Dal golpe alle "carte americane"
Domani si vota per la sua decadenza da senatore, e Berlusconi si gioca il tutto per tutto
Domani si vota per la sua decadenza da senatore. Semmai questa dovesse arrivare, secondo lui, si tratterà di un golpe. Un colpo di Stato! Ebbene, questo è un concetto complesso e delicato, ma chiaro, anzi chiarissimo. Un colpo di Stato consiste in un atto violento, o comunque illegale, posto in essere da un potere dello Stato e diretto a provocare un cambiamento di regime. Esso include l'improvvisa deposizione extragiudiziale di un governo effettuato solitamente da un piccolo gruppo del regime esistente, in genere di militari, per sostituire il governo deposto con un altro corpo, sia esso civile o militare... Ecco, semmai Berlusconi dovesse decadere da senatore, perché la maggior parte del Parlamento vorrà questo, avvalendosi di una legge dello Stato - nella fattispecie la Legge Severino - non sarà stato messo in atto un golpe.
Il Cavaliere, però, sta provando l'ultima, affannosa autodifesa e l’altro ieri, in un'affollata conferenza stampa nella nuova sede di Forza Italia illustra alcune 'carte americane' che secondo lui dovrebbero cambiare la storia del processo Mediaset per cui è stato condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale.
Tali documenti consistono in un'intercettazione e un accertamento del fisco Usa sull'ex socio occulto Frank Agrama. La sintesi è che per molti anni sia Agrama che gli stessi manager del Biscione avrebbero gonfiato, a sua insaputa, i prezzi dei diritti cinetelevisivi. "Contiamo di avere 12 testimonianze - ha spiegato Berlusconi ai giornalisti - di cui più della metà, credo 7, completamente nuove" per avanzare la richiesta di revisione del processo presso la Corte d'appello di Brescia.
Berlusconi è tornato poi a lamentarsi per le "violazioni di ogni principio legale" che hanno permesso "che sia stato fissato per mercoledì il voto in aula" sulla sua decadenza. Quindi ha letto il testo di una lettera-appello rivolta ai senatori del Pd e del M5S. Il contenuto della lettera, con la quale chiede loro di rimandare il voto per la sua decadenza, sembra quanto meno esagerato come l’utilizzo del termine colpo di Stato.
"Noi siamo avversari politici - è l'incipit - ma non deve venire meno il rispetto reciproco. Prima di prendere una decisione valutate attentamente le nuove prove, testimonianze e documenti che sono arrivati dopo la sentenza della Cassazione. Stiamo aspettando altre carte da Hong Kong, dalla Svizzera e dall'Irlanda che smontano completamente la tesi accusatoria costruita nei miei confronti". "Riflettete prima di prendere una decisione così grave - dice ancora la missiva - e non assumetevi una responsabilità che graverebbe per sempre sulla vostra storia personale e sulla vostra coscienza, una responsabilità di cui in futuro dovrete vergognarvi di fronte ai vostri figli e a tutti gli italiani". "Se mi farete decadere vi assumerete una grossa responsabilità: un'immagine negativa sull'Italia a livello internazionale", ha scritto ancora nella lettera. "Valutate attentamente le nuove prove emerse dopo la sentenza che ribaltano completamente la tesi accusatoria che ha condotto alla mia condanna. Lasciate che si esprima la magistratura in Italia ed Europa prima di prendere una decisione che possa essere sconfessata".
Ovviamente, non poteva mancare un nuovo affondo contro la magistratura e, in particolare, contro i giudici di Magistratura Democratica, per il Cavaliere i veri fautori del golpe: "Posso ben dire - ha affermato Berlusconi - che nessun giudice può cambiare sede, ruolo e fare carriera se non c'è un accordo con Magistratura Democratica". Per il Cavaliere, ormai, "la magistratura è un contropotere che va sopra il potere legislativo ed esecutivo". E torna sulla necessità di una riforma della giustizia per garantire una piena democrazia: "La revisione del sistema giudiziario è una necessità per garantire la libertà dei cittadini e la democrazia, che oggi è dimezzata". "Andrò fino in fondo con la revisione del processo e con il ricorso alla corte europea dei diritti dell'uomo: devo uscire da questo attacco per quello che sono, un cittadino esemplare che ha sempre pagato le tasse e ne ha pagate tante dando un contributo positivo ai suoi cittadini e al suo paese".
Dal Parlamento, intanto, è stato confermato il voto sulla decadenza di Berlusconi per domani, mercoledì 27 novembre. Il capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, ha riferito che il presidente del Senato Pietro Grasso ha confermato il voto del senato sulla decadenza.
Per il Pd, o comunque per una parte di esso, l'ex premier ha imboccato una deriva eversiva. "Oramai Berlusconi è andato oltre l'ammissibile: la sua è una deriva eversiva e costituisce un pericolo per le istituzioni", ha commentato Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd, che aggiunge: "Ci rispecchiamo totalmente nelle parole del Capo dello stato, nel suo invito fermo e sicuro sulla necessità del rispetto della legalità da parte di ciascuno cittadino, quale bene supremo per la tenuta del nostro stato di diritto".
Critiche anche da Nuovo Centro Destra. Angelino Alfano ha annunciato che il suo partito non parteciperà domani alla manifestazione di Forza Italia davanti a Palazzo Grazioli contro la decadenza. E Roberto Formigoni, senatore di Ncd, ha criticato le espressioni del Cavaliere che "non sono condivisibili, solo comprensibili alla luce di una giustificata esasperazione di Berlusconi che si sente colpito da profonda ingiustizia e ha tutti i motivi per rivendicare la sua innocenza".
La posizione del Movimento cinque stelle sul voto di domani è stata invece viene chiarita dal senatore Michele Giarrusso: "La situazione è chiarissima - spiega - domani applicheremo la legge per amore del nostro Paese votando per la decadenza. Noi da domani siamo comunque all'opposizione, non votiamo con il Pd ma seguendo le nostre coscienze. Non credo comunque che cambi nulla per il governo. Berlusconi nel governo è l'ultimo arrivato, dopo la sceneggiata che ha fatto in occasione dell'ultimo voto di fiducia". E aggiunge: "Berlusconi che parla di coscienza è surreale, se ne avesse avuta una avrebbe lasciato dopo la sentenza. Ci ha trascinato in una vicenda che ci ha resi gli zimbelli dell'Europa. Nessuno al di fuori dell'Italia capisce come tutto questo sia possibile. Bisogna rispettare le sentenze e le leggi di questo paese. Cosa che questo signore negli ultimi vent'anni non ha fatto".
[Informazioni tratte da ANSA, Repubblica.it, Corriere.it]