Da Plaza de Mayo a Palermo
Ieri a Palazzo Steri il lamento delle ''madres'' per i figli desaparecidos
Ieri pomeriggio, nella Sala delle capriate di Palazzo Steri le "madres di Plaza de Mayo" hanno incontrato Palermo.
Per le madres erano presenti Hebe Bonafini - presidentessa dell'Associazione - e la sua compagna di tante battaglie Juana Pargament.
A Hebe Bonafini hanno rapito due figli, una nuora e, l'anno scorso, per far sì che smettesse di andare in giro per il mondo a denunciare le atrocità del regime argentino, hanno torturato sua figlia.
Il 24 di marzo del 1976 in Argentina le Forze Armate con al comando Massera per la Marina, Agosti per l'aeronautica e Videla per l'esercito - quest'ultimo sarà poi il Presidente di fatto - rovesciano il governo di Isabelita Perón.
Con il pretesto di effettuare il Processo di Riorganizzazione Nazionale viene così instaurato quello che passerà alla storia come il Terrorismo di Stato.
Dichiarato lo stato di assedio, vengono abrogati tutti i diritti costituzionali, si sospendono le attività politiche e di associazione, viene vietata ogni libera attività ai sindacati ed agli organi di stampa. Vengono infine sequestrati gli attivisti politici e i sindacalisti.
Si applica la tortura come forma sistematica per ottenere informazioni, confessioni e soprattutto, con l'obiettivo di paralizzare i gruppi di opposizione; si applica il metodo della sparizione di massa per creare paura e terrore.
Si creano così i centri clandestini di detenzione per imprigionare i detenuti "illegali" e si realizza anche un perverso sistema di appropriazione dei neonati delle detenute in stato di gravidanza. I bambini vengono così venduti o "adottati" dalle famiglie dei soldati fedeli al nuovo regime.
Si tirano le somme e i risultati mettono paura: in poco tempo spariscono 30.000 persone, più di 500 figli vengono tolti alle loro madri, migliaia sono tratti in arresto. Circa 2 milioni di argentini sono costretti all'esilio.
A metà del 1977 vengono effettuati i primi atti di denuncia. Nasce l'organizzazione delle Madres de Plaza de Mayo, gli esiliati partecipano a fori internazionali per denunciare i crimini al mondo intero.
"Ormai - dice Hebe Bonafini - abbiamo superato il dolore individuale per diventare madri di tutti i diseredati della Terra. Siamo diventate madri di ogni sofferenza, di ogni tortura, ovunque nel mondo si presentino".
Sabato scorso a Bari si sono strette in un abbraccio simbolico, a dispetto di ogni divisione politica o di ogni fondamentalismo, con le madri curde, arabe e israeliane.
Hebe, che nella sua vita ha visto proprio di tutto, è riuscita a sfuggire quasi per miracolo alla condanna della pena di morte e, insieme alle altre madri, ha concesso l'indulto ai militari torturatori.
Da questi, che ora svolgono ruoli di primo piano, ha rifiutato ogni forma di risarcimento economico: "la vita dei nostri figli non ha prezzo" dice.
Le due madri presenti ieri a Palermo hanno chiesto di poter incontrare Rita Borsellino e il movimento antimafia.
Sono informate anche sulla crisi Fiat che sta interessando da qualche mese l'Italia e soprattutto la nostra Isola. Per dare coraggio raccontano l'esperienza di una fabbrica di ceramiche che il governo argentino voleva vendere agli stranieri: gli operai, dopo avere occupato la fabbrica si sono sostituiti ai loro tutori ed hanno cominciato un programma di rilancio.
Il messaggio che vogliono dare è quello di lottare ma non con le armi o con la resa psicologica.
"I nostri figli - affermano - ci dicevano che per continuare a lottare dobbiamo godere la vita. Se non si gode la musica, il teatro, il sole, l'alba, l'amore, tutto diventa freddo e triste".
Ora le due madri, insieme ad altre madri sparse per il mondo, pensano al futuro dei giovani e quello che vogliono è l'apertura di nuove scuole e centri di vita dove si possano avviare i ragazzi allo studio del diritto internazionale e alla fratellanza.
Oggi le madres saranno a Firenze dove ritireranno un attestato di benemerenza da parte dell'Amministrazione Comunale.