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Dal 44° a 49° posto...

Libertà di stampa: l'Italia scende di 5 posizioni nella classifica di Reporters sans frontieres

21 ottobre 2009

Qualunque cosa ci vogliano raccontare, o peggio ancora propinare, quelli che dicono che la libertà di stampa (leggi anche espressione e opinione) in Italia è più che garantita, guardando i risultati dell'ultimo rapporto di Reporters sans frontieres si potrebbe dire che "a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina".
Dando per assodato che per Berlusconi e compagnia cantante quelli di Rsf sono dei "comunisti", andiamo a vedere com'è combinata quest'anno la classifica dei Paesi mondiali per quello che rigurda la libertà di stampa, e quale posto si è meritato l'Italia...

Intanto c'è da dire, purtroppo, che la libertà di stampa sembra ancora molto lontana dall'essere un valore universalmente riconosciuto e realizzato, infatti il rapporto di Rsf fornisce ancora una volta un quadro sconfortante, con situazioni che peggiorano in vari Paesi, anche nel democratico occidente e nella vecchia Europa. E' il caso dell'Italia, che scende dal 44° posto dell'anno scorso al 49° (ma nel 2007 era al 35°). [Leggi tutta la parte dedicata all'Italia]
Fra i dati più rilevanti quest'anno l'aumento della libertà di stampa negli Stati Uniti dopo l'insediamento di Barack Obama (dal 40° al 20° posto). Come ogni anno in testa alla classifica ci sono la Danimarca, la Finlandia, l'Irlanda, la Norvegia e la Svezia. Fanalino di coda (su 175 nazioni monitorate) è l'Eritrea. Peggiora la situazione in Iran (73°) e resta preoccupante quella dell'Iraq e dell'Afghanistan, dove i segnali di miglioramento continuano a essere troppo deboli e scarsi. [Leggi la classifica completa]

Ma ad allarmare il presidente di Reporters sans frontieres, Jean-François Julliard, è soprattutto l'Europa. Nel vecchio continente diversi Paesi come Francia (43° posto), Italia (49°), Slovacchia (46°) mostrano un progressivo restringersi degli spazi per la libertà di stampa e perdono progressivamente posizioni. "L'Europa dovrebbe essere d'esempio sul fronte delle libertà pubbliche. Come possiamo denunciare le varie violazioni nel mondo se non siamo irreprensibili noi stessi in prima persona?", ha chiesto Julliard.
Per quello che riguarda l'Italia, che negli anni continua a scivolare indietro, secondo Rsf - si legge sul rapporto- a "giustificare" questo continuo regresso sono "le pressioni esercitate dal Cavaliere ed il suo aspro interventismo, le violenze della mafia nei confronti dei giornalisti, oltre che un progetto di legge che limita drasticamente le intercettazioni da parte della stampa". "Siamo molto preoccupati per la situazione della libertà distampa in Italia", ha commentato Julliard intervistato dall'ANSA. "E' incorso una vera deriva - ha aggiunto - legata innanzitutto al conflitto di interessi del capo del governo. In particolare l'elemento nuovo registrato quest'anno è l'atteggiamentoaggressivo di Silvio Berlusconi nei confronti dei media".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Ansa.it, Reuters.it]

 

 

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21 ottobre 2009
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