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D'accordo che la mafia fa schifo...

Alla convention dell'Udc a Palermo, tanta stima, affetto e fiducia per il discusso Totò Cuffaro

29 novembre 2005

Sui fianchi degli autobus che viaggiano per le vie di Palermo e delle altre città siciliane, capeggia, grossa e semplice, una scritta a caratteri cubitali: ''LA MAFIA FA SCHIFO''.
Diretta, decisa e senza che sia possibile altra interpretazione, tale scritta la ritroviamo anche in enormi cartelloni, nei bordi delle principali vie di Sicilia. E' lo slogan pensato da Totò Cuffaro per iniziare la propria campagna elettorale. Per la poltrona di governatore, infatti, possibile candidata potrebbe essere Rita Borsellino, che non solo ha il nome che ha, ma da decenni dimostra il suo impegno contro la cattiva cultura mafiosa in maniera indiscutibile. Cuffaro cosciente d'avere addosso un'imputazione per favoreggiamento a Cosa nostra, cosciente che lo ''strumento'' dell'antimafia è un viatico di prima scelta, e cosciente che, comunque, ancora nessuno lo ha condannato, ha pensato di giocarsi questa carta, e dal posto più alto della Regione Siciliana, ha detto: ''LA MAFIA FA SCHIFO''.
A parte i mafiosi, tutti possono essere d'accordo con il messaggio, molto meno sono quelli d'accordo con Cuffaro, ma questo non significa che l'attuale governatore non abbia persone pronti ad appoggiarlo alle prossime elezioni regionali. Anzi!

''Io spero che sia Cuffaro il candidato alla corsa per la presidenza della Regione siciliana. Se non fosse lui, comunque, abbiamo l'imbarazzo della scelta''.
A dire ciò è stato il ministro dello Sviluppo e della Coesione, Gianfranco Miccichè, a margine di un convegno organizzato dalla Confindustria siciliana a Taormina. Interpellato sull'eventualità che Stefania Prestigiacomo diventi il candidato per la presidenza alla Regione Sicilia, Miccichè ha replicato: ''Voi giornalisti ve ne inventate una a giorno''.
Un nome ottimo, invece, quello della Prestigiacomo per Totò Cuffaro: ''Per la corsa alla presidenza della Regione siciliana Stefania Prestigiacomo sarebbe un ottimo candidato. Io comunque ho ricevuto garanzie che sarò io il candidato''. Ma ha precisato comunque che ''se la coalizione dovesse scegliere un altro candidato alla corsa per la presidenza della Regione Sicilia, io farei un passo indietro''.

Affetto e fiducia che a Cuffaro non ha ricevuto solo dal ministro Micciché, suo conterraneo. Infatti le parole che si sono sentite ieri alla convention dell'Udc a Palermo, hanno addirittura commosso Totò Cuffaro fino alle lacrime.
Commozione esplosa quando il nuovo segretario del suo partito, Lorenzo Cesa, lo ha rincuorato dal palco della convention: ''La mafia fa schifo ma fa schifo anche Santoro che è venuto in Sicilia non per accusare la mafia ma per fare il santone e accusare Cuffaro. È vergognoso per lui e la sinistra''.
Parole pesanti rivolte all'ex europarlamentare e giornalista Rai, accompagnate da lodi e dichiarazioni di stima per il presidente uscente della Regione siciliana, candidato in forse alla rielezione, e sotto inchiesta per favoreggiamento a Cosa nostra.
''Caro Totò, sei grande e ti vogliamo bene'', ha detto Cesa in vero stile ''vasa vasa''. ''Sei grande per il segretario nazionale, per il presidente nazionale, lo sei per tutti, dal primo all'ultimo iscritto dell'Udc. Sei una persona perbene che ha detto parole chiare contro la mafia''.
Insomma, tutto il partito è schierato ''con Totò'', e tutto il partito, particolarmente in Sicilia, sono parecchie persone.

A portare sostegno a Cuffaro è stato anche Pier Ferdinando Casini che, subito dopo le ovazioni a Cesa e a Cuffaro, è ricorso a una battuta: ''Sono geloso di chi ha parlato prima di me, ha fatto il pieno di applausi. Meno male che sto rientrando altrimenti non troverò più niente...''.
A Palermo il presidente della Camera ha parlato di mafia: ''Occorre un atto di chiarezza. È evidente che dal momento che Cosa Nostra tenta di introdursi nei gangli decisionali è destinata a colpire chi governa. I partiti devono combatterla insieme perché è un tumore che aggredisce alternativamente tutte le forze politiche perché altrimenti non è possibile sconfiggerla''.
E all'Udc Casini ha chiesto ''un supplemento di attenzione. Gli uomini possono sbagliare, ma noi siamo eredi di una tradizione di servitori dello Stato che sono stati vittime della mafia''.

Insomma, tanto miele per Cuffaro, che scosso e soddisfatto si è lasciato andare a qualche considerazione in più: ''Non riusciranno a non farmi parlare con la gente, anche a costo di abbracciarne uno di troppo perché se devo scegliere di non abbracciare nessuno o abbracciarne uno di troppo, scelgo di abbracciare tutti. Sulla mia vicenda personale ho versato lacrime e ho provato dolore ma non offrirò a nessuno la mia dignità. Non ho bisogno di codici etici, se sarò condannato, non è che non mi ricandiderò, ma mi ritirerò dalla politica''.

Michele Santoro, informato delle parole di fuoco che Cesa ha avuto nei suoi confronti, ha commentato: ''Peggio per loro due: Cuffaro si è accusato da solo, è lui che ha ammesso di avere chiesto i voti a Siino. Personalmente un fatto che ritengo insormontabile come una montagna sia sotto il profilo morale che politico. Inoltre è stato o no il suo pupillo Miceli a incontrare il boss Guttadauro? Sono fatti. È di questo che deve rispondere in primo luogo all'opinione pubblica. Sul tono usato da Cesa, beh ciascuno risponde per sé''.
Ricordiamo che nei giorni scorsi Santoro aveva presentato il film-inchiesta ''La mafia è bianca'' a Palermo e per l'occasione aveva affermato: ''L'Udc siciliano è la base di quello nazionale, se è inquinato quello, vuol dire che il partito di Casini è lì che ha la sua forza''.

F.M.

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29 novembre 2005
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