "Caro Pierluigi - ha scritto il leader dell'Italia dei valori - Ti indirizziamo questa lettera aperta perché anche noi, come credo tutti gli italiani, siamo consapevoli che la crisi che ha travolto il Pdl è una crisi lacerante e strutturale, che presto travolgerà l'intera compagine di governo e, come tutti gli italiani, siamo allarmati che la conseguente situazione di instabilità possa esporre il Paese a danni ulteriori rispetto a quelli che il malgoverno del centrodestra ha già provocato fino a qui".
Continua la missiva, che porta la firma anche dei due capigruppo, Massimo Donadi e Felice Belisario: "Per queste ragioni riteniamo che le opposizioni, piuttosto che affannarsi continuamente nel prefigurare o auspicare cose che non dipendono né da noi né da Voi, quali larghe intese, governi tecnici o governissimi che dir si voglia, dovrebbero senza ulteriori indugi riunirsi e mettere in campo al più presto idee, progetti e uomini che rappresentino l'alternativa di governo".

DALLA SICILIA...

Miccichè: "Io scelgo definitivamente Berlusconi" - "Mi dispiace per quello che è successo. Sono convinto che probabilmente le tifoserie abbiano influito più degli allenatori, ma ormai il rapporto tra i due fondatori del Pdl era insanabile. Forse il tempo aiuterà a rimettere ordine. Il popolo del centrodestra è comunque complessivamente dispiaciuto" ha scritto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè nell'ultimo post del suo blog 'Sud' commentando quanto avvenuto negli ultimi giorni all'interno del Pdl.
Per Miccichè "ha ragione Berlusconi, quando dice che tutto è nato in Sicilia, perchè la Sicilia è stata la prima regione, nel tempo seguita da altre, in cui è emerso un malessere all'interno del partito. La causa - aggiunge il sottosegretario - è sempre la stessa: l'inadeguatezza della classe dirigente scelta per guidare il partito. Non è difficile capire perchè il presidente Lombardo mantenga il dialogo con il Pdl di Berlusconi e Miccichè e non con quello di Castiglione, Leontini o Cascio".
E a proposito di Cascio e di quelle che il sottosegretario definisce come "sue stupide esternazioni, vorrei ricordare - ha sottolineato Miccichè - che la resa si chiede a chi ha perso e quindi rimando al mittente le offerte. Ad ogni modo ritengo che questo sia un momento in cui la politica deve riscoprire la serenità del dibattito, per continuare a lavorare nell'interesse della collettività, a Roma come in Sicilia. E serenità del dibattito vuol dire dichiarazioni intelligenti e ragionamenti seri; non fiato che esce dalla bocca di chi gioca a rompere o di chi non ha capito bene come stanno le cose, oppure di chi crede che 15 giorni di gloria giornalistica ottenuta a suon di post e dichiarazioni sensazionalistiche, lo possano riscattare da anni di anonimato da seconda fila".
Per Miccichè "serenità del dibattito vuol dire dialettica costruttiva, vuol dire ricerca di equilibri che possano garantire la tenuta democratica delle nostre istituzioni, vuol dire parole responsabili di uomini e donne responsabili. Questo vale per tutti, anche per i finiani, che qui, in Sicilia, condividono con noi l'esperienza di governo. È evidente - ha aggiunto - che le nostre posizioni sono diverse: loro stanno con Fini, noi stiamo con Berlusconi. Tuttavia, questo non ingenera in me alcun sentimento di contrasto verso chi, comunque, ha fatto una scelta di lealtà politica. È il momento in cui ogni scelta può essere quella definitiva. Io scelgo in modo inequivocabile di stare insieme a chi, con lealtà, fiducia e intelligenza, intende portare avanti veri processi di riforma e modernizzazione della propria terra. In Italia - ha concluso Miccichè - è Berlusconi".

Granata: "Noi finiani incompatibili con questo partito" - All’inizio fu Giuliano Urbani: nel suo stile sobrio e elegante, a chi gli chiedeva come avrebbe potuto giudicare Fabio Granata da probiviro, replicava sottolineando una profonda incompatibilità culturale nei confronti del Pdl.
Il documento partorito dall’ufficio politico del partito di Silvio Berlusconi ha utilizzato lo stesso concetto per sottolineare le "colpe" di Gianfranco Fini oltre che per motivare (si fa per dire…) il mio deferimento insieme a quello di Italo Bocchino e Carmelo Briguglio.
Se la mente corre agli ultimi mesi riesce con facilità ad individuare questa incompatibilità.
Siamo incompatibili con un partito che esprime piena e convinta solidarietà a chi, condannato in appello per associazione mafiosa, come prima dichiarazione, proclama l’eroismo di un capomafia palermitano.
Siamo incompatibili con un Ministro che non riesce a darsi pace sui motivi misteriosi per i quali, qualcuno alle sue spalle, gli ha acquistato un appartamento.
Siamo incompatibili con un partito che ritiene di poter lasciare come coordinatore regionale in Campania un suo dirigente colpito da mandato di cattura per associazione camorristica e che, dopo essere stato costretto, a causa di un'ennesima e gravissima inchiesta giudiziaria, dalla nostra azione intransigente a rassegnare le dimissioni, da Sottosegretario all’Economia, riceve la piena e convinta solidarietà del partito stesso.
Siamo certamente incompatibili con un partito nel quale un coordinatore nazionale ritiene normale, al di là degli aspetti giudiziari, incontrare regolarmente personaggi fuoriusciti dalle ombre piu oscure della Prima Repubblica, faccendieri e magistrati infedeli, per costruire, in febbrile collaborazione con alcuni dei personaggi prima citati, dossier vergognosi contro dirigenti dello stesso partito, pressioni nei confronti degli organi giurisdizionali e affari.
Per questa nostra incompatibilità in Parlamento si apre oggi una nuova pagina della storia repubblicana attraverso la formazione di gruppi parlamentari che si sentono ancora fortemente incompatibili con una visione proprietaria della politica e ne hanno invece una legata al bene comune, alla legalità repubblicana, al rispetto dei diritti civili, alla coesione sociale e al grande patrimonio dell’Unità nazionale.
[www.fabiogranata.com]

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it]

- DdL - Divorzio della Libertà (Guidasicilia.it, 30/07/10)

- "Il nostro appoggio non sarà senza limiti" (Guidasicilia.it, 31/07/10)

 

 

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02 agosto 2010
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