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Cronache di migrazioni clandestine

Anche se a Lampedusa non arrivano più barconi carichi di migranti disperati...

10 dicembre 2009

Le cronache sull'immigrazione clandestina hanno ormai raggiunto una sorta di "grado zero", almeno per quello che riguarda gli sbarchi a Lampedusa dove già da un po' di tempo non arrivano più migranti. Circostanza che ha fatto decidere a Medici Senza Frontiere (Msf) di chiudere il progetto nell'isola, proprio per la "drastica riduzione del numero di migranti e di richiedenti asilo che approdano sull'isola". Una decisione, comunque, presa sicuramente non a cuor leggero: "Esprimiamo grave preoccupazione per i migranti respinti in mare verso la Libia".
Tra maggio e ottobre del 2008, secondo i dati raccolti da Msf, più di 21 mila migranti e rifugiati erano arrivati a Lampedusa, dopo un pericoloso viaggio attraverso il Mar Mediterraneo. Nello stesso periodo del 2009, le equipe di Msf hanno registrato meno di 200 migranti. Msf si dice "estremamente preoccupata per il destino degli immigrati a cui è impedito giungere in Italia".

Se le cronache sugli sbarchi sono diventate pressoché assenti dai quotidiani italiani, tra ieri e oggi è stata meritivole d'attenzione la notizia sulla conferma della condanna nei confronti dell'uomo ritenuto colpevole della strage del Natale '96 al largo di Capo Passero. Infatti la Procura generale della Cassazione
ha chiesto la conferma della condanna a 30 anni di reclusione per il libanese
El Hallal Youssef, comandante della nave che la notte di Natale del 1996 avrebbe causato il naufragio in cui morirono annegati 283 immigrati (pachistani, cingalesi e indiani) al largo di Portopalo di Capo Passero, nel Canale di Sicilia. Il verdetto della Quinta sezione penale della Suprema Corte è arrivato ieri sera.
El Hallal è libero e si trova fuori dall'Italia. Il comandante pilotava la 'Yohan', la nave madre che, secondo l'accusa, entrò in collisione con il barcone 'F 174', poi inabissatosi, mentre stava effettuando il trasbordo degli immigrati diretti verso le cose italiane. L'incidente è considerato la più grande tragedia della storia dell'immigrazione clandestina nel nostro Paese. Per anni l'inabissamento rimase avvolto dal mistero, finché il relitto dell'imbarcazione, un peschereccio maltese, fu individuato il 13 giugno 2001 dalle ricerche del giornalista Giovanni Maria Bellu, allora inviato di Repubblica.

Altrettanto rilievo merita un'altra notizia, che sempre di immigrazione clandestina parla, ma da un punto di vista assolutamente diverso. Dal quotidiano La Sicilia infatti, si apprende che la procura di Siracusa sta indagando su alcune presunte violazioni alle norme sull'immigrazione in merito al respingimento di un barcone con 75 immigrati avvenuto ad agosto 2008. Secondo quanto riportato dal procuratore capo di Siracusa, Ugo Rossi, al Tg1, risultano iscritti nel registro degli indagati "il comandante e tutte le persone che hanno avuto un ruolo e una responsabilità nella vicenda fino ai funzionari responsabili del ministero degli Interni". I capi d'accusa sarebbero violenza privata e violazione delle norme italiane sull'immigrazione. "Il comandante - ha spiegato Rossi - doveva riportare gli immigrati in un porto italiano dove c'è la apposita commissione che valuta chi ha diritto e chi non ha diritto a chiedere asilo". "Non voglio alimentare polemiche, che sono già sufficienti, ma ci tengo a sottolineare che non esiste una legge sul respingimento" dei migranti. "L'accordo italo-libico - osserva il magistrato - non prevede l'emanazione di alcuna legge. Quello che resta in vigore in Italia è ancora il codice che è stato varato prima, compresa la legge Bossi-Fini, che prevede una serie di condotte da applicare per respingere una persona, e soprattutto di accertare se abbia o meno diritto d'asilo. Quindi non esiste alcuna legge sul respingimento". "Io non sono il paladino di alcuno - ha sottolineato il procuratore Rossi - in questa Procura si rispettano le leggi e la Costituzione e le facciamo rispettare. Mi spiace che per la classe politica noi diventiamo ribelli ogni volta che si prende una decisione in contrasto con il loro orientamento. In realtà non è così perchè noi ci limitiamo ad attenerci alla legge e alla Costituzione".

Pronta la replica del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano: "C'è una parte della magistratura che interpreta il suo ruolo come alternativo rispetto alla politica del governo in materia d'immigrazione: siamo all'attivo boicottaggio di una legge votata dal Parlamento". "Quella della procura di Siracusa non è l'iniziativa di un singolo: fa parte di un'azione coordinata su basi ideologiche per boicottare le leggi sull'immigrazione. È successo già contro la Bossi-Fini, con ben 800 ordinanze in pochi mesi di giudici che ricorrevano alla Corte costituzionale. Per le dimensioni di questo vero e proprio atto di boicottaggio della legge ci vorrebbe una discussione in Parlamento per esaminare gli atti e far prendere posizione alle forze politiche. C'è un'anomalia del sistema. ll ministro della Giustizia e procuratore generale della Cassazione possono iniziare un'azione disciplinare, ma confido poco nel Csm, finchè la sezione disciplinare non sarà separata, come in tanti chiedono da destra e sinistra".

[Informazioni tratte da Ansa, La Siciliaweb.it]

 

 

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10 dicembre 2009
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