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Cresce la rivolta e la tensione sociale

Si estende da Nord a Sud la rivolta degli italiani contro Equitalia e aumenta la preoccupazione per una nuova eversione

14 maggio 2012

Si estende da Nord a Sud la rivolta degli italiani contro Equitalia. Venerdì scorso, giorno in cui è stato confermato l'incontro previsto per giovedì prossimo del presidente del Consiglio Mario Monti con la dirigenza dell'Ente, sono stati diversi gli atti di violenza contro le sedi e i dipendenti l'agenzia di riscossione, violenze che sono continuate anche l’indomani, quando due bottiglie molotov e un petardo sono stati lanciati contro la sede di Equitalia a Livorno. Tracciate anche scritte sui muri, tra cui "lotta continua" e "ladri". Nei giorni precedenti, invece, si sono contati due falsi allarme bomba fatti scattare nella sede centrale di Genova e dell'Aquila, una busta sospetta, contenente poca polvere pirica, è stata recapitata alla direzione generale di Roma, mentre una vera e propria guerriglia urbana si è invece scatenata a Napoli dove la polizia ha caricato i manifestanti anti-Equitalia che hanno presidiato la sede di Corso Meridionale. Il bilancio degli scontri è stato di diversi feritit tra gli agenti e tra i manifestanti . Circa 600 le persone che hanno partecipato alla manifestazione che non era autorizzata: si tratta di esponenti di tutta l'area antagonista tra cui i precari Bros del coordinamento di lotta per il lavoro e i collettivi studenteschi. Secondo quanto riferito, i dimostranti hanno prima messo in atto un blocco stradale poi hanno iniziato a lanciare uova, vernice, bottiglie e sampietrini sia contro l'edificio dell'Ente che contro i poliziotti in assetto anti guerriglia. Gli agenti hanno dovuto compiere un paio di cariche per tenere a distanza i manifestanti che hanno utilizzato anche i cassonetti della spazzatura come ariete per sfondare il cordone della polizia sistemato a protezione degli uffici.

A Melegnano, comune in provincia di Milano, ad essere stati presi di mira sono stati invece due ispettori dell'Ente, aggrediti a calci e pugni da un imprenditore edile presente in uno studio di commercialisti. Dovevano procedere a una verifica fiscale, ma prima ancora di iniziare è nata una discussione con l'uomo che è poi degenerata. L'aggressore è un 50enne che dovrà rispondere del reato di percosse.
In Sicilia, stamane, sei sagome di cartone con un cappio al collo che rappresentano le persone che nelle ultime settimane si sono tolte la vita in Italia a causa della crisi economica, sono comparse davanti la sede dell'agenzia delle entrate di Catania, in viale Ulisse. Ogni sagoma di cartone, impiccate a un'inferriata, porta il nome della vittima ed è siglata Forza nuova. Assieme ad esse è stato appeso anche uno striscione con la croce celtica e la scritta "Italiani non suicidatevi, ribellatevi".

Tutti questi episodi, preoccupanti e segno di un innalzamento della tensione sociale, sono stati duramente criticati da Equitalia: "La troppa superficialità con cui negli ultimi tempi si è associato a Equitalia il termine suicidio sta avendo come effetto di alimentare tensioni sociali, oggetto di facili strumentalizzazioni", ha scritto l'Ente in un comunicato. "E inaccettabile continuare a scaricare irresponsabilmente su Equitalia la colpa di gesti estremi e situazioni drammatiche, che hanno invece origini diverse e lontane e che stanno esplodendo solo oggi a causa della crisi economica", ha sottolineato ancora Equitalia spiegando che si tratta di "eventi tragici da non spettacolarizzare, per i quali la società esprime profonda vicinanza alle famiglie coinvolte".
"Chi colpisce Equitalia in questi giorni colpisce lo Stato" ha detto il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri nel corso di un dibattito al Salone del Libro. "I lavoratori di Equitalia sono dipendenti dello Stato, che assicurano i diritti dello Stato - ha aggiunto - poi si può discutere di tutto, ma sui fondamentali non dobbiamo avere alcuna esitazione".
Equitalia "ha il dovere di svolgere il proprio compito. E i cittadini hanno il dovere di pagare le tasse" ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, parlando a SkyTg24. A difendere Equitalia è anche il viceministro all’Economia e alle Finanze, Vittorio Grilli. "È sbagliatissimo prendersela con Equitalia, non è il nemico ma è lo Stato". "Errori possono capitare e ci scusiamo - ha continuato il viceministro - però non è possibile pensare che se lo Stato chiede ai cittadini di pagare ciò che devono pagare venga accusato come un nemico".

Nei giorni scorsi il premier Mario Monti da Rondine (Arezzo), sede della Cittadella della Pace, l'associazione che dal 1997 si occupa di far dialogare giovani provenienti da paesi tra loro nemici, ha parlato della forte tensione sociale che sta segnando la nazione in questi giorni in maniera prepotente. "Per l'Italia la guerra è solo un ricordo, ma il presente è segnato da forti tensioni sociali", ha detto il premier. "Le tensioni sociali sono dovute alla mancanza di lavoro, a difficoltà nel fare impresa - ha aggiunto - ma anche a una crisi profonda, generata da rapide trasformazioni e dall'inevitabile disorientamento che queste comportano". Di fronte alla crisi comunque "non bisogna arrendersi, occorre uno sforzo comune che deve basarsi su un'equa ripartizione del carico, sulla base delle possibilità di ciascuno". Questa, ha affermato invitando a "reagire insieme", "è la via di uscita, sia sul piano personale che su quello della collettività". In questo stato di cose "è inevitabile il disagio sociale" e di fatto "l'insicurezza provoca il ripiegamento su se stessi".

Intanto, il Viminale pensa ad un "nuovo piano anti-terrorismo". Proteggere e proteggersi dalla minaccia dello spontaneismo armato, dalla "liquidità" della sua sfida, sarà un lavoro molto complicato, perché le risorse sono limitate e i potenziali obiettivi si contano nell'ordine delle centinaia. Gli uffici e i manager di Finmeccanica e delle sue numerose controllate, evidentemente, come i dirigenti e le sedi di Equitalia. Ma anche un numero consistente di aziende medio-grandi nel pieno di complicate ristrutturazioni aziendali, nonché sedi e manager di multinazionali. Vale a dire tutti quegli obiettivi non esplicitamente menzionati nel testo di rivendicazione dell’attentato al dirigente dell'Ansaldo, Roberto Adinolfi, da parte dellla "Federazione anarchica informale", recapitata nei giorni scorsi nella sede del Corriere della Sera, ma che logica e buon senso suggeriscono di collocare nella fascia di "massima attenzione".
Il Viminale non ne ha ancora definito con esattezza l'ordine di grandezza (anche perché il Dipartimento di Pubblica sicurezza è in attesa che entro giovedì, quando si riunirà il Comitato Nazionale per l'ordine e la sicurezza, le prefetture di tutto il Paese completino le loro segnalazioni su chi e cosa è, oggi, a rischio). Ma nelle ultime ore, per quanto ne riferiscono due fonti del Viminale, una prima e ancora approssimativa stima ragiona su "almeno quattro-cinquecento obiettivi", considerando luoghi e persone fisiche. Un carico insostenibile per il solo ministero dell'Interno, il cui sistema di sorveglianza, già ora, impiega nei servizi di scorta 2.500 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri, oltre a un'aliquota fissa dell'Esercito che complessivamente contribuisce con 4mila uomini all'operazione "strade sicure". E da cui, visto il contesto, non è possibile attingere nessuna risorsa (per farlo, si dovrebbe convincere chi la scorta già ce l'ha a privarsene). Né riversarvene di nuove, a meno di immaginare un'ulteriore drammatica smobilitazione degli organici in servizio di contrasto alla criminalità. Si comprendono dunque le parole con cui sabato il ministro dell'Interno Cancellieri ha ipotizzato per questo nuovo sforzo di prevenzione un ulteriore ricorso alle Forze armate. Sul quale c'è stato ieri già il via libera del Capo di Stato maggiore dell'Esercito Claudio Graziano ("L'Esercito è prontissimo a supportare le forze di polizia e di sicurezza nei termini che il Paese ci chiederà") e che - sempre se si deve stare alle prime abbozzate stime del Viminale - "non dovrebbe essere inferiore ai mille uomini". "Siamo di fronte a una minaccia asimmetrica - spiegano dal Dipartimento di sicurezza - . Che come tale, rende impossibile mettere in sicurezza tutti i potenziali obiettivi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Ansa, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it]

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14 maggio 2012
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