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Dal Parlamento Europeo una risoluzione contro le espulsioni collettive verso la Libia o altri Paesi

Aspramente richiamata l'Italia, dopo gli ultimi sbarchi a Lampedusa

16 aprile 2005

Dopo gli ultimi sbarchi a Lampadusa (AG), il Parlamento Europeo con un solo voto di scarto (51 favorevoli e 50 contrari) ha adottato l'altro ieri, 14 aprile, una risoluzione comune dei gruppi Pse, Alde, Verdi/Ale e Gue/Ngl che invita le autorità italiane e tutti gli Stati membri ''ad astenersi dall'effettuare espulsioni collettive di richiedenti asilo e di migranti irregolari verso la Libia o altri paesi'', nonché ad assicurare l'esame individuale delle domande di asilo e il rispetto del principio di non espulsione.
Preoccupati per quanto avvenuto a Lampedusa, i deputati ricordano la necessità di una politica comunitaria sull'immigrazione.

I deputati si dicono preoccupati per le espulsioni collettive di immigranti effettuate dalle autorità italiane tra l'ottobre 2004 e il marzo 2005 da Lampedusa verso la Libia, e notano come l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) abbia denunciato le ultime espulsioni affermando che non fosse chiaro se l'Italia aveva preso le precauzioni necessarie per assicurarsi di non rimandare dei ''veri rifugiati'' in Libia.
Il Parlamento ritiene che queste espulsioni collettive di migranti verso la Libia da parte delle autorità italiane ''costituiscano una violazione del principio di non espulsione e che le autorità italiane siano venute meno ai loro obblighi internazionali omettendo di assicurarsi che la vita delle persone espulse non fosse minacciata nel loro paese di origine''. Inoltre, invita le autorità italiane a garantire all'UNHCR libero accesso al centro rifugiati di Lampedusa e alle persone ivi detenute, ''che potrebbero avere bisogno di una protezione internazionale''.

La Commissione europea è poi invitata a vegliare sul rispetto del diritto d'asilo nell'Unione europea, a far cessare le espulsioni collettive e ''ad esigere che l'Italia e gli altri Stati membri rispettino gli obblighi loro derivanti dal diritto dell'Unione''.
I deputati, inoltre, ricordano la necessità di una politica comunitaria di immigrazione e asilo ''basata sull'apertura di canali di immigrazione legale e sulla definizione di norme comuni di protezione dei diritti fondamentali degli immigrati e dei richiedenti asilo in tutta l'Unione europea''. A tale proposito, ribadiscono profonde riserve per quanto riguarda l'approccio del ''minimo denominatore comune'' del progetto di direttiva del Consiglio sulle procedure di asilo ed invitano gli Stati membri ad assicurare il tempestivo recepimento della direttiva sull'attribuzione della qualifica di rifugiato.
Il Parlamento invita la Commissione a svolgere un dialogo trasparente in materia, rendendo pubblici tra l'altro i risultati della sua missione tecnica in Libia del novembre-dicembre 2004 sull'immigrazione clandestina. D'altra parte, chiede alla Libia ''di permettere l'accesso di osservatori internazionali, di porre fine alle espulsioni e agli arresti arbitrari di migranti, di ratificare la convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e di riconoscere il mandato dell'UNHCR''.
I deputati, infine, nel sollecitare a rendere pubblico ''ogni accordo di riammissione concluso con la Libia'', chiedono l'invio di una delegazione composta da membri delle commissioni competenti al centro rifugiati di Lampedusa e in Libia, ''per poter valutare la portata del problema e verificare la legittimità dell'operato delle autorità italiane e libiche''.

Fonte: AISE - Agenzia Internazionale Stampa Estera

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16 aprile 2005
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