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Da ieri è pienamente in vigore la riforma delle pensioni

Da quest'anno per gli uomini serviranno 66 anni e 3 mesi, per le donne 62 e 3 mesi

02 gennaio 2013

Con il primo dell'anno è scattato un provvedimento che segnerà profondamente la vita degli italiani. La riforma della previdenza è entrata pienamente in vigore, dato che comincia a dispiegare concretamente i suoi effetti. Da ieri, infatti, si va in pensione con un'età maggiore: gli uomini a 66 anni e 3 mesi, le donne a 62 anni e 3 mesi.
Si è passati al sistema contributivo puro, spariscono le pensioni di anzianità e le cosiddette "finestre". Insomma: parte la nuova previdenza.

Lo ha ricordato il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua. "L'età pensionabile è agganciata all'aspettativa di vita - ha detto Mastrapasqua ai microfoni del programma radiofonico "Start" su RadioRai1- perché per fortuna si vive di più, quindi si lavorerà di più e si percepirà una pensione per più tempo".

"La riforma è cominciata vent'anni fa con Amato, poi con Dini e tutti i governi che si sono susseguiti. Di fatto la riforma Monti-Fornero, chiude un ciclo di transizione molto lungo", ha aggiunto Mastrapasqua.
A chi gli chiedeva se il sistema sarà sostenibile dalle singole persone ha poi risposto: "Serve la «seconda gamba» della pensione complementare, che in Europa è molto diffusa ma che in Italia stenta ancora a decollare. Su questo tutti (Inps, assicurazioni e banche) devono lavorare". Mastrapasqua ha anche ricordato un dato "allarmante": nel Vecchio Continente, ha sottolineato, "la media di coloro che hanno la pensione complementare è di circa il 91%, in Italia è il 23%. Un differenziale troppo ampio sul quale bisogna riflettere per capire quali sono gli errori che sono stati fatti".

Il presidente dell’Inps si è poi soffermato sul tema degli abusi in materia previdenziale: "Stiamo scoprendo praticamente tutti e nel 2013 completeremo il monitoraggio dei cittadini che percepiscono in maniera illegittima la pensione di un parente ormai deceduto". Mastrapasqua ha commentato così i risultati dell'indagine «post mortem» avviata dall'Istituto in collaborazione con le forze dell'ordine. "La maggior parte delle persone scoperte - ha aggiunto, ricordando che nel 2012 sono state denunciate 615 persone - ha già aderito al piano di rateizzazione, perché pretendiamo la restituzione di quanto versato". [Informazioni tratte da ANSA, Corriere.it]

- LA RIFORMA DELLE PENSIONI

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02 gennaio 2013
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