Da Letojanni alla sentenza Ruby
E pensare che tutto ebbe inizio, all’insaputa di tutti, in un piccolo paese balneare del Messinese...
L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è stato condannato a sette anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'ex premier è stato riconosciuto colpevole per il reato di concussione per costrizione e per il reato di prostituzione minorile.
Ciò che è successo ieri tra Milano e Roma, vogliamo raccontarlo partendo dalla Sicilia, e più precisamente da Letojanni, piccolo paese balneare del Messinese. Perché, in un certo qual modo, tutto ha avuto inizio proprio da qui... Infatti, da oltre dieci anni a Letojanni vive la famiglia di Karima El Mahroug, ed è da questo piccolo paesino che Karima è “scappata” diventando Ruby Rubacuori.
A Letojanni il clima che si registra è quello dell’indifferenza assoluta. Indifferenza respirata da sempre, prima e dopo la sentenza arrivata dal Palazzo di giustizia di Milano. La gente in spiaggia cerca riparo dal caldo con un bagno in mare, colore azzurro, ma il vento induce alla cautela. Come nei commenti sulla battigia: "Ruby? Non mi interessa", è la reazione più gettonata.
Mentre i bagnanti si dividono sulla condanna: "Sentenza politica", commenta un anziano; "No, giustizia è fatta", replica un vicino di ombrellone. Sulla stessa linea gli abitanti di Letojanni che tengono però a sottolineare come la famiglia proveniente dal Marocco sia "bene inserita nel contesto sociale": i tre figli, due maschi di 10 e sei anni e una femmina di nove, "vanno a scuola"; la madre, Zhara Yazhini, 46 anni, casalinga, "si vede pochissimo in giro"; mentre il padre, Mohamed El Mahroug, 59 anni, venditore ambulante, "non dà problemi, se lasciato in pace".
I legami tra Ruby e la sua famiglia non si sono interrotti. Lei ha mantenuto radici in Sicilia. C'è chi racconta di una casa comprata nella vicina Giardini Naxos. A Letojanni qualcuno dice di averla vista il 6 giugno scorso, in concomitanza con un suo impegno al Palazzo di giustizia di Messina. Si sente spesso con la mamma, alla quale, si sussurra in paese, pare abbia dato più volte dei soldi per pagare l'affitto di casa e per altre spese. Avrebbe contatti meno frequenti col padre col quale ha un rapporto conflittuale. Magari in misura minore rispetto a quello che l'uomo, a sua volta, ha con i giornalisti: non li sopporta.
Da quando il suo nome e quello della figlia sono finiti sui media è sempre in tensione con la stampa. Non viene meno al suo comportamento standard neppure oggi: "Io non so niente, non ho nessuna colpa: lasciatemi in pace. Sto male e sto andando in ospedale". Ma non è vero, perché appena finisce di smontare il banchetto con quale sul lungomare di Letojanni lavora come venditore ambulante torna a casa, in auto. Non prima, però, di avere impugnato un tubo in metallo e di averlo mostrato al giornalista: "non ho nulla da dire, vai via e lasciami in pace...", urla imprecando contro la stampa.
Ed è stata proprio la figura di Mohammed El Mahroug come padre autoritario che Ruby ha utilizzato più volte per impietosire chi aveva davanti, fossero amici degli amici, prostitute appena conosciute, gente che tentava di aiutarla o il "Papi" presidente, adesso nei guai per aver fatto ciò che un presidente del Consiglio non dovrebbe mai fare: mentire e diventare soggetto ricattabile a causa delle sue "passioni".
I giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano, alla fine, lo hanno condannato principalmente per l’atto di concussione che l'ex premier ha commesso, telefonadno alla questura di Milano e raccontando la surreale storia della nipote di Mubarak.
Una condanna pesante: sette anni di carcere (uno in più rispetto a quanto richiesto dall’accusa, ndr) e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Certo, Berlusconi è stato anche riconosciuto colpevole per il reato di prostituzione minorile, ma è stata quella telefonata ad aggravare la situazione.
"Ero veramente convinto che mi assolvessero perché nei fatti non c'era davvero nessuna possibilità di condannarmi. E invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista né sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese".
Così Berlusconi ha commentato la sentenza della sua condanna. "Non è soltanto una pagina di malagiustizia - ha attaccato il Cavaliere - è un'offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese. Ma io, ancora una volta, intendo resistere a questa persecuzione perché sono assolutamente innocente e non voglio in nessun modo abbandonare la mia battaglia per fare dell'Italia un Paese davvero libero e giusto".
Il verdetto pronunciato dai giudici di Milano ha inevitabilmente scosso la politica. Nettissima la presa di posizione del vicepresidente del Consiglio e segretario del Pdl Angelino Alfano che ha parlato di "una sentenza contraria al comune senso di giustizia" ed ha espresso al Cavaliere "la più profonda amarezza e l'immenso dolore di tutto il Popolo della libertà" invitandolo a "tenere duro".
Un secco "non commento le sentenze", è arrivato invece dal ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, mentre molti esponenti del governo hanno rassicurato sulla tenuta dell'esecutivo. "Questo governo - ha affermato il ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo - è voluto proprio da Silvio Berlusconi e se questo governo c'è è perché ha voluto che il centrodestra fosse alleato con una parte del centrosinistra nell'interesse dell'Italia, in un momento di emergenza per l'Italia".
Toni aspri sono arrivati dai parlamentari del Pdl. Di "una sentenza da Tribunale Speciale che mette in evidenza l'esistenza di un'operazione in corso a Milano volta non solo a criminalizzare Berlusconi ma anche, se possibile, a buttare per aria il quadro politico esistente", ha parlato Fabrizio Cicchitto. Mentre "allibito dalle modalità del giudizio e dalla abnorme sentenza dei giudici di Milano" si è detto Maurizio Gasparri per il quale "a colpi di sentenza si vorrebbe demolire un nemico. Ma noi non potremo di certo subire inerti un tale tentativo di massacro". Durissimo il presidente dei deputati del Pdl, Renato Brunetta: "Quello contro il presidente del Popolo della libertà, Silvio Berlusconi, è un atto eversivo dei principi di legalità e del buon senso, sproporzionato e inaccettabile, messo in piedi da una parte della magistratura, ormai apertamente e sfacciatamente politicizzata".
E se il Pd in una nota fa sapere di "prendere atto della sentenza" e "come sempre, esprime rispetto per le decisioni, di qualunque segno siano, che la magistratura prende nella propria autonomia", Ettore Rosato, esponente dell'Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd alla Camera ha replicato agli attacchi: "Fabrizio Cicchitto dica se il Pdl vuole far saltare il quadro politico e minare il governo Letta ma non chiami in causa la sentenza Ruby. Gli ricordiamo che in Italia esiste la divisione dei poteri e che la magistratura è indipendenza. Il suo richiamo ai tribunali speciali è gravissimo, del tutto inopportuno ed eversivo".
Pur ribadendo che "il nostro avversario debba essere sconfitto con la politica", a chiedere un passo indietro di Berlusconi è Nichi Vendola. "Questa sentenza - ha affermato - è un carico di ombre veramente pesante, non c'è un posto al mondo in cui si può rimanere leader nella politica con un ombra così pesante. Per questo Berlusconi farebbe bene a liberare il campo".
Mentre il Movimento 5 Stelle ripropone la questione dell'ineleggibilità. "In uno Stato di diritto, le sentenze vanno rispettate e applicate. Berlusconi, ne tragga le dovute conseguenze e risparmi al Paese inutili 'barricate'", ha chiesto il capogruppo al Senato Nicola Morra. "Confermiamo - ha aggiunto - che il Movimento 5 Stelle al di là delle sentenze odierne e recenti, porrà il tema della sua ineleggibilità dal prossimo 9 luglio nella Giunta per le elezioni del Senato. Il Pd non offra salvacondotti".
Intanto a Letojanni, il clima che si respira è quello dell’indifferenza assoluta... Il mare è meraviglioso e prendere il sole in spiaggia, accarezzati dalla brezza, per un momento fa dimenticare tutti i mali del mondo...
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica.it]