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Crisi del settore ittico: dalle parole ai fatti

Legacoop Pesca Sicilia: " Molto bene che la Regione abbia riconosciuto lo stato di crisi del settore, ma adesso servono i fatti"

02 agosto 2011

"Molto bene il riconoscimento e la dichiarazione dello 'stato di crisi' del settore ittico siciliano decretata nell'ultima seduta di Giunta dal Governo Lombardo - afferma il Presidente di Legacoop Pesca Sicilia, Pino Gullo -. Ad essa, però, devono seguire i fatti. Il solo riconoscimento della crisi del settore ittico siciliano, non basta -aggiunge Gullo - occorrono provvedimenti finanziari e appostamenti di bilancio per far fronte nel breve tempo all'emergenza. Il governo regionale e nazionale trovino le risorse, magari utilizzando residui non spesi degli anni passati per dare risposte alle marinerie siciliane che rappresentano il 30% dell'intero settore italiano".
"Le problematiche relative alla fase di emergenza e di crisi del settore ittico - continua Gullo - come dimostrano i dati forniti dagli istituti specializzati IREPA e ISPRA, nonché le analisi dei numerosi Report pubblicati dai media nelle scorse settimane, confermano la drammatica situazione economica, più volte denunciata nei mesi scorsi da Lega Pesca e da Legacoop Pesca Sicilia, in cui si trovano gli 8 mila pescatori professionali siciliani e le loro famiglie".

"La struttura artigianale delle 3500 imbarcazioni di cui è composta la flotta peschereccia siciliana - ha spiegato ancora Gullo -, la sottocapitalizzazione e la relativa difficoltà di accesso al credito; il sovrasfruttamento delle risorse, dovuto anche ad una tipologia di pesca non sempre razionale ed al devastante fenomeno dell'inquinamento, cresciuto, negli ultimi tempi, in tutte le coste isolane; la scarsa redditività dell'impresa, causata dallo smisurato aumento del prezzo del gasolio che influisce pesantemente sui costi di gestione; lo scarso potere contrattuale nei confronti degli intermediari commerciali; la frammentazione dei punti di sbarco; la debolezza strutturale dei porti privi di servizi e di assistenza, hanno penalizzato l'occupazione, disincentivato gli esigui investimenti, ed ulteriormente indebolito l'economia ittica isolana".
"Il cambio, in un arco di tempo brevissimo, di tre ministri alla guida del MIPAF - ha affermato inoltre Pino Gullo - non ha permesso il sedimentarsi di una guida politica conseguente, tanto più necessaria perché nel frattempo sono entrate in vigore le nuove normative comunitarie, quali la scadenza delle deroghe del regolamento sulla pesca nel Mediterraneo; i gravosi adempimenti dei regolamenti sui controlli sulla pesca illegale (IUU); i complessi obblighi derivanti dalla normativa igienico-sanitaria del Pacchetto Igiene. Tutto ciò ha ulteriormente indebolito l'economia ittica, fino a richiederne una profonda e seria ristrutturazione e riconversione".
"Questo scenario - secondo il Presidente di Legacoop Pesca Sicilia - richiede una nuova politica in grado di garantire la crescita dei redditi e dei livelli occupazionali delle imprese e di avviare, contestualmente, un processo di rafforzamento e ristrutturazione in un quadro di sviluppo sostenibile. Lega Pesca - ha concluso - ribadisce, inoltre, che la cultura della legalità è un valore imprescindibile ma che gli operatori devono essere messi nella condizione di poter rispettare regole condivise ma non vessatorie". [SiciliaInformazioni.com]

- Il settore ittico siciliano è in ginocchio! (Guidasicilia.it, 13/06/11)

 

 

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02 agosto 2011
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