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Dal Rapporto annuale Istat

Le famiglie italiane gravati dai mutui e spaventati dalla ''quarta settimana''

29 maggio 2008

Lo scorso anno l'economia italiana ha mostrato segnali di rallentamento. Sempre più famiglie (quasi il 15%), complice il caro-mutuo, hanno avuto difficoltà ad arrivare a fine mese.
E sono proprio le spese per l'abitazione a costituire una delle voci principali dei bilanci delle famiglie italiane. Nel 2006 il 13% di queste ha sostenuto gli oneri di un mutuo per l'abitazione di proprietà (due anni prima, nel 2004 erano il 12%) e ha pagato una rata (comprensiva degli interessi e della quota di rimborso del capitale) di 559 euro al mese. Nel 2004 la rata media era di 469 euro al mese con un'incidenza sul reddito salita dal 16,5% al 19,2%.
In generale, dunque, nel complesso le spese per l'abitazione di queste famiglie ammontano a 811 euro al mese (da 702 nel 2004, con un'incidenza sul reddito passata dal 24,7% al 27,9%).
Per l'insieme delle famiglie le spese per l'abitazione costituiscono una delle voci principali del bilancio familiare. In media una famiglia spende 315 euro al mese a fronte di un reddito netto di 2.311 euro. Chi è in affitto comunque spende di più: 503 euro contro i 273 euro mensili in media delle famiglie proprietarie di casa.
Più onerose inoltre le spese per chi vive al Nord, e soprattutto nelle aree metropolitane. In rapporto al reddito le spese per abitazione sono relativamente più elevate per i single, sia anziani (21% del reddito), sia giovani con meno di 35 anni (24,1% del reddito).

Morale della ''favola''... o meglio, morale del Rapporto annuale 2007 dell'Istat, presentato ieri alla Camera, una famiglia su tre in Italia, e addirittura quasi una su due al Sud, arriva con difficoltà alla fine del mese. Per il 14,6% delle famiglie, la famosa 'quarta settimana' è davvero un incubo e la supera con "molta difficolta'" ma la quota sale al 21,1% nel Meridione e al 22,6% nelle isole, mentre si ferma all'10,3% al Nord Est.

Ma andiamo a vedere, a grandi linee, questa fotografia dell'Italia che anche quest'anno l'Istituto nazionale di statistica ha scattato...

Il Prodotto Interno Lordo -
Secondo il Rapporto il 2007 è stato per l'Italia l'anno del rallentamento economico ("il Pil l'anno scorso ha registrato una crescita, in termini reali, dell'1,5% in decelerazione rispetto all'anno precedente quando si era attestato a +1,8%"), con un quarto trimestre con il segno negativo anche se poi appare compensato da un primo trimestre del 2008 in rialzo. A fronte di una crescita mondiale che ha viaggiato al ritmo sostenuto del 3,7% del prodotto ai prezzi di mercato e del 4,9% a parità di potere d'acquisto, il Pil in Italia è cresciuto solo del 1,5% dato ancor più negativo rispetto al precedente pari al 1,8% e con un differenziale rispetto alla media europea nell'ordine di un punto percentuale.
La ripresa, dunque, deve necessariamente passare per "interventi energici" su consumi e investimenti, e "interventi urgenti" per sburocratizzare il Paese, per ridurre la pressione fiscale, per alleggerire il peso dei costi della casa, dal mutuo all'affitto, per agire insomma soprattutto in campo sociale, con gli aiuti alle famiglie, con l'assistenza agli anziani, con lo sviluppo dei servizi, ma anche delle infrastrutture che, ormai a livelli di emergenza, sono diventate un tema sociale visto che la loro scarsità limita o impedisce la mobilità. Ma per il futuro intanto c'è solo "prudente ottimismo", fa sapere il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri.

Redditi e famiglie - In sei anni il reddito per abitante degli italiani è crollato del 13% rispetto alla media europea: se nel 2000 era del 4% più alto della media dell'Unione, nel 2006 è crollato a oltre 8 punti sotto la media. In base ai dati forniti dall'Istituto di statistica, il 14,6% delle famiglie italiane arriva "con molta difficoltà alla fine del mese", il 28,4% non riesce a far fronte a una spesa imprevista di circa 600 euro e il 66,1% dichiara di non riuscire a mettere da parte risparmi. Nel Rapporto sono evidenziati anche altri segnali di "disagio" e "deprivazione": la metà dei nuclei ha guadagnato meno di 1.900 euro al mese, il 6,2% ritiene di non potersi permettere un'alimentazione adeguata, il 10,4% un sufficiente riscaldamento per l'abitazione e il 38,7% una settimana di vacanza all'anno.
Eppure, la spesa per i consumi delle famiglie, visto il contesto, è aumentata del 1,4%. Una dinamica favorita, in quest'ultimo anno, da un incremento del reddito in termini reali dell'uno per cento oltre che da una maggiore propensione al consumo. E' rimasta invece moderata l'inflazione media annua, con un'accelerazione però a partire dalla scorsa estate dovuta soprattutto al rialzo dei prodotti delle materie prime. I prezzi al consumo sono cresciuti del 1,8% anche se il tasso di crescita tendenziale nell'ultimo trimestre è salito al 2,4% e ha continuato a crescere fino al dato del 2,6% per l'inflazione acquisita per l'anno in corso, ad aprile 2008.

Mutui - Come detto all'inizio sui bilanci delle famiglie italiane pesano sempre di più le rate per i mutui sulla casa. La spesa in media è di 315 euro al mese pari al 14% del reddito che scende al 8,5% per le famiglie 'ricche' e sale al 31,1% per le famiglie 'povere'. Sono il 18,2% quelle che vivono in affitto, soprattutto nelle grandi città, per una spesa media mensile di 340 euro. Il 13% sopporta gli oneri delle rate per il mutuo che ha consentito di acquistare un'abitazione di proprietà, in genere la prima casa dove si risiede.

Occupazione e inattività - Sul fronte dell'occupazione, la crescita ha riguardato esclusivamente le regioni del Centro-Nord mentre nel Sud il tasso è rimasto stabile. E' salita l'incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati, passata al 6,5% con la quota che si impenna al 8% nell'Italia settentrionale e centrale e scende al 3% nell'Italia meridionale. Quanto alla dinamica salariale, si è attenuata passando per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno dal 3% del 2006 al 2,1% del 2007. E' aumentata invece di 1,2 punti percentuali la pressione fiscale, raggiungendo la media del 43,3%.
Il tasso di attività della popolazione italiana si attesta al 62,5% rispetto al dato europeo del 70,5% con divari ancora molto accentuati tra un Nord al 69,1% e un Sud al 52,5%. Prosegue, però, il calo della disoccupazione secondo un trend che si registra oramai da almeno otto anni. Nel 2007, i senza lavoro sono stati poco più di un milione e mezzo. Ma attenzione: al calo della disoccupazione non si accompagna un parallelo aumento del tasso di occupazione ma un allargamento della inattività, ovvero degli italiani, specie donne, che hanno rinunciato a cercare attivamente un lavoro perché scoraggiati o perché sanno di non trovarlo: nel 2007, sono arrivati a quota 3 milioni.

Imprese - Per quel che riguarda il sistema delle imprese, "l'attuale crisi di produttività dell'economia italiana - si legge nel Rapporto -  imputabile solo in minima parte all'effetto di riallocazione settoriale dell'occupazione. Ad incidere sono soprattutto altri elementi: il fattore lavoro legato alla diffusione di forme di lavoro più flessibili; la crescita dell'intensità dei costi intermedi; la prevalenza di comportamenti di imprese volte a perseguire obiettivi di redditività piuttosto che di produttività".

Immigrazione - L'Italia si conferma meta di stranieri. Gli immigrati nel nostro Paese sono 3,5 milioni (il 5,8% del totale dei residenti), secondo le stime riferite al primo gennaio 2008. Lo evidenzia l'Istat nel Rapporto annuale. Nel 2007 si è assistito ad un loro consistente incremento, grazie ad un saldo migratorio con l'estero stimato in oltre 454 mila unità, il valore più alto finora registrato nel nostro Paese. Record per i rumeni aumentati di 300.000 persone, seguiti da albanesi, marocchini, cinesi e ucraini: un totale che rappresenta il valore più alto finora registrato nel nostro Paese. E sempre nel 2007 è cresciuto "il contributo degli stranieri a fenomeni di devianza", fenomeno da "ascriversi soprattutto alla componente irregolare, molto elavata per reati come furto, rapina, contrabbando". ("Indispensabili e temuti", Guidasicilia.it, 30/04/08)

Sicurezza - Un capitolo a parte è dedicato alla questione sicurezza. Nel rapporto si sottolinea che a fronte del calano dei furti d'auto e in appartamento e degli omicidi, rapine e borseggi non erano mai stati così numerosi da 50 anni a questa parte. Le famiglie italiane, spiega l'Istat, hanno più paura. "Nell'opinione pubblica è diffusa la percezione di un aumento del senso di insicurezza". "Più che dalla gravità dei reati - assicura l'Istituto di statistica - questo dipende dalla loro diffusione e visibilità".

Istantanea sulla Sicilia - Se, in generale, come abbiamo visto le famiglie italiane sono in difficoltà, le famiglie siciliane risultano essere le più povere d'Italia e ben al di sotto della media nazionale, 27.736 euro. Il reddito medio dei nuclei familiari nell'Isola è pari a 20.952 euro, ben 11 mila euro in meno rispetto alla provincia di Bolzano (32.008) che risulta la più ricca, seguita dall'Emilia Romagna, con 31.449 euro.
L'immagine che sintetizza la situazione del Paese continua ad essere quella della disparità Nord-Sud, la diminuzione della disocuppazione cui però fa da contraltare l'aumento degli inattivi, le imprese che si sono ristrutturate e la larga parte che invece non è produttiva. "Si avverte un senso di incertezza ma anche di movimento; un senso di agitazione ma non una direzione definita", sottolinea l'Istat. Di sforzi insomma ce ne sono ma non sempre vengono incanalati nella direzione giusta.

- Il Rapporto annuale Istat 2007 (volume completo in pdf)

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29 maggio 2008
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