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Così l'Italia ritorna nucleare...

Approvata dal Governo il decreto legislativo sulla disciplina della realizzazione e dell'esercizio delle centrali nucleari

10 febbraio 2010

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sulla disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative e campagne informative al pubblico. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.
In poche parole, il governo ha delineato il percorso e i criteri per il ritorno del nucleare in Italia. Con la prossima nascita dell'Agenzia per la sicurezza nucleare e la predisposizione della strategia nucleare, gli operatori potranno proporre i siti per la realizzazione degli impianti e presentare i progetti per le relative autorizzazioni.

Per quanto riguarda i siti, il decreto individua i criteri generali per l'idoneità dei territori ad ospitare un impianto. Saranno le imprese interessate ad indicare i siti, che dovranno rispettare le caratteristiche previste dalla normativa. Sul fronte delle procedure autorizzative, il processo si basa sull'autorizzazione unica per la realizzazione e l'esercizio di ogni singolo impianto che prevede un massiccio coinvolgimento delle Regioni interessate. Il decreto, inoltre, prevede la più ampia partecipazione delle Regioni, degli enti locali e delle popolazioni, anche attraverso consultazioni, sulle procedure autorizzative, sulla realizzazione, sull'esercizio e sulla disattivazione degli impianti nucleari, così come sulle misure di protezione sanitaria dei lavoratori e della popolazione e la salvaguardia dell'ambiente.

Il decreto stabilisce che vengano riconosciuti benefici economici per le popolazioni, le imprese e gli enti locali dei territori interessati dalla realizzazione di impianti nucleari. Tali benefici sono a carico dei soggetti coinvolti nella costruzione e nell'esercizio degli impianti. Concretamente i benefici consentiranno la riduzione della spesa energetica dei consumatori finali del territorio interessato, della Tarsu, dell'addizionale Irpef, dell'Irpeg e dell'Ici. Per quanto riguarda lo smantellamento degli impianti e del deposito, i costi relativi allo smantellamento degli impianti a termine esercizio sono a carico degli stessi operatori che hanno realizzato le stesse installazioni per il tramite di un apposito fondo. Lo smantellamento è affidato a Sogin, la Società Gestione Impianti Elettronucleari S.p.A.
Il decreto, inoltre, prevede la creazione di un deposito nazionale realizzato in un più ampio parco tecnologico che conterrà anche un centro di ricerca sul trattamento delle scorie nucleari.

"Il provvedimento si caratterizza per due aspetti: la trasparenza e il rispetto assoluto della sicurezza delle persone e dell'ambiente", ha spiegato, in una nota diffusa dopo il via libera, il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. La trasparenza, sottolinea il ministro, "vuol dire il coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni in tutte le fasi decisionali, di cui verrà continuamente data evidenza. Con il secondo aspetto i nuovi impianti saranno tenuti a rispettare i più elevati criteri di sicurezza relativi alla tutela della salute della popolazione e alla protezione dell'ambiente". Tale assoluto rispetto, aggiunge Scajola, "sarà sottoposto a rigorosa valutazione".
Per il ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, il decreto "conferma la scelta del Governo di operare sul nucleare puntando sulla massima sicurezza e sulle più attente tutele dell'ambiente".

Di tutt'altro avviso il Partito democratico. "Il Governo insiste su una scelta sbagliata che però vuole nascondere agli elettori", ha affermato Ermete Realacci, responsabile Green economy del Pd. Per Realacci, l'impostazione del Governo richiede "un forte impegno dello Stato che stravolge il mercato elettrico, fino a prevedere una campagna di propaganda pro-nucleare, e l'espropriazione dei territori e delle regioni sulla scelta dei siti".
Secondo il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, "il Cdm ha dato il via libera ad una clamorosa truffa ai danni dei cittadini italiani, perché il nucleare non solo è dannoso per l'ambiente e la salute ma è anche insostenibile dal punto di vista economico". Bonelli stima che "questa operazione del ministro Scajola porterà ad un aumento del 15% delle bollette".

"Sul nucleare il Governo ha deciso, ma come farà ora a convincere la popolazione se non ha convinto nemmeno i candidati della maggioranza alle regionali?". Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, sul via libera dato oggi al decreto legislativo sul nucleare.
Il Governo continua a parlare di scelte trasparenti e condivise, ma non sembra interessato al parere di Regioni, Provincie e Comuni sull’argomento. Sono già 15, infatti, le Regioni che si sono schierate contro la Legge Sviluppo che rilancia il nucleare in Italia. Mentre 11 di loro (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana) l’hanno impugnata per incostituzionalità e aspettano l’udienza calendarizzata per il mese di giugno.
Intanto, alla domanda di Legambiente "una centrale nella mia Regione sì o no?" rivolta ai candidati alle prossime elezioni regionali, hanno già risposto negativamente ben 23 candidati di tutti gli schieramenti politici, dalla Lega al Pd, passando per l’Udc e il Pdl. Nove candidati ancora non si esprimono e solo 6 dicono chiaramente di appoggiare l’opzione atomica, anche se fra questi si annovera il sì del presidente della Lombardia Formigoni d’accordo a costruire centrali ma non nella sua Regione. "Quello che è certo finora è che il no al nucleare sembra mettere d’accordo tutti i candidati alle regionali - aggiunge Cogliati Dezza -. Il Governo deve smettere di ingannare gli italiani sulle possibilità del nucleare, che rimane una scelta folle da punto di vista economico ed energetico. Nessuna nuova centrale deve essere realizzata senza il consenso degli italiani". [La mappa politico-nucleare di Legambiente]

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Legambiente.eu]

 

 

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10 febbraio 2010
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