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Dall'Ue una maxi multa all'Italia per colpa dei rifiuti

40 mln più altri 42 per ogni semestre di ritardo per inadempienza alla direttive comunitarie sui rifiuti

02 dicembre 2014

La Corte di giustizia dell'Unione europea ha condannato l’Italia a sanzioni pecuniarie per inadempienza alla direttive comunitarie sui rifiuti.
Oltre a una somma forfettaria di 40 milioni di euro, la Corte ha inflitto all’Italia, fino al momento in cui avrà dato piena esecuzione a una sentenza della Corte stessa del 2007, una penalità di 42,8 milioni di euro per ogni semestre di ritardo nell’attuazione delle misure necessarie.

Era il 2007 quando la Corte di giustizia dichiarò che l’Italia era venuta meno, "in modo generale e persistente", agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti stabiliti dalle direttive comunitarie relative ai rifiuti, a quelli pericolosi e alle discariche. Sei anni dopo, nel 2013, la Commissione Ue aveva ritenuto che l’Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per rispettare la sentenza del 2007. In particolare 218 discariche situate in 18 delle 20 regioni italiane non erano conformi alla direttiva, 16 discariche su 218 contenevano rifiuti pericolosi in violazione delle regole europee e l’Italia non aveva dimostrato che 5 siti fossero stati oggetto di riassetto o di chiusura.

Nella causa l'esecutivo di Bruxelles aveva affermato lo scorso anno che, secondo le ultime informazioni, 198 discariche non erano a norma e che, di esse, 14 non rispettavano le indicazioni sui rifiuti pericolosi. Nella sentenza di oggi la Corte ricorda che "la mera chiusura di una discarica o la copertura dei rifiuti con terra e detriti non è sufficiente per adempiere agli obblighi derivanti dalla direttiva 'rifiuti'". Quindi i provvedimenti di chiusura e di messa in sicurezza delle discariche "non sono sufficienti per conformarsi alla direttiva". Inoltre gli Stati membri sono tenuti a verificare se sia necessario bonificare le vecchie discariche abusive e, nel caso, sono tenuti a bonificarle. Il sequestro della discarica e l’avvio di un procedimento penale contro il gestore "non costituiscono misure sufficienti".

"La sentenza della Corte di giustizia Europea sanziona una situazione che risale a sette anni fa. In questo tempo l'Italia si è sostanzialmente messa in regola", ha spiegato il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti. "Siamo passati - ha detto il ministro - da 4.866 discariche abusive contestate a 218 nell'aprile 2013. Una cifra che a oggi si è ulteriormente ridotta a 45 discariche. Con la legge di Stabilità 2014 sono stati stanziati 60 milioni di euro per un programma straordinario che consentirà di bonificare 30 delle 45 discariche rimaste, anche attraverso gli accordi di programma sottoscritti in questi giorni con le regioni Abruzzo, Veneto, Puglia e Sicilia. Le restanti 15 discariche abusive saranno bonificate con un ulteriore impegno di 60 milioni di euro". Galletti ha assicurato che "andremo in Europa con la forza delle cose fatte, lavorando in stretta collaborazione con le istituzioni Ue, per non pagare nemmeno un euro di quella multa figlia di un vecchio e pericoloso modo di gestire i rifiuti con cui vogliamo una volta per tutte chiudere i conti".

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02 dicembre 2014
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