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Crocetta e Ingroia indagati

La Corte dei conti contesta un danno erariale di oltre 2 milioni alla società Sicilia e-Servizi

19 aprile 2014

Antonio Ingroia, ex pm di punta a Palermo, dopo avere indossato per anni la toga si ritrova ora accusato assieme al presidente della Regione Rosario Crocetta, e mezza giunta di governo, di un presunto danno erariale di oltre 2,2 milioni di euro. La Procura generale della Corte dei conti ha infatti inviato a Ingroia, ex commissario ed attuale amministratore unico della società Sicilia e Servizi, un invito a dedurre.
L’atto formale di notifica dell'avvio delle indagini è stato notificato, oltre che a Ingroia e Crocetta, anche agli assessori Nelli Scilabra, Patrizia Valenti e Michela Stancheris, agli ex assessori Dario Cartabellotta, Ester Bonafede e Nino Bartolotta, al ragioniere generale della Regione Mariano Pisciotta, all'avvocato dello Stato Massimo Dell'Aira e alla dirigente del settore Società partecipate della Regione, Rossana Signorino.

Al centro dell'inchiesta condotta dal magistrato contabile Gianluca Albo l'assunzione di 74 dipendenti ex Sisev, transitati a Sicilia e-Servizi, alcuni dal 23 gennaio scorso, altri dal 4 febbraio. Una passaggio che, secondo la Procura sarebbe illegittimo e che avrebbe recato danno alle casse della pubblica amministrazione.
Per il sostituto procuratore Albo il reclutamento è illecito perché è avvenuto in violazione del divieto legale e amministrativo di assunzione senza preventiva valutazione del fabbisogno del personale e senza preventiva pianificazione. Inoltre, secondo il magistrato, l'assunzione sarebbe scattata nonostante la giunta di governo avesse ribadito il divieto di reclutamento a Sicilia e-Servizi (Sise) di personale della società privata e avesse previsto l'istituzione di una struttura tecnica con personale regionale per svolgere le attività informatiche. Infine sarebbe stato violato l'obbligo legale di evidenza pubblica che grava sulle società a partecipazione pubblica maggioritaria. La guardia di finanza avrebbe accertato che non c'era alcun obbligo di far transitare personale dal socio privato, Sisev, al socio pubblico, Sise, e che comunque non era previsto un transito in massa.

Sull’avviso di garanzia è subito intervenuto Antonio Ingroia. "Mi verrebbe da sorridere a vedermi recapitare un avviso di garanzia per presunto danno erariale. Mi verrebbe da sorridere perché me lo aspettavo, non solo perché l'avviso di indagine era stato già preannunciato a mezzo stampa già da qualche settimana e quindi ben prima che venisse inviato, ma anche perché non è la prima volta che, pur di non dirmi grazie, le regole del senso comune vengono rovesciate".
"In questo caso - ha spiegato l’ex pm - potrei dire che non avevo scelta perché dovevo adempiere ad un obbligo a riassumere quei lavoratori licenziati, discendente dalla delibera della giunta Crocetta, ed invece dico che qualcuno dovrebbe premiarci e dire grazie per aver evitato un danno erariale alla Regione ed un rischio altissimo per la salute ed il bene comune dei siciliani. E sfido chiunque a dimostrare il contrario. Perché è un fatto - ha osservato Ingroia - che se non avessimo adottato la procedura che oggi ci viene contestata il blackout informatico della Regione sarebbe stato inevitabile, con conseguente rischio per servizi pubblici essenziali per la salute come 118 e servizi ospedalieri".

Ingroia continua a spiegare: "È vero semmai che quello che abbiamo fatto ha consentito ed ancor più consentirà di risparmiare denaro pubblico dopo anni di allegra gestione, su cui, stranamente, finora nessuno ha osato indagare e ho iniziato io ad indagare da quando sono alla guida di Sicilia e-Servizi, come dimostrano le denunce che ho fatto in questi giorni alla stessa Procura della Corte dei Conti ed anche alla Procura della Repubblica di Palermo, alla quale ultima proprio oggi ho inviato un supplemento di segnalazione ed integrazione di documentazione".
"Ed allora - ha aggiunto - chi ha sperperato il denaro pubblico e chi lo ha fatto risparmiare? E chi oggi vorrebbe farne sperperare ancora e chi, invece, sta avviando un piano di risanamento per farlo risparmiare ancor di più? Io so di avere la coscienza a posto. E gli altri? Ecco perché dico che, anche se mi viene da sorridere, non c'è niente da ridere e la cosa mi pare inquietante, anzi molto grave".
"Da anni - ha concluso l'ex pm - mafiosi e amici dei mafiosi provano a mettermi sul banco degli accusati, ma l'evidenza dei fatti è sotto gli occhi di tutti. Speriamo di non dover dare ragione a Leonardo Sciascia sull'irredimibilità della Sicilia".

Sotto la lente della Corte dei conti è finito anche l'assessorato regionale alla Formazione professionale. Due giorni fa le fiamme gialle si sono recate negli uffici di viale Regione siciliana insieme a personale della Corte dei conti e hanno interrogato dipendenti e dirigenti regionali per assumere informazioni sul progetto Spartacus, gestito dal Ciapi di Priolo con risorse del Piano di azione e coesione. Il personale inserito nel progetto è formato da dipendenti degli enti di formazione rimasti senza lavoro dopo la chiusura degli sportelli multifunzionali dei centri per l'impiego, dove svolgevano attività di orientamento per disoccupati. Sono circa un centinaio i dipendenti del progetto utilizzati negli uffici del dipartimento regionale formazione dove tra le cose svolgano attività di gestione e controllo di progetti finanziati agli enti di formazione.

Una presa di posizione forte sulla vicenda di Sicilia e-Servizi quella del MoVimento 5 Stelle all’Ars che, con un comunicato stampa, chiede ancora una volta le dimissioni del governatore Crocetta.
"L'indagine della Corte di conti potrebbe essere il presupposto per indurre Crocetta a fare la prima mossa giusta della sua presidenza: dimettersi e risparmiare alla Sicilia altri tre anni di agonia e indicibili sofferenze - si legge nel comunicato -. Faccia un atto di eutanasia, dimostri il suo amore per la Sicilia, staccando la spina a questo governo che è solo capace di continuare a smentire se stesso con retromarce (chi non ricorda la questione del Muos?) e ripetuti atti contraddittori. Le assunzioni a Sicilia e-servizi, a quanto si apprende, sarebbero state fatte in spregio ad una delibera di giunta che vietava il passaggio dei dipendenti nella partecipata. Ci dicano i siciliani se è ancora il caso di affidare i proprio destini a questa gente, che produce pochissimo e quello che produce è confezionato così male da essere illegittimo o incostituzionale, come ci ricordano le continue impugnative del Commissario dello Stato".

"Oltre al contestato transito nella compartecipata - affermano ancora i deputati stellati - attorno a Sicilia e-servizi abbiamo assistito da sempre a manovre poco chiare. Cosa che abbiamo denunciato sempre pubblicamente e con forza. Il numero dei dipendenti cresceva misteriosamente ad ogni audizione tenuta all'Ars, fatto che ci aveva fatto nascere il sospetto che la compartecipata potesse venire usata come testa d'ariete per entrare alla Regione. Diciamo grazie ai magistrati per aver acceso i riflettori sulla vicenda".
"Se non fosse drammatica - proseguono i deputati nel comunicato - la questione potrebbe essere definita una barzelletta: Sicilia e -servizi è stata prima messa in liquidazione, poi in bonis, poi di nuovo in liquidazione, ma stranamente, all'articolo 27 della legge di stabilità veniva indicata come una delle compartecipate di valore strategico".

[informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo.it]

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19 aprile 2014
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