Così si vendicò l'assessore...
Secondo un collaboratore di giustizia, un assessore di Catania avrebbe chiesto l'intervento della cosca Cappello
L'uomo del clan, Francesco Carmeci, non gradisce l'intervento dell'assessore che vuole fare spostare il suo camioncino per la vendita di panini e lo picchia, e l'amministratore si rivolge al boss che lo vendica.
È la ricostruzione, secondo il pentito Vincenzo Pettinati, dell'aggressione avvenuta del 2007 in piazza Nettuno a Catania all'allora assessore alle Attività produttive, Mario Indaco. La vicenda è ricostruita nel provvedimento che tre giorni fa ha portato al fermo di 20 presunti appartenenti alla cosca dei Cursoti, compreso lo storico boss Giuseppe Garozzo, noto come "Pippu 'u maritatu" (LEGGI).
Pettinati parla di Carmeci, che è tra i fermati, e ricorda l'aggressione. Secondo il collaboratore, l'allora assessore Indaco sarebbe stato bastonato dall'uomo del clan perché l'assessore voleva fargli spostare il suo camioncino dalla piazza in una traversa che aveva meno visibilità. Indaco, probabilmente impaurito, sostiene il pentito, si sarebbe rivolto a Giovanni Colombrita, esponente di spicco della cosca Cappello, probabilmente per paura di rappresaglie da parte del clan. Il boss lo avrebbe tranquillizzato, e poi avrebbe convocato Carmeci per picchiarlo come punizione. Carmeci ha contestato, in sede di interrogatorio, questa ricostruzione affermando di avere assistito all'aggressione ma non esserne assolutamente l'autore, e di non essere stato poi picchiato da Colombrita.
Le indagini eseguite dalla squadra mobile della Questura di Catania sono state coordinate dal procuratore capo Giovanni Salvi, e dai sostituti Assunta Musuella e Sebastiano Ardita, quest'ultimo la prossima settimana assumerà l'incarico di aggiunto alla Procura di Messina.
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb, Corriere del Mezzogiorno]