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Dall'Unione europea sanzioni dure contro l'Iran nucleare

Il Consiglio Affari esteri dell'Ue ha approvato sanzioni contro Teheran ben più dure di quelle approvate dall'Onu

27 luglio 2010

Il Consiglio Affari esteri dell'Ue ha approvato ieri un nuovo pacchetto di sanzioni molto dure contro l'Iran, a causa del suo controverso programma nucleare.
I 27 ministri degli affari esteri Ue hanno dato il loro assenso a una serie di misure che vanno oltre quelle approvate dall'Onu e che colpiscono con forza il settore energetico di Teheran, in particolare bloccando il trasferimento di tecnologia per gas e petrolio, ma anche il settore navale, aereo e bancario. Le sanzioni saranno effettive alla loro pubblicazione nella gazzetta ufficiale dell'Ue, che potrebbe avvenire già oggi.
La decisione assunta dal Consiglio Ue "fornisce un pacchetto robusto e comprensivo di misure nelle aree del commercio, dei servizi finanziari, dell'energia, dei trasporti così come ulteriori messe al bando per visti e congelamento di asset, in particolare per le banche iraniane, la Guardia islamica rivoluzionaria e la compagnia marittima della Repubblica iraniana (Irisl)", si legge nel documento di Bruxelles.
Allo stesso tempo, il Consiglio Ue "riafferma l'impegno di lunga data dell'Ue per lavorare a una soluzione diplomatica della questione nucleare iraniana", per cui i ministri dei 27 "sostengono pienamente gli sforzi dell'Alto rappresentante Ue per riprendere le discussioni a questo riguardo".
Per questo il Consiglio "fa appello" all'Iran perché colga questa opportunità per sciogliere i dubbi della comunità internazionale sul suo programma nucleare e trovi un accordo "su una data concreta per riprendere le discussioni con l'Alto rappresentante insieme ai sei paesi" coinvolti che sono Inghilterra, Cina, Russia, Usa, Germania e Francia.

E le sanzioni approvate ieri dal Consiglio dell'Ue sono entrati in vigore stamattina. Il regolamento attuativo che le pone in essere è stato infatti pubblicato stamattina sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Le restrizioni colpiscono il settore energetico, bancario, dei trasporti e una serie di persone fisiche come i Guardiani della rivoluzione e i responsabili degli istituti di credito e fondi di investimento colpiti dai provvedimenti Ue.
Sono dieci le persone fisiche nel mirino delle sanzioni di Bruxelles a cui non saranno concessi visti. Si tratta di sei appartenenti ai Guardiani della rivoluzione islamica e di quattro responsabili di gruppi e fondi di investimento coinvolti nel programma di arricchimento nucleare. Tra i primi, Ali Fadavi, comandante della Marina, Mohammad Reza Naqdi, comandante della forza di resistenza di mobilitazione Basij, Rostam Qasemi, comandante di Khatam al-Anbiya, e Hossein Salami, vicecomandante dei Guardiani. Tra i secondi, Ali Davandari, capo della banca Mellat, e Mohammad Mokhber, presidente della fondazione Setad Ejraie, "fondo d'investimento collegato alla Guida suprema Ali Khamenei" si legge nel regolamento attuativo delle sanzioni.
Sono poi 34 i gruppi o società "coinvolti in attività nucleari o relative a missili balistici" colpiti da Bruxelles. Tra questi, la banca Mellat, in quanto, si legge nella Gazzetta Ue "agisce in modo da sostenere e favorire i programmi nucleare e balistico dell'Iran e ha prestato servizi bancari ad entità riportate negli elenchi dell'Onu e dell'Ue". Poi le controllate della banca Melli, tra cui la Assa corporation, "società di copertura creata e controllata dalla Melli, che l'ha costituita per incanalare capitali dagli Usa all'Iran", precisa il documento Ue, ma anche il First Persian equity fund, "fondo con base alle Cayman abilitato dal governo iraniano a trattare gli investimenti esteri sulla Borsa di Teheran". E poi la banca Refah, "subentrata alla Banca Melli in operazioni correnti dopo che questa è stata colpita dalle sanzioni dell'Ue", la Sina, "legata da vicino agli interessi del Daftar (Ufficio della Guida spirituale, ossia un'amministrazione che conta circa 500 collaboratori), che contribuisce anche al finanziamento degli interessi strategici del regime", e l'Export Development Bank of Iran, "implicata nella prestazioni di servizi finanziari a società connesse ai programmi iraniani di proliferazione e che ha aiutato entità indicate dall'Onu ad aggirare e violare le sanzioni".

Diverse le società legate specificatamente allo sviluppo della tecnologia nucleare sulla lista nera di Bruxelles, tra cui la Fulmen, "intervenuta nell'installazione di apparecchiature elettriche nel sito di Qom/Fordo in un'epoca in cui l'esistenza di questo non era ancora stata rivelata", precisa la Gazzetta Ue. Sono poi cinque le società attive nell'aerospaziale colpite dalle sanzioni: Aerospace Industries Organization, Fajr Aviation Composite Industries, Iran Aircraft Industries, Iran Aircraft Manufacturing Company and Iranian Aviation Industries Organization. Tra le società del settore energetico, invece, c'è la Kala Naft, che "commercia in apparecchiature per il settore petrolifero e gasiero che possono essere utilizzate nel programma nucleare iraniano".
Nella lista nera anche la società di navigazione iraniana Irisl, con le sue 24 controllate di cui un terzo (8) basate nell'Ue, di cui una in Italia a Genova (la Irital Shipping srl) e le altre 7 suddisivise tra Malta, Gran Bretagna e Germania.
Altre cinque società o gruppi direttamente collegati al Corpo dei guardiani della rivoluzioni (Irgc) sono stati ugualmente toccati dalle misure restrittive dell'Ue. Tra queste, oltre allo stesso Irgc che è "responsabile del programma nucleare iraniano e del controllo operativo sul programma balistico iraniano", anche la Sepanir Oli and Gas energy engeneering company che è la "filiale della Khatam al-Anbya" indicata dalla risoluzione Onu 1929 e coinvolta nel "progetto di sviluppo del giacimenti di gas off shore di South Pars", precisa la Gazzetta Ue.  [Adnkronos/Aki]

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27 luglio 2010
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