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Da Lampedusa i primi rimpatri coatti

A Cassibile (SR) violenta rissa tra gli immigrati timorosi di un immediato rimpatrio

31 dicembre 2008

Una violenta rissa, forse inscenata per propiziare un tentativo di fuga, è scoppiata nella tarda serata di ieri tra gli immigrati ospitati nel Centro di permamenza teporanea di Cassibile, nei pressi di Siracusa. Le forze dell'ordine hanno faticato non poco per riportare la calma e nel corso delle fasi più concitate dell'intervento due poliziotti sono stati trattenuti da alcuni immigrati. La rissa si è conclusa con l'arresto di 20 nordafricani. Sei immigrati sono rimasti feriti. Il più grave di questi è stato ricoverato nell'ospedale di Noto per una frattura del bacino.
I tafferugli nel Cpt sono scoppiati nella serata di martedì, quando i clandestini hanno cercato di fuggire temendo un imminente rimpatrio. E la situazione si è fatta subito incandescente: mentre i genieri dell'Esercito, che presidiano la struttura, circondavano l'immobile, quattro immigrati sarebbero riusciti comunque a scappare. E a quel punto altri clandestini avrebbero preso in ostaggio due poliziotti: una circostanza che, se confermata, potrebbe portare alla contestazione del reato di sequestro di persona nei confronti di alcuni degli arrestati.

Padre Arcangelo Rigazzi, presidente dell'associazione "Alma Mater" che gestisce i servizi di assistenza agli ospiti del centro, ha spiegato che nei giorni scorsi solo ad alcuni dei 252 clandestini presenti era stato notificato il decreto di espulsione, che obbliga gli extracomunitari a lasciare il territorio dello Stato e che, di fatto, consente loro di andar via dai Cpt e far perdere le tracce. Diversi altri, ai quali la misura non era stata comunicata, temevano dunque il rimpatrio coatto e hanno dato origine agli incidenti tentando la fuga.

Intanto da Lampedusa, sempre martedì sera, come promesso dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è decollato il primo charter per il rimpatrio diretto degli immigrati con a bordo 44 clandestini egiziani e diretto al Cairo. A bordo del velivolo, oltre ai 44 egiziani, vi sono altri immigrati di diversa nazionalità che verranno portati nel centro di permanenza di Pian del Lago (Caltanissetta). Il charter farà infatti scalo a Catania e da lì ripartirà per l'Egitto. Maroni aveva spiegato che "chi sbarca a Lampedusa sarà rimpatriato entro pochi giorni direttamente da Lampedusa, senza essere trasferito in altri centri italiani" (LEGGI).  L'operazione è stata possibile grazie a un accordo bilaterale tra Italia e Egitto, che ha già consentito di rimpatriare diverse centinaia di clandestini.
Soddisfatto il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, secondo il quale "quello dato dal Governo è un forte segnale per le organizzazioni malavitose che sfruttano il fenomeno dell'immigrazione clandestina. Deve essere chiaro che, d'ora in poi, dopo l'identificazione da parte della polizia, i migranti irregolari verranno rimpatriati. Finalmente Lampedusa potrà forse così tornare ad essere nota come meta turistica".

Le cifre degli arrivi nel 2008 - Secondo gli ultimi dati del Viminale, gli extracomunitari giunti quest'anno sulle coste italiane sono stati 36.900, circa il 75% in più rispetto al 2007, quando erano stati 20.500. Anche quest'anno la stragrande maggioranza dei clandestini è approdata a Lampedusa (circa 31.000 sul totale), il cui centro di accoglienza è arrivato praticamente al collasso dopo gli ultimi sbarchi. Proprio per questo proseguono i trasferimenti di immigrati dall'isola ad altri centri: martedì è stata la volta di oltre 200 immigrati smistati altrove. A Lampedusa ne restano un migliaio. Oggi, ultimo giorni del 2008, il questore di Agrigento Girolamo Di Fazio farà un resoconto dell'attività svolta sul fronte dell'emergenza clandestini: il capo della polizia, Antonio Manganelli, sarà collegato in videoconferenza con il centro d'accoglienza di Lampedusa.

Il vero nocciolo del problema resta comunque la Libia, da cui partono quasi tutte le imbarcazioni che che raggiungono le coste italiane. Lunedì, proprio sull'atteggiamento da tenere con la Libia si era sviluppata l'ennesima polemica tra il ministro Roberto Maroni e il suo collega della Difesa, Ignazio La Russa, il primo sostenitore della "linea dura", l'altro della "mediazione" (LEGGI). Martedì, proprio da Tripoli, è giunta la notizia che la Libia è "preoccupata" per l'immigrazione clandestina, un fenomeno che non ha i mezzi logistici per arginare. E' questo, infatti, quanto emerso dalla riunione tecnica sull'immigrazione svoltasi lunedì a Tripoli, organizzata dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, alla presenza del ministro libico per gli Affari europei Ramadan Bark, di una delegazione italiana ed una maltese, del rappresentante della Ue a Tunisi e di un membro di Frontex, l'agenzia europea per la gestione delle frontiere. Trecento milioni di euro: questa la somma che ha nuovamente chiesto la Libia all'Unione europea per poter realmente controllare le frontiere desertiche a sud del paese. A questo riguardo sono state avanzate dal ministro Bark lamentele nei confronti dell'Ue che non avrebbe ancora dato i fondi previsti nel Memorandum d'Intesa fra la Ue e la Libia firmato a luglio 2007 dal Commissario Ferrero Waldner.

[Informazioni tratte da AGI, Tgcom, Corriere.it]

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31 dicembre 2008
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