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Dal governo il 100% dei costi per le case d'Abruzzo

I fondi per l'attuazione del ''decreto Abruzzo'' ci sono tutti e nella maggioranza va tutto bene...

14 maggio 2009

Il contributo per la ricostruzione e la riparazione delle case demolite dal terremoto del 6 aprile scorso coprirà per intero le spese necessarie.
Lo stabilisce uno dei nove emendamenti del governo al decreto legge per l'Abruzzo depositati in commissione Ambiente al Senato. "Il contributo di cui alla presente lettera è determinato in ogni caso in modo tale - si legge nel testo - da coprire integralmente le spese occorrenti per la riparazione, la ricostruzione o l'acquisto di un alloggio equivalente".

Lo Stato inoltre potrà subentrare nei mutui delle persone che hanno subito danni dal terremoto, qualora dovessero richiederlo, per un importo massimo di 150.000 euro. Lo stabilisce sempre un emendamento del governo al decreto. "Ferma l'integrale spettanza del contributo diretto o del credito di imposta previsti dal presente articolo, lo Stato, a domanda del soggetto debitore non moroso, subentra - si legge nel testo dell'emendamento depositato alla Commissione Territorio del Senato - per un importo non superiore a 150.000 euro nel debito derivante da finanziamenti preesistenti garantiti da immobili adibiti ad abitazione principale distrutti, con la contestuale cessione alla Fintecna, ovvero alla società controllata e da essa indicata, dei diritti di proprietà sui predetti immobili".

Il dibattito sui fondi - Intanto non si ferma la polemica sulla copertura dei finanziamenti previsti proprio dal governo per far fronte al terremoto. "Non è necessario varare lo scudo fiscale; lo scudo fiscale è una cosa che non è stata chiesta da noi, che è venuta da richieste esterne all'Italia e che valuteremo quando sarà il momento" ha dichiarato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ai giornalisti a Montecitorio, a proposito proprio della possibile copertura delle misure contenute nel decreto sul terremoto in Abruzzo. Per i fondi per l'Abruzzo, "c'è un impegno del Governo, del presidente del Consiglio e quindi dello Stato, ad avere fondi per tutto ciò che serve alla ricostruzione dell’Abruzzo. Abbiamo fatto diversi interventi per ordinanza, un decreto legge per l'Abruzzo, a più riprese ho detto che eravamo disponibili a modificarlo, ad ampliare i fondi, secondo necessità. Siamo riusciti a mettere a disposizione i fondi, che per ora sono sufficienti, senza mettere le mani nelle tasche degli italiani. Ma cosa si vuole di più da un Governo, come velocità di intervento, come completezza, come disponibilità al cambiamento?", ha concluso Berlusconi.

Il presidente del Consiglio ha inoltre voluto fugare immediatamente le voci, diventate insistenti negli ultimi giorni, di uno scontro tra lui e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla copertura del decreto Abruzzo. Per Berlusconi non c'è null'altro che la solita 'disinformazione' dei media. "Mai come in questi ultimi tempi - ha detto Berlusconi, anticipando qualsiasi domanda - ho visto che invece di informare si tende a disinformare". Insomma, per il premier, la notizia di una discussione (che sarebbe arrivata addirittura a far ipotizzare al ministro dell'Economia di dimettersi) è solo una delle tante "storie montate ad arte o per caso" di cui "non se ne può più".
Ovviamente Berlusconi ci tiene a dare un'immagine di compattezza del governo, soprattutto mentre si avvicina la competizione elettorale europea. "Con Giulio Tremonti - ha detto ancora il premier - non ho mai litigato, e anche col precedente Governo le cose successe erano dovute non certamente al presidente del Consiglio. In questo Governo abbiamo sintonia assoluta, uguale visione sul bilancio, e sulle necessarie situazioni di contrasto agli sprechi, alla ricerca di risparmi".

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Apcom]

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14 maggio 2009
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