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Dal 10 gennaio proibito fumare in tutti i locali. Da dopo domani niente sigarette sui treni

Sono oltre 70.000 ristoranti e 130.000 bar in Italia che dovranno adeguarsi alla nuova normativa entro gennaio

10 dicembre 2004

Conto alla rovescia per il divieto di fumo nei locali pubblici: a un mese esatto dall'entrata in vigore della legge (10 gennaio 2005) gli oltre 70.000 ristoranti e i 130.000 bar della penisola hanno già deciso se adeguarsi ai nuovi requisiti tecnici previsti dalla legge e quindi differenziare e ventilare in modo idoneo spazi per fumatori e zone riservate a chi non ha il vizio, oppure vietare del tutto le sigarette nei propri locali.
Intanto per la tutela della salute dei non fumatori continua la battaglia del ministro Girolamo Sirchia
che già da ieri ha annunciato il divieto assoluto di fumo, in anticipo rispetto alla scadenza della nuova legge, sui circa 8 mila treni che percorrono la penisola. Il divieto quindi sarà applicato su tutti i convogli (finora vigeva solo su Intercity ed Eurostar).

L'annuncio è arrivato dalla viva voce dello stesso ministro della Salute che è salito sul treno Roma-Palermo per rivolgere un appello ai viaggiatori: ''non fumate''. ''Sono Girolamo Sirchia, ministro della Salute - dice al microfono interno del treno con affianco Roberto Testore, amministratore delegato di Trenitalia - e voglio informarvi che dal 12 dicembre su tutta la flotta Trenitalia non sarà più consentito fumare. Condivido questa iniziativa di Trenitalia, che ha l'obiettivo di tutelare la salute dei viaggiatori, di quelli che non fumano e di quelli che fumano e del personale di bordo delle ferrovie''. ''Conto sulla vostra collaborazione - conclude il Ministro - perché questa iniziativa abbia successo. Ricordiamoci sempre che il fumo è un contaminante molto pericoloso per la nostra salute''.
Un breve applauso è arriva da alcuni viaggiatori. ''Ha ragione - spiega una signora diretta a Reggio Calabria, venuta a Roma per salutare la famiglia prima delle feste - ma sarebbe ora che lo stato non vendesse più le sigarette''. Di diverso parere invece una coppia, che scenderà alla stessa fermata: ''non sono una fumatrice - spiega lei, 60 anni, con accanto il marito ex fumatore - ma penso che avrebbero potuto lasciare qualche carrozza a chi proprio non ce la fa a smettere''.

L'iter legislativo della nuova legge è comunque quasi completo: ad oggi mancano solo una circolare esplicativa, interpretativa e attuativa, del ministero della Salute e un decreto sulle sanzioni su chi potrà comminarle. Saranno poi le Regioni italiane a dotarsi di strumenti legislativi e di strategie per l'attuazione della legge e per la promozione di campagne di informazione sugli obiettivi della legge stessa.

Il percorso legislativo. L'attenzione alla salute dei non fumatori è entrata a più riprese nella legislazione italiana. Gradualmente negli scorsi decenni, una serie di norme e di leggi hanno posto le condizioni e accresciuto la sensibilità, anche istituzionale, che ha portato all'approvazione della legge n. 3 del 2003 che è stata pubblicata in gazzetta il 29 dicembre dello scorso anno. C'è stato dunque un anno di tempo per attuare gli adeguamenti tecnici e strutturali dei locali.

Esercizi pubblici. Solo gli esercizi che avranno la possibilità di suddividere la superficie in due locali separati potranno destinare una sala ai fumatori. Nel caso contrario, il divieto sarà totale. I locali dedicati ai fumatori dovranno inoltre rispettare diverse caratteristiche. Dovranno essere obbligatoriamente chiusi da pareti a tutta altezza e da una porta con chiusura automatica. Dovrà essere presente un impianto di ventilazione e ricambio dell'aria che rispetti i requisiti richiesti. La superficie da destinarsi ai fumatori dovrà essere inferiore al 50% della superficie totale del locale e non dovrà costituire passaggio obbligato per i non fumatori. Esternamente dovranno essere apposti appositi cartelli che rechino la scritta luminosa ''area per fumatori''. Nel caso in cui l'impianto di ventilazione sia guasto, anche nella sala per fumatori vigerà il divieto di fumo. A tal proposito saranno presenti nella stanza cartelli che lo indichino.

Luoghi di lavoro. Il datore di lavoro non ha l'obbligo di creare o destinare un locale ai fumatori, ma se lo fa, deve rispettare gli stessi requisiti previsti per le sale fumatori negli esercizi pubblici. Quindi, oltre alla necessità della presenza di impianti di ventilazione (i criteri sono gli stessi che valgono per i locali pubblici e sono previsti dal D.P.C.M. del 23/12/03) le sale per fumatori dovranno essere chiuse da pareti sui quattro lati, essere dotate di porta con chiusura automatica ecc. Di conseguenza, anche per quanto riguarda i datori di lavoro numerose saranno le decisioni di vietare completamente il fumo senza la creazione di locali fumatori.

Esperienze simili all'estero. Sono state attuate solo in altri due paesi dell'Unione: l'Irlanda e il Belgio. In Irlanda l'iniziativa Smoke-free at work è entrata in vigore il 29 marzo 2004, portando il divieto di fumo in tutti i locali chiusi, pub e ristoranti. A pochi mesi dall'attuazione della norma, l'atmosfera nei locali irlandesi è decisamente migliorata: nei posti chiusi non fuma più nessuno. Secondo il ministero per la salute irlandese, sono oltre 7 mila i cittadini irlandesi che hanno smesso di fumare negli ultimi mesi, in gran parte grazie al divieto. Un dato rilevante è quello che riguarda l'esperienza californiana, dove il divieto di fumare è stato introdotto nel 1995 nei ristoranti e nel 1998 nei bar. Secondo dati provenienti da diverse agenzie californiane, i guadagni dei locali pubblici non sono affatto diminuiti e anzi sono in continuo aumento. Da indagini eseguite sui clienti, l'assenza di fumo gioca un ruolo a favore della frequentazione dei luoghi pubblici.

Alcuni dati sui fumatori italiani. Nel nostro paese sono da 10 a 15 milioni, in prevalenza maschi. Anche se rispetto ad alcuni decenni fa, il fenomeno è complessivamente in diminuzione, il fumo rimane in crescita nel sesso femminile e tra i giovani. Alcune indagini condotte nelle scuole secondarie superiori indicano che la percentuale dei fumatori arriverebbe anche al 35 per cento tra gli adolescenti.  

- Testo della guida alla legge che proibisce il fumo nei locali pubblici

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10 dicembre 2004
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