Così protestò la Cultura in Sicilia
Undici tra musei e fondazioni siciliani annunciano la chiusura per contestare la politica di Crocetta
Sono undici, tra musei, centri culturali e istituti di ricerca siciliani che hanno annunciato la chiusura per protesta contro l'orientamento del governo regionale di ridurre i finanziamenti.
Le istituzioni erano incluse nella "tabella H" del bilancio regionale, che è stata poi soppressa. Al suo posto è entrata in vigore una legge che assegna i fondi in base a un bando.
L'anno scorso il dipartimento per i Beni culturali aveva avuto una decurtazione delle somme assegnate da 3,5 milioni a 1,6. Quest'anno il governo di Rosario Crocetta, con l'opposizione di alcuni assessori, è orientato ad apportare altri tagli di circa il 35 per cento.
Contro questa prospettiva si sono ora schierate le undici istituzioni tra cui le Fondazioni Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Piccolo e Gaetano Costa, i musei Mandralisca e Antonio Pasqualino (marionette), l'istituto Gramsci siciliano, il centro Pio La Torre, il centro Sturzo.
"Le istituzioni culturali siciliane - si legge in un documento congiunto - versavano già in condizioni molto critiche. La nuova manovra ipotizzata dal governo regionale, che comporterebbe un'altra drastica riduzione dei finanziamenti, assesterebbe un colpo mortale a musei, archivi storici, gallerie, biblioteche, fondazioni e istituti di ricerca. Senza un sostegno adeguato e nell'incertezza di potere riscuotere in tempi utili il contributo per il 2014, sono quindi costretti ad annunciare sin da ora la chiusura con grave danno per la cultura e per l'immagine della Sicilia".