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Dal governo degli Stati Uniti d'America non verrà nessuna concessione alla Repubblica islamica dell'Iran

30 gennaio 2007

La Casa Bianca non è disposta a fare nessuna concessione al regime iraniano e ''risponderà con veemenza'' a qualsiasi tentativo di creare il caos e alimentare le violenze. Queste le parole del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, intervenendo direttamente nella guerra delle parole con Teheran.
I fronti sono molti: l'Iraq, dove agenti di Teheran sarebbero al lavoro per garantire aiuti e finanziamenti all'insurrezione armata, il Libano, dove il tentativo è di creare il caos per indebolire il fragile governo di Fuad Siniora, e il Palazzo di Vetro, dove è in discussione una proposta di compromesso sulle ambizioni atomiche del regime.

Le intenzioni di Teheran sono state rilanciate ieri mattina sulla prima pagina del New York Times con un intervista all'ambasciatore di Teheran a Baghdad Hassan Kazemi Qumi. ''È ovvio - ha detto Bush - che se qualcuno cercherà di fare del male ai nostri soldati o di uccidere iracheni innocenti, noi faremo il possibile per impedirlo''. ''Se l'Iran vuole avere un ruolo costruttivo in Iraq - aveva detto in precedenza il portavoce della Casa Bianca, Gordon Johndroe - noi certamente saremo disponibili. Ma non abbiamo visto alcuna indicazione di questa natura finora. Ci sono anzi solo prove del contrario''.
I rapporti tesissimi tra Iran e Stati Uniti hanno subito una nuova scossa dopo il blitz delle forze americane nell'ufficio di rappresentanza consolare di Irbil, nel Kurdistan iracheno, terminato con l'arresto di cinque iraniani sospettati di legami con i Pasdaran e di avere un ruolo nell'insurrezione armata. La settimana scorsa il Pentagono ha inoltre confermato che le forze americane hanno ''licenza di uccidere'' iraniani sospettati di legami con gli estremisti iracheni.

Per il governo di Washington gli iraniani dovranno ''rendere conto'' anche del caos che cercano di portare in Libano, appoggiando la campagna di destabilizzazione di Siria ed Hezbollah. ''Mentre gli amici del Libano cercano di aiutare il governo a costruire un Paese libero, sovrano e prospero - si legge in una nota del presidente Bush diffusa dalla Casa Bianca - l'Iran, la Siria ed Hezbollah sono responsabili dei tentativi di destabilizzazione''.
Fermezza infine alle Nazioni Unite dove la diplomazia americana ha seccamente respinto la proposta del direttore dell'Agenzia Atomica Internazionale, Mohamed El Baradei, per un compromesso nel negoziato sulle ambizioni atomiche iraniane. El Baradei, con l'appoggio della Russia, ha proposto una sospensione simultanea delle attività di arricchimento dell'uranio e delle sanzioni previste dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma il governo americano ha risposto picche: prima la rinuncia alle attività poi si potrà parlare di cancellare le sanzioni.

Il rapporto che intercorre tra Iran e Italia - Secondo il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Mohammad Ali Hosseini, le relazioni tra Iran e Italia, uno dei principali partner economici della Repubblica islamica, rimangono ''buone'' e continuano ''in modo normale'', nonostante il governo italiano abbia sottolineato di voler applicare con fermezza le sanzioni previste dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Hosseini, che due giorni fa parlava nella sua consueta conferenza stampa settimanale, ha così risposto ad un giornalista che gli faceva osservare come il ministro degli Esteri Massimo D'Alema abbia affermato la volontà dell'Italia di applicare ''in modo rigoroso'' le sanzioni previste dalla risoluzione 1737 dell'Onu nei confronti dell'Iran, affermazione fatta da D'Alema il 26 gennaio scorso a Bruxelles, dove ha discusso della situazione iraniana in un incontro bilaterale con il segretario di Stato americano Condoleeza Rice a margine di una riunione dei capi delle diplomazie dei Paesi Nato.
''Le nostre relazioni con i Paesi europei e con l'Italia - ha sottolineato Hosseini - sono buone e appropriate e continuano in modo normale. La risoluzione Onu prevede restrizioni e sanzioni relative alle armi atomiche e ai missili balistici, ciò che non interessa l'Iran. Ogni Paese che sia intenzionato ad avere relazioni e cooperazione con noi, a parte questa risoluzione, può averle, e vi sono Paesi che continuano questa cooperazione''.

La risoluzione 1737, approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu il 23 dicembre di fronte ai ripetuti rifiuti di Teheran di sospendere l'arricchimento dell'uranio, non prevede sanzioni economiche e commerciali, ma il blocco di importazioni di tecnologia nucleare e missilistica in Iran, ciò di cui Teheran dice di non avere comunque bisogno.

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30 gennaio 2007
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