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Dal 16 settembre partono le "ricette elettroniche"...

Protestano i pediatri siciliani: "Senza il riconoscimento del contributo economico i pediatri pronti a disobbedire"

09 settembre 2013

A partire da lunedì prossimo (16 settembre) i siciliani dovranno dire addio alla ricetta del medico di famiglia. A sostituire la carta ci sarà il computer. I medici di base, i cui pc saranno collegati in rete con le farmacie, quindi, dovranno adeguarsi ai tempi con la prescrizione elettronica, pena una decurtazione dello stipendio. La Regione intende così perseguire sprechi e irregolarità su false esenzioni, prescrizioni e allo stesso tenere sotto controllo in tempo reale spesa sanitaria. Per il paziente non cambia nulla. Alcune associazioni di categoria si dicono preoccupate per il funzionamento del nuovo sistema nei piccoli centri, dove le connessioni sono spesso insufficienti.

Intanto Fimp Sicilia (Federazione italiana medici pediatri) avverte: "Su ricetta elettronica pediatri pronti a disobbedire". Senza il riconoscimento del contributo economico previsto dal Protocollo d'intesa sulla ricetta elettronica per i pediatri di libera scelta, siglato con la Regione a febbraio, la prescrizione elettronica, al via in Sicilia, rischia una partenza in salita. La denuncia arriva dai pediatri siciliani della Fimp che in una lettera - inviata all'assessore regionale alla Salute, al direttore generale dell'assessorato e ai direttori generali delle Asp siciliane - lamentano il mancato rispetto degli accordi secondo cui, a fronte dell'impegno richiesto per la produzione e la trasmissione dei dati, "l'assessorato della Salute riconosce ai pediatri di libera scelta un modesto contributo economico per il triennio 2013-2015".
Il tutto secondo un preciso e condiviso cronoprogramma. Ruolino di marcia che però - denuncia la Fimp - ha saltato qualche tappa visto che i contributi promessi ai pediatri di famiglia non sono arrivati, ma è stato appena pubblicato il Decreto (n.1523 del 12 agosto 2013) che dal 16 settembre rende obbligatorio l'utilizzo delle ricette in formato elettronico dematerializzato al posto di quelle cartacee. Non solo. Nella loro lettera i pediatri della Fimp Sicilia sottolineano anche che le "fasi propedeutiche di sperimentazione, per testare e validare le procedure di dematerializzazione della ricetta elettronica, sono state condotte in modo inadeguato ed insufficiente, nella metodica, nella tempistica e per rilevanza dei soggetti sperimentatori coinvolti (farmacie e medici), con tutte le criticità che ne potrebbero conseguire".

Ne deriva, afferma Adolfo Porto, segretario regionale della Fimp Sicilia, che, "così come la parte pubblica disconosce gli obblighi e disattende l'applicazione, i pediatri di famiglia disconosceranno e disattenderanno il recente Decreto sulla dematerializzazione della ricetta elettronica".
Ma la battaglia dei pediatri di famiglia non finisce qui. "In atto - spiega Porto - la Regione si serve dei software, delle utenze (collegamento ad Internet) e degli strumenti messi a disposizione dai medici del territorio, in questo caso dai pediatri di famiglia. Per tali motivi la Regione offre un modestissimo contributo per ottenere tali servizi, ma in questo caso la pubblica amministrazione è inadempiente, pertanto potremmo essere costretti a ricorrere ai decreti ingiuntivi".

Si tratta - spiega in una nota la Fimp - di uno strumento di tutela che Fimp Sicilia si appresta ad adottare anche per il mancato riconoscimento dei diritti sindacali e per la mancata attuazione del libretto sanitario pediatrico, istituto contrattuale previsto dall'Accordo regionale del 2011, quale strumento importantissimo non solo di sorveglianza sanitaria dell'età evolutiva e quindi di massima efficienza del sistema, ma anche quale mezzo di comunicazione irrinunciabile tra famiglia, pediatra di famiglia ed altri operatori. "L'aspetto maggiormente negativo e atipico di tutto questo - sottolinea il segretario regionale di Fimp Sicilia - sta nel fatto che è la prima volta nella storia del confronto tra sindacato e assessorato che si deve ricorrere allo strumento dei decreti ingiuntivi e per giunta in successione; il che denuncia una pericolosa deriva della politica verso la mortificazione e la negazione della concertazione per la ricerca delle soluzioni", dice Porto. Per il medico sindacalista "accreditare l'efficienza di una Regione attraverso i decreti, sperando di nascondere l'inefficienza e l'arretratezza tecnologica e negando la considerazione alla controparte, non è segno di responsabilità".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

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09 settembre 2013
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