Dai dati Istat: l'esportazione del vino nostrano deve aspettare tempi migliori
Registrato un calo nel primo trimestre del 2003
Una battuta d'arresto si segnala per i vini Doc-Docg le cui consegne sono diminuite del 3%, a fronte però di un incremento degli incassi del 2%. Anche per frizzanti e spumanti gli incassi sono risultati superiori allo stesso periodo del 2002, mentre in termini di volumi il risultato dei due segmenti mostra segni opposti: i primi hanno registrato un incremento del 9%, mentre i secondi hanno subito una riduzione dell'8%. Determinante per la flessione dell'export italiano è stata la minore richiesta della Germania.
Nei primi tre mesi del 2003, infatti, il vino venduto presso il mercato tedesco ha raggiunto un livello di 930 mila ettolitri, ben il 21% in meno rispetto all'analogo periodo 2002, con una perdita di cassa del 7%. Quasi dimezzate anche le consegne in Franca, tradizionale meta di vini sfusi italiani. In netta progressione, invece, la domanda statunitense, cresciuta del 17% in volume e del 20% in valore. Gli Stati Uniti, con 185 milioni di euro, guidano così la classifica dei principali Paesi clienti dell'Italia per valore delle esportazioni, mentre risultano secondi solo alla Germania per volumi. Sul versante passivo della bilancia commerciale, d'altronde, si segnala un netto incremento delle importazioni.
Rispetto al primo trimestre del 2002, infatti, gli approvvigionamenti all'estero sono saliti a 350 mila ettolitri (+19%), per una spesa complessiva pari a 37 milioni di euro (+31%). Della maggior domanda italiana ha beneficiato la Spagna che, in questo primo periodo del 2003, risulta il principale Paese fornitore in quantità: da gennaio a marzo gli operatori di casa nostra hanno acquistato 190 mila ettolitri di vino iberico, di cui 180 mila rappresentato da vino sfuso.
Complessivamente, così, nel periodo gennaio-marzo 2003, su base annua, il saldo della bilancia commerciale dei vini italiani, quantunque sempre positivo, perde il 20% in termini di volumi (dai 3,2 milioni di ettolitri del 2002 ai 2,5 del 2003) ma cresce del 4% in valore (dai 527 milioni di euro del 2002 ai 546 del 2003).
Fonte: Ansa Agroalimentare