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Dal 'Nutellagate' (oramai passato) alle nocciole siciliane

La Ferrero interessata alle nocciole di Sicilia chiede alla Regione 5000 ettari da coltivare

22 giugno 2015

Adesso che anche Greenpeace è intervenuta nella vicenda del 'Nutellagate' - innescata dalle dichiarazioni del ministro francese dell'Ecologia Segolene Royal - schierandosi dalla parte della Ferrero, possiamo ben dire che la querelle sulla Nutella (e sul fatto che l’azienda piemontese sarebbe tra le aziende responsabili della deforestazione a causa dell'uso di olio di palma) sia oramai destinata all’assoluta scomparsa.
La Ferrero, ha scritto in un post sul sito di Greenpeace International Suzanne Kroger, coordinatrice della campagna sull'olio di palma, "è in realtà una delle aziende più progressiste sul tema dell'approvvigionamento dell'olio di palma [...] Rispondendo alle richieste dei propri clienti, è stata una delle prime aziende ad annunciare una politica per mettere fine all'uso dell'olio di palma da deforestazione".

Quindi, detto ciò, possiamo adesso porre l’attenzione su di una notizia che riguarda la Ferrero e riguarda i siciliani molto da vicino.
L’azienda di Alba ha deciso di "scommettere" sulle nocciole siciliane e alla Regione ha chiesto di individuare cinquemila nuovi ettari di terra dove impiantare le sue coltivazioni. Nocciole che l'azienda fondata nel 1946 (il secondo stabilimento dolciario più grande d'Europa) acquisterebbe per la sua attività.

L'assessore regionale all' Agricoltura, Nino Caleca, ha già la bozza di convenzione sul tavolo: "La proposta arriva da un colosso, mi riservo di valutarla con attenzione". Nuova linfa per la filiera corilicola dell'Isola, dopo il finanziamento da 25 milioni di euro del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 che ha rimesso in sesto la metà dei noccioleti siciliani.
"L'interesse della casa piemontese premia il percorso di crescita della nostra agricoltura", dice Caleca: "Se la trattativa dovesse chiudersi positivamente, entro quest' anno potrebbe partire il progetto".

Un'opportunità che arriva in un momento in cui la produzione di nocciole nell'Isola è in una fase di espansione. Nel 2014 sono stati prodotti diecimila quintali, venduti quasi esclusivamente sul mercato locale. Fatturato del comparto quattro milioni di euro. Quest'anno, le previsioni sono in crescita. Come il prezzo, che nel 2014 ha segnato un record: 400 euro al quintale, a fronte di una quotazione normale vicina a 150 euro.
L'impennata del valore di mercato, spiegano dall'assessorato all'Agricoltura, deriva dalla contemporanea scarsa produzione della Turchia, grande concorrente dell'Italia, ma anche dalla brutta annata di Campania e Piemonte. E in previsione, i cinquemila ettari con il bollino Ferrero, coltivati con la varietà "Tonda di Giffoni", potrebbero portare, a regime dal 2020, milioni e milioni di euro nelle tasche dei produttori, posti di lavoro e un ritorno di immagine per il marchio Sicilia.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, GdS.it]

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22 giugno 2015
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