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Da Lampedusa a Mineo

Centinaia i migranti portati al Residence degli Aranci. Altro che solidarietà! "Una colossale presa in giro. Un perfido inganno ai danni della Sicilia"

24 marzo 2011

Così come arrivano le onde del mare, dalle coste del nordafrica fino alle nostre coste siciliane, arrivano sensa sosta ondate di immigrati maghrebini. Questa mattina, poco prima delle otto, sull'isola di Lampedusa si è registrato un nuovo sbarco. Un barcone con a bordo un centinaio di extracomunitari è arrivato al porto soccorso dalla Guardia costiera.
Dalla mezzanotte di ieri gli sbarchi sono stati a raffica: più di 400 i migranti arrivati a bordo di sei barconi. Con gli ultimissimi nuovi arrivi di oggi salgono complessivamente a 800 gli stranieri approdati nelle ultime 24 ore. Fra loro ci sono 280 minorenni che sono stati sistemati in una struttura.

Da ieri sono in corso, in maniera più massiccia, le operazioni di decongestionamento dell'isola, con ponte aerei e l'intervento della nave militare "San Marco" che ieri sera ha lasciato Lampedusa per Augusta dove oggi approderà con 600 persone a bordo destinate al 'Villaggio della solidarietà' di Mineo (CT).

La decisione di trasferire a Mineo seicento tunisini tra i quali, secondo il ministro degli Interni Roberto Maroni, ci sarebbero delinquenti e criminali, ha provocato la dura reazione del sindaco del paese Giuseppe Castania che non ha mancato di criticare l'atteggiamento del governo definendo "perfido" il metodo utilizzato per trasferire nel suo comune gli extracomunitari che da settimane si trovano a Lampedusa. Il criterio di trasferimento quindi non è quello che era stato preannunciato e cioè donne, bambini e richiedenti asilo. A bordo della San Marco sono saliti soltanto dieci bambini e nove donne.
Per affrontare l'emergenza oggi il direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, Gianni De Gennaro, riferirà al Copasir sulla situazione legata al pericolo di infiltrazioni terroristiche tra i migranti.

IL VILLAGGIO DELLA SOLIDARIETA': "UNA COLOSSALE PRESA IN GIRO" - Li hanno portati via sui mezzi anfibi che solitamente i marò utilizzano per sbarcare su spiagge ostili. Cinquanta alla volta, scortati da forze dell'ordine e soldati, dopo un'attesa di sei ore su una banchina del molo perché nessuno aveva comunicato al comandante di nave San Marco dove avrebbe dovuto portarli. Mentre l'ennesima carretta di disperati approdava al porto, tra gli applausi di coloro che erano già arrivati. Hanno lasciato così Lampedusa i primi 550 degli oltre 5mila migranti nordafricani che da giorni assediano l'isola, trasformata ormai in un quartiere di Tunisi.
L'arrivo della unità anfibia della Marina Militare è stato salutato come un evento dagli abitanti, che dalle prime ore del mattino erano già piazzati sugli scogli a scrutare l'orizzonte. Ma non certo perché l'arrivo della nave significa che l'emergenza è finita: sull'isola, nonostante i circa 1.200 partiti ieri con la San Marco e con gli aerei, ci sono ancora quattromila migranti e 230 minori in "condizioni inaccettabili" dice Save The Children. Piuttosto perchè dopo giorni di niente, almeno qualcosa comincia a muoversi: "Era ora, altre 48 ore così e saremmo dovuti scappare noi" commentavano i pescatori che dalle loro barche osservavano la San Marco affacciarsi davanti al porto alle otto di mattina.
Le operazioni di imbarco, però, sono iniziate soltanto alle 14: sei ore servite, sostengono più fonti ufficiali a Lampedusa, per decidere dove mandare i migranti, visto che né da Roma né da Palermo era arrivata alcuna indicazione. E infatti il comandante del San Marco ha aperto il portellone della nave solo quando gli è stato comunicato ufficialmente che, una volta imbarcati gli extracomunitari, avrebbe dovuto fare rotta per il porto di Augusta (SR). A quel punto le operazioni si sono svolte senza intoppi e sono andate avanti fino a sera, con gli immigrati in partenza che hanno raggiunto la banchina cantando e facendo con le mani il segno di vittoria. "Finalmente ce ne andiamo" dicevano molti di loro.

Vengono portati, almeno questi primi 498, al 'Villaggio della solidarietà' di Mineo, dove il Viminale aveva però deciso di trasferire i richiedenti asilo provenienti dai Cara di tutta Italia. E invece i migranti sbarcati a Lampedusa "sono clandestini, non rifugiati o profughi", come ha sostenuto anche ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni che domani riproverà ad andare in Tunisia dopo il fallito tentativo di ieri, per cercare di trovare un accordo che argini le partenze.
Clandestini, dunque, nei confronti dei quali "si applicheranno le procedure previste dalla Bossi-Fini, ossia l'identificazione e il trattenimento nei Cie per procedere poi al rimpatrio, come avviene con tutti i clandestini". Anche per il ministro della Difesa Ignazio La Russa si tratta di "clandestini, che vanno identificati ed espulsi". A sua volta, nell'informativa alla Camera il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano ha detto che sulla nave "sono state imbarcate donne, minori e richiedenti asilo".
"Non mi risulta che ci sia nemmeno una persona che abbia avanzato domanda d'asilo tra gli immigrati imbarcati sulla San Marco", gli ha risposto il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania, che ha parlato di una "colossale presa in giro e di un perfido inganno ai danni della Sicilia" da parte del governo. Anche secondo l'Unhcr, in questo momento, "a Lampedusa non vengono formalizzate le domande d'asilo". E visto il sovraffollamento del Centro e le condizioni in cui si trovano i migranti, "è diventato anche difficile fare la sola informativa sulle procedure" per avviare la richiesta. Senza contare che dall'inizio degli sbarchi, quelli che poi hanno fatto domando sono una "esigua minoranza".
Per Lampedusa, che siano clandestini o rifugiati, è una questione politica che fa poca differenza: l'importante è che siano partiti. Assieme agli altri 670 che con il ponte aereo sono stati trasferiti nei Cie di Bari, Foggia e Crotone. Una piccola, piccolissima boccata d'ossigeno. L'isola resta comunque un grande accampamento a cielo aperto: con le tende realizzate dagli immigrati con teli e cartoni di fortuna che spuntano sugli scogli e sulle spiagge, i fuochi accesi la sera per cucinarsi qualcosa lungo le strade e sulla banchina del molo, le grotte, i garage aperti e ogni spazio coperto occupato dagli extracomunitari per evitare di passare la notte al freddo.

Intanto, dieci tra sindaci e amministratori di altrettanti centri del Calatino, in provincia di Catania, stanno protestando davanti al "villaggio di solidarietà" contro il trasferimento nella struttura dei 498 immigrati provenienti da Lampedusa. Sono presenti tra gli altri i sindaci di Scordia, Raddusa, Ramacca, Caltagirone, Licodia, Castel di Iudica, Grammichele.
Gli immigrati sbarcati stamane dalla San Marco sono giunti poco prima delle 13, su quattro pullman, scortati dalle forze dell'ordine. Al loro arrivo, sindaci e amministratori della zona hanno tentato, creando un cordone davanti alla struttura di non fare entrare gli autobus, ma dopo qualche minuto di tensione le forze dell'ordine hanno fatto entrare i mezzi. Poco dopo le 13 nella struttura hanno fatto ingresso altri quattro pullman di immigrati, che sono entrati senza alcun problema scortati dalle Forze dell'ordine. Altri cinque pullman hanno varcato i cancelli della struttura intorno alle 14.
"Questa - ha detto il sindaco di Caltagirone, Francesco Pignataro - è una grande farsa che noi respingiamo al mittente. Questa non è una riserva indiana, presto diventerà un lager. Nella riserva indiana c'era un equilibrio ecosistemico ma qui queste persone non sanno come trascorrere la giornata. Il ministro Maroni continua a sostenere che questa è una iniziativa sperimentale che l'Europa ci dovrà copiare ma io credo che l'Europa abbia poco da copiare: non bisogna essere esperti per immaginare che qui 2000-3000 persone non faranno altro che amplificare le loro difficoltà e le loro contraddizioni".

"Il patto per la sicurezza a questo punto è carta straccia. Ci sentiamo ingannati - dice il sindaco di Mineo, Giuseppe Castania - e non abbiamo nessuna intenzione di firmare alcun protocollo se prima oggi il prefetto Caruso (commissario per l'emergenza immigrazione, ndr) non viene qui ad informare i sindaci su quello che vuole fare a proposito di questo non progetto". "Dalle informazioni che abbiamo - dice  - sappiamo che ci sono pochissime donne, pochissimi bambini e poi ci sono circa 600 clandestini, perchè in questo momento a Lampedusa non c'è né il tempo, né la serenità, né il modo per avviare le procedure per la richiesta d'asilo. E a meno che non l'abbiano fatto stanotte durante la traversata, questi sono tutti clandestini". "Questa è la dimostrazione - ha proseguito il sindaco di Mineo - di come questo progetto sia iniziato male e stia procedendo peggio. Questo è un non progetto; era follia mettere 2.000 persone tutti insieme qui, ma la doppia follia è pensare ora di mettere insieme migliaia di richiedenti asilo e migliaia di clandestini". "E' una presa in giro, un inganno da parte di chi sta decidendo sulla nostra testa. Fino ad oggi i sindaci hanno avuto un atteggiamento di responsabilità, civiltà e democrazia, ora basta. Siamo qui a protestare, ma nei prossimi giorni verremo con le nostre popolazioni perchè non possiamo assolutamente condividere questa doppia follia che si sta consumando ai danni del nostro territorio. Quello che continuiamo a dire al governo in questo momento è: fermatevi e tornate a discutere con il territorio, con i sindaci, come in concreto si possa fare un progetto davvero sostenibile", ribadisce Castania, che ha annunciato per domenica, alle 10, davanti al Centro della solidarietà, un manifestazione di protesta, "in cui verranno tutte le nostre comunità". "Non può essere Mineo o Lampedusa - ha aggiunto Castania - l'unica risposta alla 'questione immigrati'. Speriamo che alla manifestazione vengano migliaia di persone".

"UN CONSIGLIO DEI MINISTRI STRAORDINARIO SULL'IMMIGRAZIONE" - Il presidente della Regione Raffaele Lombardo chiede che venga convocato un consiglio dei ministri straordinario che affronti l'argomento immigrazione. Ieri, in una conferenza stampa a palazzo d'Orleans, con l'assessore regionale al Territorio Gianmaria Sparma, il governatore ha usato toni duri contro il governo Berlusconi in relazione alla gestione del flusso di migranti su Lampedusa e sull'utilizzo del villaggio di Mineo per ospitare immigrati lamentando anche scarsa attenzione per l'economia e il lavoro dell'isola considerata la decisione di chiudere l'aeroporto trapanese di Birgi per ragioni di operatività dell'areonautica militare.
Lombardo ha detto di ritenere "poco chiaro" il piano di distribuzione degli immigrati presentato dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e attende di vederlo applicato con "cinquemila migranti che rimarranno in Sicilia" ma "diecimila che andranno in Lombardia". "Stiamo facendo la nostra parte - ha detto Lombardo - ma vorrei che tutti facessero la propria".
L'assessore Sparma ha detto che per il periodo pasquale le perdite economiche a Lampedusa sono di circa 5 milioni di euro, secondo i calcoli di Federalberghi, mentre per l'estate i danni potrebbero essere di 50-60 milioni di euro. "Senza calcolare - ha spiegato Sparma - le spese per il recupero e la pulizia dell'isola dopo il passaggio di migliaia di persone".

Il presidente delle Regione ha parlato della situazione critica che stanno vivendo le Pelagie. "Lampedusa è conquistata dalla Tunisia. I tunisini sono seimila e per giunta tutti dai 20 ai 30 anni a fronte di una popolazione di cinquemila persone di cui gli uomini attivi sono duemila e che certamente non pensano di andare in mare a pescare considerata l 'emergenza che vivono le loro famiglie. Inoltre hanno perso la stagione turistica pasquale. C'è un'emergenza igienico-sanitaria in atto".
"Il governo regionale si trasferisce a Lampedusa. Apriamo un ufficio nel Municipio. Il primo ad andare sarà l'assessore al Territorio Gianmaria Sparma che tra l'altro è lampedusano. Vogliamo essere fisicamente accanto ai cittadini delle Pelagie fino alla risoluzione dei problemi. Saremo lì - ha proseguito il governatore - finche il problema non si risolve. Bisogna mettere a presidio dell'isola navi, non importa se civili o miliatri, che accolgano i migranti e li portino subito altrove. Biosgna anche organizzare un ponte aereo per portare via i tunisini dall'isola. Lampedusa va restituita alla vita. Ha perso al stagione turistica pasquale e il rischio è che perda anche quella estiva".
Lombardo ha annunciato che anche l'assessore regionale alla Sanità andrà a Lampedusa e che lì si farà una giunta di governo. "Anche io - ha aggiunto - andrò sull'isola".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica/Palermo.it, Ansa, Lasiciliaweb.it]

 

 

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24 marzo 2011
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