Così fan tutti
Tra caffè parigini, weekend in campagna e case editrici la Jaoui allestisce un girotondo che da Cechov arriva a Woody Allen
Noi vi segnaliamo...
Così fan tutti
di Agnés Jaoui
Dalla regista de "Il gusto degli altri", una nuova commedia caustica e corale, sulle incomprensioni e le difficoltà di comunicare. Lolita è una ragazza di vent'anni vittima della dittatura della taglia 42: cicciottella e insicura, finisce sempre con l'innamorarsi delle persone sbagliate. Suo padre, uno scrittore, è troppo innamorato di se stesso per curarsi di lei. Le cose cambiano quando Lolita presenta al padre la sua insegnante di canto, sposata ad un giovanissimo scrittore di cui la ragazza si è perdutamente invaghita...
Tra amori, spocchiosità, tradimenti, ipocrisie e insicurezze, è di scena il grande circo della borghesia. Premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes.
Distribuzione Lucky Red
Durata 110'
Regia Agnés Jaoui
Con Marilou Berry, Agnés Jaoui, Jean-Pierre Bacri, Laurent Grevill
Genere Commedia
La critica
"Comme une image assomiglia a 'La niña santa' perché è un altro film di gruppo incentrato sulle amorose smanie di una giovane in crisi. Marilou Berry, grassottella e infelice, si sente trascurata dal padre Jean-Pierre Bacri onnipotente dittatore letterario dal quale tutti finiscono per dipendere, inclusa la maestra di canto Agnès Jaoui con il marito scrittore Laurent Grevill. In chiave di ironica assoluzione dei personaggi in commedia, il film scherza con i fanti e con i santi; e soprattutto col santone Bacri, di cui il magnifico interprete (coautore del copione e marito della regista) fa una sottile e ambigua creazione personale."
Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 17 maggio 2004
"Il Woody Allen d'Europa si chiama Agnès Jaoui, l'attrice e sceneggiatrice francese baciata dalla grazia che dopo aver scritto diversi film per Alain Resnais, è passata alla regia con 'Il gusto degli altri' e ora è in concorso a Cannes con 'Comme une image' (in Italia 'Così fan tutti'). Se la paragoniamo ad Allen, avvenenza a parte, non è solo perché come lui è un personaggio-orchestra, ma perché ha il suo stesso gusto per il teatro e vede nella rappresentazione la misura di ogni cosa. Passioni e debolezze, rapporti d'amore o rapporti di potere - gli uni naturalmente non escludono gli altri - il mondo è un palcoscenico, e il palcoscenico è la lente più potente che l'uomo abbia inventato per guardarsi dentro. Non è una novità, ma nuovi sono il garbo, la finezza e insieme la fermezza con cui la Jaoui applica questo principio. (...) Tra caffè parigini e weekend in campagna, case editrici e sedicenti programmi culturali in tv, la Jaoui allestisce un girotondo di disillusioni che da Woody Allen può riportarci fino a Cechov. Perché ogni ambiente esplorato, ogni minima cellula sociale è un palcoscenico su cui va in scena l'eterno gioco del potere. Comicamente, certo, ma non solo. E con tanta più forza quanto più è inserito in un mondo ancora dotato di regole rigide e strutture precise. Come possono essere Parigi o New York, poniamo, ma non Roma."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 maggio 2004
"Satira, caricatura ma anche scoperte polemiche. Con una galleria di personaggi evocata con piglio forte e colorato, mentre la regia li fa muovere quasi in un vortice di incomprensione, di cattiverie. Solo addolcito dalla musica classica che accompagna gli studi di Lolita. Tutti da lodare gli interpreti, dalle stessa Agnées Jaoui, che è Sylvia, a Jean Pierre Bacri che è l'odiosissimo Pierre."
Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 29 ottobre 2004
"Film intelligente, interessante e sensibile, con una protagonista molto brava, Marilou Berry."
Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 29 ottobre 2004
"Al secondo lungometraggio da regista (dopo 'Il gusto degli altri'), Jaoui si preoccupa più di quel che vuol dire che del modo di dirlo, lavorando moderatamente sul linguaggio e abbondando in primi piani. Però la sceneggiatura (premiata a Cannes) è di quelle che lasciano il segno, i dialoghi sono perfetti e gli attori formano un coro intonatissimo".
Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 novembre 2004
"Gli intenditori hanno già apprezzato 'Il gusto degli altri', primo film da regista dell'attrice e sceneggiatrice Agnès Jaoui. Può darsi che la cerchia si allarghi per 'Così fan tutti' ('Comme une image'), scritto assieme al marito attore Jean-Pierre Bacri e non meno intelligente, anche se più serioso e programmatico. (...) Il versante più didascalico e quindi meno interessante di 'Così fan tutti' insiste sulla discriminazione di Lolita, torturata dal confronto con la giovane e bella compagna del padre e si compiace della sincerità del ragazzo nordafricano, antitetica alla dittatura dell'immagine richiesta dalle regole sociali. Quello più riuscito riguarda la descrizione dei riti inquinati dall'interesse e dal sospetto della compagnia di giro mondana; i dialoghi un po' alla Resnais un po' alla Woody Allen; la consueta bravura degli interpreti di scuola nazionale e, infine, lo scenario tout Paris che si finisce con l'amare mentre lo si detesta cordialmente."
Valerio Caprara, 'Il Mattino', 6 novembre 2004
Premio per la sceneggiatura al 57mo Festival di Cannes (2004) ad Agnes Jaoui e Jean-Pierre Bacri