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Da Roma nessun ''cessate il fuoco''

La diplomazia internazionale, riunita ieri nella Capitale, non è riuscita a fermare la guerra tra israele e Libano

27 luglio 2006

Un vertice dal quale ci si aspettava tanto per trovare una soluzione diplomatica alla crisi mediorientale, ma che purtroppo è iniziato sotto i peggiori auspici, dopo l'uccisione da parte dell'esercito israeliano di quattro osservatori delle Nazioni Unite di stanza a Beirut: un episodio per il quale il governo israeliano si è detto dispiaciuto ma che ha creato una forte frizione con il segretario dell'Onu, Kofi Annan.
Al vertice sono stati presenti il segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice, il primo ministro libanese Fuad Siniora e i ministri degli Esteri e delegati di Canada, Giordania, Egitto, Russia, Francia, Cipro, Arabia Saudita, Gran Bretagna, Spagna, Turchia, Germania e Grecia. Inoltre, seduti al tavolo anche il presidente della Banca mondiale Paul Wolfowitz, l'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Javier Solana, il ministro degli Esteri e presidente di turno dell'Ue, Erkki Tuomioja e il commissario per le relazioni esterne dell'Ue Benita Ferrero Waldner. Come osservatore ha partecipato anche la Santa Sede.

La conferenza è stata aperta dal premier italiano Romano Prodi (il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha invece inviato un messaggio ai partecipanti al vertice parlando dell'attuale crisi mediorientale come di un ''banco di prova per Europa e Stati Uniti'') che ha sottolineato come questa sia un'occasione storica per un vero e risolutivo piano di pace e che si è detto favorevole alla proposta dell'Onu di una forza multinazionale di pace. ''Sono convinto - ha anche detto il presidente del consiglio chiedendo l'istituzione immediata di corridoi umanitari per portare aiuti agli sfollati - che nei lavori di oggi il nostro pensiero andrà innanzitutto alle popolazioni civili che soffrono per questa fiammata di violenza. Assicurare un adeguato sostegno umanitario alle popolazioni colpite è il nostro primo, immediato dovere''. A questo proposito il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema, ha sottolineato l'esigenza di ''una sospensione almeno temporanea delle ostilità''. Con però l'obiettivo di creare ''le condizioni politiche per giungere ad un cessate il fuoco stabile e duraturo''.
Una necessità evidenziata anche dal segretario generale dell'Onu, Kofi Annan: ''Chiedo a Hezbollah di cessare Coondoleezza Rice e Kofi Annanil lancio di missili contro la popolazione civile israeliana e chiedo a Israele di porre fine ai bombardamenti e alle operazioni terrestri''. Per Annan è altresì importante che vi sia anche un'assunzione di responsabilità economica , oltre che politica, della comunità internazionale: ''Il Libano - ha detto - va ricostruito ancora una volta''. E a proposito di un intervento militare esterno Annan ha parlato di ''ruolo vitale'' di una forza internazionale che potrebbe essere inviata nel territorio libanese.

E sono stati sostanzialmente due i temi affrontati ieri: il coordinamento delle iniziative umanitarie a sostegno della popolazione e dei circa 500 mila sfollati; e la soluzione politica alla crisi, il vero nodo da risolvere e sul quale non è detto che si riesca ad individuare una linea condivisa. Un'intesa potrebbe essere raggiunta su un primo passo da compiere, un cessate il fuoco bilaterale che sia preludio all'avvio dei negoziati. Questa è ad esempio la posizione espressa da una mozione presentata dalla delegazione francese. In mattinata il leader di Hezbollah, Nasrallah, ha fatto sapere che la sua organizzazione non è disposta ad accettare alcuna condizione umiliante e di essere pronta, al contrario, ad intensificare l'offensiva militare sulle città israeliane.

Alla fine però, dalle stanze della Farnesina gli osservatori internazionali non sono riusciti a concretizzare nessun accordo su un appello per un  immediato cessate il fuoco, solo l'impegno a lavorare ''con la massima urgenza'' per una tregua.
La speranza riposta sulla Conferenza internazionale sul Libano di Roma è stata quindi elusa, come purtroppo era prevedibile. Nessuna svolta nel drammatico conflitto che insanguina il Paese dei cedri.
I ministri degli Esteri di 15 Paesi e i vertici di Onu, Ue e Banca mondiale hanno espresso la loro ''determinazione a lavorare immediatamente per raggiungere con la massima urgenza un cessate il fuoco che metta fine alle attuali ostilità'', che sia ''durevole, permanente e sostenibile''.

La dichiarazione finale di sette paragrafi non ha raccolto gli appelli accorati del segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, e del premier libanese, Fuad Siniora, per un immediato cessate il fuoco in un conflitto che ha già fatto più di 400 morti.
Gli Usa si sono opposti perché, come ha spiegato il Segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ci vuole una cessazione delle ostilità ''sostenibile'' che non sia un semplice "ritorno allo 'status quo ante'": ''Questa è una regione che ha avuto troppi cessate il fuoco violati'', ha osservato la Rice. Ma per il capo della diplomazia Usa si è trovata una strada per avanzare nel richiamo alla risoluzione 1559, che chiede il disarmo delle milizie, compresi gli Hezbollah, e il pieno controllo dell'esercito libanese su tutto il territorio.
Il leader libanese Fuad SinioraIn buona sostanza, il segretario di Stato americano è riuscita a far prevalere la propria linea e a convincere europei e Paesi arabi a rinunciare, almeno per il momento, a chiedere che la guerra si fermi subito. ''Abbiamo bisogno di un piano che possa creare le condizioni in cui una tregua possa reggere'', ha sottolineato la signora Rice nella conferenza stampa che ha concluso i lavori del vertice.
Il leader libanese Siniora aveva presentato alla Conferenza un piano in sette punti che prevede un immediato cessate il fuoco, uno scambio di prigionieri tra Israele e Hezbollah sotto gli auspici della Croce Rossa Internazionale e il rafforzamento, sul piano numerico, degli armamenti e del mandato, della missione dell'Unifil schierata nel sud del Libano. La linea libanese ha trovato il sostegno della Francia, il cui ministro degli Esteri, Philippe Douste-Blazy, alla fine era piuttosto deluso e ha espresso rammarico per il mancato appello a un cessate il fuoco immediato: ''Non c'è stato accordo e abbiamo convenuto di lavorare con la massima urgenza per una cessazione delle ostilità. Avremmo preferito la parola 'immediato' anziché 'urgente' nel testo''. Ma, a quanto è dato di sapere, la Rice si è opposta con il ragionamento sulle ''troppe tregue già fallite'' di cui sopra.

Secondo il ministro della Giustizia israeliano, Haim Ramon, il fallimento diplomatico per un immediato ''cessate il fuoco'', è stato come ottenere ''l'autorizzazione a continuare'' le operazioni militari nel Libano del sud. ''Ieri a Roma - ha precisato Ramon stamane alla radio militare israeliana - abbiamo di fatto ottenuto l'autorizzazione a continuare le nostre operazioni fino a quando Hezbollah non sia più presente nel sud del Libano e sia disarmato''.

Intanto in Medioriente è una nuova giornata di guerra

Una nuova giornata di guerra. Israele ha lanciato un pesante bombardamento aereo e d'artiglieria nel sud del soldato israelianoLibano, dopo che nove soldati israeliani sono stati uccisi nelle 24 ore più gravi per quanto riguarda il bilancio delle vittime israeliane nel conflitto con Hezbollah.
Israele accusa la Siria, che confina ad est col Libano, di fornire Hezbollah di armamenti. Altri aerei israeliani hanno colpito obiettivi all'interno e nei pressi di diversi villaggi e città nel sud sciita, e batterie d'artiglieria hanno aperto il fuoco dal lato israeliano del confine.
Nel nord di Israele diversi razzi sono stati lanciati da Hezbollah, ma non ci sono state vittime, secondo quanto hanno riferito i servizi di emergenza israeliani.
Tensione tra Israele e Onu - Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu non è riuscito a trovare un accordo su una risoluzione di condanna per l'attacco aereo israeliano in cui quattro osservatori sono stati uccisi nel sud del Libano, dopo che gli Stati Uniti hanno impedito l'uso di espressioni piuttosto critiche nei confronti di Israele. Israele si è scusata per l'incidente di martedì ma si è scandalizzata per l'idea suggerita da Annan che l'attacco fosse deliberato. L'Onu ha riferito di aver chiesto ad Israele una decina di volte di fermare il bombardamento della postazione degli osservatori nelle ore che hanno preceduto l'uccisione dei quattro.

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27 luglio 2006
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