Cuffaro in vantaggio
Affluenza al voto sensibilmente in calo. In Sicilia si è verso la fine degli scrutini. Cuffaro al 51,9%
AGGIORNAMENTO ORE 17.45
Il procedere dello spoglio in Sicilia conferma la tendenza favorevole al presidente uscente, Totò Cuffaro, ricandidato dalla Cdl.
Secondo i dati relativi a 3.946 sezioni scrutinate su 5.289, Cuffaro si attesta al 51,9% contro il 43,4% della candidata dell'Unione, Rita Borsellino, e il 4,5% di Nello Musumeci, leader autonomista di Alleanza siciliana.
CUFFARO SALVATORE: 51,9%
Lista Regionale: Per la Sicilia Cuffaro Presidente
Liste Provinciali: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udc, L'Aquilone Lista del Presidente, Movimento Sociale Fiamma Tricolore, Democrazia Cristiana per le Autonomie, Movimento per l'autonomia Nuova Sicilia.
BORSELLINO RITA: 43,4%
Lista Regionale: Rita Borsellino Presidente
Liste Provinciali: Democratici di sinistra, DL La Margherita Rita Borsellino, Rita il mio impegno per la Sicilia, Uniti per la Sicilia.
MUSUMECI SEBASTIANO detto NELLO: 4,5%
Lista Regionale: Nello Musumeci Alleanza Siciliana
Lista Provinciale: Alleanza Siciliana
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Innanzi tutto la bella giornata, e poi il fatto di essere stati presenti con il corpo e lo spirito già qualche mesetto fa, ha fatto sì che l'affluenza alle urne di ieri, per le elezioni amministrative calasse sensibilmente.
Dall'Italia divisa in due ad un Italia unita, che ha disertato le urne per andare magari al mare o in campagna, visto l'assolata giornata di ieri. Certo, meglio che andare a fare file per infilarsi dentro una stretta e grigia urna.
Alle 19 di ieri i dati nelle quattro grandi città nelle quali si sceglie il sindaco (Milano, Torino, Roma e Napoli), nelle province e in Sicilia (Regionali, alle 22 urne chiuse) erano più bassi rispetto alle amministrative del 2001. Ieri sera, alle 22.00, alla chiusura dei seggi, aveva votato il 42% degli aventi diritto per le elezioni provinciali e il 52% per quelle comunali.
Oggi i seggi, riaperti stamani alle 7, verranno chiusi definitivamente alle ore 15, e subito dopo inizieranno le operazioni di scrutinio.
In Sicilia, dove gli elettori sono stati chiamati a votare per il rinnovo dell'assemblea regionale siciliana e l'elezione del presidente della Regione, ha votato il 59,17% degli aventi diritto, un netto calo del 4,3% rispetto a cinque anni fa.
Le urne siciliane sono state chiuse alle 22, e lo spoglio, cominciato questa mattina alle ore 8, avverrà senza rendere noti i risultati sino a quando non saranno chiusi i seggi in tutta Italia, quindi sino alle 15, per evitare rischi di condizionamento sui voti nelle altre città.
In Sicilia alla chiusura dei seggi, ieri sera alle 22, ha votato il 59,17% dei siciliani. Nella precedente consultazione, nel 2001, la percentuale definitiva dei votanti era stata del 63,4%, quota che già all'epoca venne definita dagli osservatori come ''modesta''. In particolare si sono presentati alle urne 2.701.533 votanti su 4.566.089 aventi diritto.
E come dicevamo all'inizio, l'affluenza è stata bassa in tutta Italia e non soltanto in Sicilia. I dati diffusi dal Viminale, infatti, dicono che alle 22 di domenica ha votato il 42% degli aventi diritto alle elezioni provinciali, il 52,5% alle comunali. In entrambi i casi di un dato in calo rispetto alle precedenti consultazioni amministrative: alla stessa ora la percentuale era al 67,5% per le provinciali e al 79,8% per le comunali. All'epoca però si votava in un solo giorno e non in due come adesso. Tra le quattro grandi città chiamate al voto a Milano alle 22 aveva votato il 52,3% degli aventi diritto (contro l'82,3% nel 2001), a Roma 47% (era il 79,4%), a Torino il 47% (82,6%), a Napoli il 44,7% (68,2%).
I dati di affluenza per le singole province siciliane:
Agrigento 249.509 votanti su 470.916 aventi diritto, pari al 52,98%
Caltanissetta 138.418 votanti su 279.667 aventi diritto, pari al 49,49%
Catania 584.916 votanti su 942.416 aventi diritto, pari al 62,07%
Enna 97.490 votanti su 195.579 aventi diritto, pari al 49,85%
Messina 363.053 votanti su 590.116 aventi diritto, pari al 61,52%
Palermo 673.206 votanti su 1.090.469 aventi diritto, pari al 61,74%
Ragusa 161.470 votanti su 256.576 aventi diritto, pari al 62,93%
Siracusa 203.823 votanti su 356.828 aventi diritto, pari al 57,12%
Trapani 229.648 votanti su 383.522 aventi diritto, pari al 59,88%.
Sicilia: Totò Cuffaro al santuario dei miracoli
di Gian Antonio Stella (Corriere.it, 27 maggio 2006)
«Deh, benedici, o Madre / al grido della fe'...». Certo d'aver in tasca la vittoria sulla Giovanna d'Arco della sinistra, Totò Cuffaro si rivolge direttamente alla Madonna. E invece che invocare l'apparizione di Silvio Berlusconi («Gli ho detto: hai già tanti pensieri, qui ce la faccio da solo») affronta una milionata di curve e tornanti per salire su per le Madonie fino alla chiesa di Maria Santissima dei Miracoli di Collesano. Dove, mentre gli altri candidati sparsi per l'Italia diventano pazzi a sfruttare gli ultimi scampoli della campagna elettorale, si inginocchia al primo banco per restarsene placidamente compunto per due ore e passa.
Tempo speso bene, assicura: per l'anima. Speso benissimo, dicono i suoi avversari: il borgo è in festa, la banda l'ha accolto suonando la marcetta «The King» («Il Re? Si sono sbagliati: per me era giusto "The Popular"»), il sindaco si è messo la fascia tricolore, il parroco don Pino si è quasi genuflesso dicendo al suo cospetto «ci sentiamo piccoli piccoli» e tutte le pecorelle elettrici della contrada sono in chiesa a pensare: però, che brav'uomo «'u presidenti», con tutte le cose che ha da fare viene qui a pregare devoto con noi. E quanti baci! Tutto il paese bacia, Totò: guancia destra e sinistra, destra e sinistra. Se ogni due baci arriva un voto, è fatta. Commosso, indica ai cronisti un gran crocefisso appeso al soffitto della Chiesa Madre al centro d'un possente e decoratissimo trionfo ligneo: «È una macchinazione. Pezzo unico. Non è una meraviglia?». Le macchinazioni, di solito, le denuncia. Ma come può non essere di buon umore? «Vinco io. Sicuro». E se dal voto disgiunto per la presidenza, al di là di quello ai partiti, arrivasse una sorpresa? «Scherziamo? Pure sul disgiunto vinco io». Anzi, aggiunge gommoso, complimenti a Rita: «Una signora. A modo. Perbene. Abbiamo fatto una campagna civilissima. Ci siamo confrontati sul modo di governare. Sui valori. Non sul resto». E concede che sì, certo, «ha detto che ho incontrato qualche persona sbagliata, ma se io vedo tremila persone al giorno può capitare che ne veda una di troppo, no?».
Un centinaio di chilometri più in là, Rita Borsellino è a Messina ad accogliere 1.200 ragazzi: «Studenti fuori sede. Vivono qua e là per l'Italia, si son dati appuntamento via internet, si sono autofinanziati, hanno preso un treno per tornare tutti insieme a votare». Ci crede, nel miracolo: «Sono ancora più convinta ed entusiasta di quando sono partita». Lo ripete al pomeriggio nell'incontro con Prodi. Quanto agli omaggi di Cuffaro, dice che no, non ha il dubbio di essere stata troppo signora: «A parte il fatto che io "sono" una signora, non è vero che non l'ho attaccato. Certo, non grido, non mi agito e non dico le parolacce, ma quello che dovevo dirgli gliel'ho detto. Dice che se lo condanneranno per favoreggiamento della mafia si dimetterà? Insisto: al di là degli aspetti giudiziari, per me i suoi comportamenti andavano politicamente sanzionati sul piano etico. Poi lo so che va a dire in giro che io sono bravissima e che sulla legalità ho insegnato molto anche a lui. Ma certo non ha imparato molto». Una cosa l'ha ferita, confida, in questi mesi: esser stata presa in giro quando raccontò che qualche elettore, «secondo l'andazzo che c'è in Sicilia», le ha chiesto soldi in cambio del voto: «Cuffaro dice che a lui non è mai successo. Mai? Come fa a negare una cosa così? Continuano a raccogliere, lui e i suoi, tutti i giorni, curriculum di gente che chiede questo e quello. Come fa a negarlo? Dico: almeno ammettilo! Almeno dillo onestamente: "Il mio sistema è questo". Non può negare l'evidenza. Non lo posso accettare». Sicura che non succeda lo stesso tra certi suoi compagni di strada? «Questo è un sistema molto radicato, purtroppo, qui in Sicilia. Posso dire che noi abbiamo cercato di starci attenti...».
Alla larga dai sondaggi. Dopo le sorprese delle Politiche non ne trovi uno, in Sicilia, che se ne fidi fino a sbilanciarsi. Su un punto sono d'accordo tutti: il vantaggio netto che i partiti della Casa delle libertà hanno confermato di avere anche ad aprile potrebbe andare in pezzi solo se si realizzassero due cose. Un trionfo personale, ben oltre le preferenze ai partiti, della sorella del giudice ammazzato dalla mafia e un parallelo successo del terzo incomodo di queste elezioni, Nello Musumeci. L'ex nazional-alleato che, dopo esser stato il più votato del partito nell'isola e aver contribuito nella primavera scorsa alla vittoria di Catania che spezzò l'irresistibile rincorsa della sinistra rianimando la destra bastonata alle regionali, è uscito da An sbattendo la porta. E accusando il partito di aver cambiato pelle cedendo alla tentazione dei vecchi sistemi clientelari.
Rotto il cartello sperimentato alle comunali di Messina con Raffaele Lombardo («Parla di autonomia di giorno e la notte intriga per mettersi d'accordo») e messi insieme un po' di candidati di destra e di centro «schifati dal cuffarismo», Musumeci accusa le televisioni, le radio e i giornali di averlo censurato impedendogli «di giocare alla pari». Nonostante tutto, però, è convinto di riuscire a superare con la sua Alleanza Siciliana la barriera del 5% e di portare all'Ars almeno quattro deputati «così da diventare l'ago della bilancia». Totò Cuffaro e Rita Borsellino, per lui, sono «due facce della stessa medaglia. Perché lei è certamente una persona integra ma mette la sua faccia per conto di una sinistra consociativa che in Sicilia ha già fallito». Quanto a Cuffaro, non gliene parlate: «È convinto che ogni uomo abbia un cartellino col prezzo e ha mandato emissari anche ai miei candidati. Dico: i miei candidati!». Se i giochi siano già fatti come assicura Totò «Vasa Vasa» o se siano tutti aperti come dice la sua avversaria, si vedrà. «Se vince la Borsellino il mio e altri giornali stranieri faranno probabilmente il titolo "In Sicilia vince chi combatte la mafia"», ha chiesto provocatoriamente un giornalista tedesco a Romano Prodi, «Se vince Cuffaro dovremmo titolare "Ha rivinto la mafia"?». Per carità, gli ha risposto il capo del governo, «è tutto molto più complesso». Rita, la pulzella palermitana, annuiva: in Sicilia è davvero tutto più complesso.