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Così si rilancia il Sud: fiscalità di vantaggio, infrastrutture e trasporti, riqualificazione urbane, formazione e ricerca

13 luglio 2006

Otto miliardi all'anno: così si rilancia il Sud
(Il Sole 24ORE, 12 luglio 2006)

Un piano per lo sviluppo del Sud da 8 miliardi l'anno con quattro priorità: la fiscalità di vantaggio, il potenziamento di infrastrutture e trasporti, la riqualificazione delle aree urbane, la formazione e la ricerca.
Quel patto per il Mezzogiorno sottoscritto dalle parti sociali nel 2004 e dagli stati generali del Mezzogiorno nel 2005, ma che finora è rimasto lettera morta, è stato rilanciato ieri al Cnel da Confindustria, Cgil, Cisl, Uil e da otto regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) che in un documento comune ''Insieme per lo sviluppo'' sollecitano una rapida convocazione del Governo. Richiesta che l'altro ieri il Governatore della Campania, Antonio Bassolino, ha ribadito al premier Romano Prodi, in un incontro che si è svolto a palazzo Chigi. ''C'è bisogno di una svolta, da tempo non si fanno scelte significative per il Mezzogiorno - ha detto Bassolino -. Il nostro obiettivo è arrivare al 45% delle spese in conto capitale destinate al Sud''. Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo: ''Sul Sud - ha aggiunto - ci giochiamo la credibilità della classe dirigente. Dopo le parti sociali e le Regioni ora serve il terzo anello: il Governo''.

Il documento sottolinea che il piano d'azione può contare su ''risorse già ampiamente disponibili'', grazie ai ''fondi strutturali europei, ai fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) e a risorse ordinarie che il Governo deve aggiungere''; di queste una parte ''significativa verrà dal recupero dell'evasione fiscale e dal contrasto all'economia sommersa''. Per promuovere lo sviluppo del Sud viene proposta la fiscalità di vantaggio, che - come ha ricordato il presidente del Cnel, Antonio Marzano - ha anche il merito di ''non togliere risorse al resto del Paese'' con una serie di misure come la fiscalizzazione degli oneri sociali, l'esenzione delle imposte sugli utili e dei tributi locali, la creazione di zone franche urbane seguendo l'esperienza francese che ha avuto il via libera dalla Ue.
L'urgenza di un simile intervento, è sottolineata anche dai dati della Svimez che evidenziano come la forbice Nord-Sud si sia allargata con il Centro-Nord che conferma il dato nazionale di una crescita inchiodata allo 0%, mentre il Sud segna un calo (-0,3%) ben lontano dal dato 2004 (+0,7%). ''La fotografia della Svimez - ha spiegato il leader della Cgil, Guglielmo Epifani - dice che per la seconda volta negli ultimi 10 anni il Mezzogiorno non è cresciuto e si attesta sotto la media di crescita del Paese, con l'occupazione che è diminuita di 20mila unità. C'è di nuovo un'emergenza Mezzogiorno, i segnali di ripresa si sono nel tempo arrestati''. Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, la fiscalità di vantaggio è una leva importante per attrarre investitori italiani e stranieri: ''La classe dirigente - ha aggiunto - deve andare a Bruxelles per ricontrattarla''. Per il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, ''la competitività del sistema Italia, non sarà raggiungibile senza lo sviluppo del Mezzogiorno''.

Il rilancio del Sud poggia anche su maggiori collegamenti tra le città e con i Paesi del Mediterraneo, puntando anche sulla logistica, sull'individuazione delle infrastrutture realmente prioritarie per evitare sprechi, su un programma integrato di politiche urbane per i centri storici e le periferie, e su un piano di medio-lungo periodo a supporto della ricerca e dell'innovazione.

 

 

 

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13 luglio 2006
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