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Crollo, frana o smottamento

Sul cedimento della variante Scorciavacche sulla Strada Statale Palermo - Agrigento

07 gennaio 2015

"Meno male che c'è un'inchiesta, non so se ci sono già degli avvisi di garanzia, non sappiamo ancora nulla sulle responsabilità". Il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, parla della vicenda del cedimento della variante Scorciavacche sulla strada statale Palermo-Agrigento. "Non è il primo ponte che crolla dopo la conclusione dei lavori - ha continuato il governatore - e non potrò mai dimenticare il crollo del ponte sulla Gela-Caltanissetta, all'altezza di Butera, rimasto fermo per due anni, perché alla fine i guai li pagano i cittadini. In quel caso si parlò di cemento depotenziato".
"Ancora non conosciamo gli elementi dell'inchiesta - ha concluso - ma, una volta individuate le responsabilità, anche noi agiremo di conseguenza con la necessaria fermezza".

Oggi il presidente dell'Anas Pietro Ciucci farà un sopralluogo sul luogo della frana. "Non lasceremo niente di intentato per individuare i responsabili e garantiremo la massima collaborazione alla Procura di Termini Imerese", ha assicurato Ciucci, che ha sottolineato anche l'impegno "per il ripristino dell'opera senza oneri a carico di Anas". "Sono d'accordo con il premier Renzi e con il ministro Lupi. E' un fatto quantomeno spiacevole che non doveva verificarsi", ha affermato ancora Ciucci.

Massimo Matteucci, presidente del Cmc di Ravenna, la più grande cooperativa di costruzioni d'Italia che guida il consorzio di imprese Bolognetta Scpa, formato con Tecnis e Ccc, che si è aggiudicato l'appalto per il cantiere da 220 milioni tra Palermo e Agrigento Ravenna, però non ci sta ad accollarsi tutte le colpe. Intervistato da La Repubblica Matteucci dice: "Era una cosa che non doveva accadere, anche laddove esistono problemi servono accorgimenti preventivi. Ma nella vita di un cantiere grande come quello di smottamenti simili ne succedono. Ecco, io proverei soprattutto a togliere di mezzo il termine crollo, perchè c'è stato solo uno smottamento".
La chiusura del cantiere è stato ultimato con tre mesi d'anticipo, e proprio questa "velocità" nella consegna dell'opera per Matteucci può essere tra le cause dell'accaduto. "Quel tratto di strada - ha detto - è stato consegnato finito tre mesi prima del tempo, adesso penso che se ci fossimo presi il tempo, col senno di poi... Però questa è una tempesta in un bicchier d'acqua, e la nostra è un'impresa seria".
Un'impresa seria che però ha fatto lavori frettolosi? "Se ci lanciamo nelle ragioni che hanno provocato il crollo non ne veniamo fuori, io non sono né geologo né ingegnere - ha risposto - Io posso dire che se abbiamo sbagliato interverremo e lo metteremo a posto. Anzi, per il ripristino siamo già operativi. Non c'è stato nessun rischio per l'incolumità delle persone, perchè appena abbiamo notato una crepa, e non la voragine che si vede in questi giorni che è venuta dopo, la strada l'abbiamo chiusa noi. E devo dire che già quello, chiudere una strada pochi giorni dopo l'inaugurazione, non è un gran biglietto da visita. Però non abbiamo affrontato nessun rischio, abbiamo monitorato quello che stava succedendo e preso provvedimenti. I danni poi sono nell'ordine dei 100 mila euro, lo dice anche l'Anas".

L'ingegnere Pier Francesco Paglini, responsabile dell'area Sicilia per il Cmc, sostiene che può essere stata erronea la valutazione delle capacità portanti del terreno di fondazione. Chi ha fatto i test sul terreno, insomma, può non averli letti bene. Le risulta che questa possa essere una delle cause? "Di questi aspetti - ha risposto - devono parlare gli ingegneri, io so che nella vita di un cantiere gli smottamenti succedono, perché il terreno è instabile. Ci possono essere degli imprevisti geologici e poi la terra va dove vuole lei, non dove vuoi tu. Ma l'integrità del viadotto è totale, e se cominciamo a confondere le cose è la fine".
Ma quindi come si fa a sapere di chi è la colpa, e quando ci saranno le risposte che mancano? "Noi - ha detto ancora Matteucci - abbiamo aperto un'inchiesta interna, abbiamo protocolli di legalità e organismi preposti a individuare in piena trasparenza le responsabilità".
Una responsabilità che voi come costruttori non vi volete ancora prendere? "Per carità - ha commentato -, noi ci prendiamo tutte le responsabilità che ci competono, è nostro interesse capire cosa non ha funzionato. Se abbiamo sbagliato interverremo e soprattutto metteremo a posto tutto".

Cosa le sembra sia stato ingigantito? In fondo ci sono fotografie e tempistiche molto eloquenti. "Io voglio solo specificare che non è crollato il viadotto - ha puntualizzato ancora -, e mi ha fatto molto male vedere che quanto è accaduto viene accostato a crolli di ponti, con travi che si tranciano a metà. Non si tratta di questo".
Il premier Renzi ha detto che "è finita la festa", chi deve pagare pagherà. "Io penso che prima di scrivere quel tweet il premier non sia stato informato bene, perché, insisto, non è crollato il viadotto. Poi capisco la vita sul filo del secondo di Renzi, dover dare retta a tutti, ma dal tweet sembrava davvero che fosse venuto giù tutto", ha concluso Matteucci.

Dopo il crollo o, come tiene a chiamarlo il presidente della Cmc di Ravenna, smottamento avvenuto in Sicilia, i geologi rivolgono un forte appello al Ministro Lupi affinché nelle Nuove Norme Tecniche si restituiscano dignità ed importanza agli studi geologici.
"E’ ora di mettere da parte l’ansia di sovrastare una categoria professionale, pensando a ciò di cui il Paese ha realmente bisogno. C’è ancora tempo per farlo e per questo i geologi invocano il buon senso del Ministro Maurizio Lupi nell’approvazione definitiva della revisione alle Norme Tecniche per le Costruzioni, affinché, siano restituite dignità ed importanza agli studi geologici. Purtroppo in Italia siamo alle solite. Siamo in grado di progettare e realizzare grandi opere di rilevante impegno ingegneristico e strutturale, dalle gallerie, ai viadotti alle dighe, ma continuiamo a trascurare il contesto territoriale e geologico entro cui l'opera si inserisce". Queste le parole di Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, all’indomani del crollo del rilevato di approccio alla spalla del viadotto Scorciavacche, sulla S.S. 121 Palermo-Agrigento.

"Il rilevato appena inaugurato che crolla è solo una delle tante testimonianze di questa anomalia nella filiera della progettazione - ha proseguito Graziano - e dell’esecuzione dei lavori, che evidenzia quanto sia importante che ciascuna professionalità, con umiltà e spirito di servizio, accolga i suggerimenti provenienti da settori disciplinari adiacenti ed in parte sovrapposti. La progettazione è un passaggio tecnico troppo importante per non avere regole rigide e forme di controllo altrettanto rigide. L’esecuzione dei lavori è l’atto materiale con cui un progetto diventa opera dell’uomo e, in quanto tale, deve essere rigorosissima e lasciare spazi minimi ad errori o omissioni." "Realizzare una qualsiasi opera infrastrutturale senza aver analizzato con attenzione la storia evolutiva del versante sul quale essa si imposta è un errore progettuale grave, che può essere commesso solo se gli studi specialistici geologici non sono stati compiuti con il dovuto rigore o se il progettista delle opere non ha tenuto conto delle risultanze degli studi stessi. Ma purtroppo si continua a trascurare l’importanza del corretto inserimento dell’opera nel territorio e lo studio degli scenari conseguenti a questo inserimento".

"In un momento storico - ha concluso Graziano - in cui le risorse sono ridotte e il territorio antropizzato dal dopoguerra ad oggi scricchiola per le tante criticità legate alla cattiva progettazione o al mancato rispetto della naturale evoluzione del territorio, è ora di smetterla con i bracci di ferro e di rimboccarsi le maniche, tutti, per il bene ed il futuro dell’Italia. Solo se questa logica verrà condivisa dall’apparato politico e dai professionisti, si potrà immaginare un’Italia diversa, con meno disgrazie e titoli da prima pagina sui giornali".

[L'intervista a Massimo Matteucci, presidente del Cmc di Ravenna, è di Eleonora Capelli]

- Per individuare i responsabili... (Guidasicilia.it, 05/01/15)

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07 gennaio 2015
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