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Dalla manovra salta norma sulle pensioni

Cancellata la norma che riguardava il riscatto degli anni di laurea e del servizio militare

31 agosto 2011

E' rimasta in vita meno di due giorni. Salta la norma sulle pensioni. Almeno nella versione inizialmente prevista. La questione, che riguarda il calcolo degli anni di università e del servizio militare ai fini dell'anzianità, verrà comunque affrontata domani collegialmente, a margine del Consiglio dei ministri. Non sarà dunque presentato l'emendamento che riguarda la misura oggi e se ne discuterà lo stralcio domani.
La decisione è arrivata dopo un incontro questa mattina al ministero dell'Economia tra il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, quello della Semplificazione, Roberto Calderoli, e i tecnici di via XX settembre sulla manovra. Assente il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. In particolare, secondo da fonti del centrodestra, il provvedimento sarebbe caduto per dubbi sulla sua costituzionalità. "Si tratta di una decisione politica - riferiscono fonti ministeriali - che, in ogni caso, dovrà essere sottoposta all'esame della maggioranza".
Per compensare le risorse che sarebbero arrivate dalla norma sulle pensioni, circa 1,5 mld tra il 2013 e il 2014, i tecnici del Tesoro, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, puntano soprattutto a un rafforzamento dei poteri dei Comuni in materia di lotta all'evasione.
I tecnici del Tesoro sostengono che i saldi resteranno invariati "perchè - dicono - l'emendamento non era ancora stato presentato e quindi non rientrava ancora nel testo definitivo della manovra".

E' stato in particolare il Carroccio a premere per una revisione della misura. Già stamattina, sulla Padania, era possibile leggere: "La manovra avrà bisogno di un'ulteriore riflessione". La misura sulle pensioni aveva scatenato un'ondata di reazioni indignate in particolare sul web e da parte di alcune categorie, come quelle dei medici.
Proprio mentre veniva annunciato lo stalcio della norma sulle pensioni, le segreterie congiunte di Cisl e Uil annunciavano un presidio domani pomeriggio davanti al Senato contro questo provvedimento. "Il governo ci ha ascoltati", è stato il primo commento del numero uno Cisl, Raffaele Bonanni. Per Cisl e Uil, comunque, "vanno ritirate anche le disposizioni su tredicesima mensilità e tfr, che rappresentano un inaccettabile accanimento punitivo nei confronti dei lavoratori pubblici, e quelle sulle finestre pensionistiche per gli addetti della scuola".

Dal fronte dell'opposizione si parla di governo nel caos. "Quello che sta avvenendo sulla manovra sfiora la farsa ma rimane comunque scandaloso - dice la capogruppo al Senato del Pd, Anna Finocchiaro - c'è da gioire per la cancellazione di una norma ingiusta e incostituzionale come quella sulle pensioni ma ora ci troviamo di fronte a una manovra che non esiste". E ancora: "Ieri sembrava che il vertice di Arcore, atteso come l'oracolo di Delfi, dovesse sciogliere tutti i nodi nella maggioranza. Oggi la Lega si rende conto della stupidaggine fatta. Ma ora di che cosa discutiamo in Senato? Come faranno ora, di buco in buco, a far quadrare i conti?"
Per il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, "la retromarcia sulle pensioni è l'ennesima conferma che siamo nelle mani di un presidente del consiglio e di una leadership leghista completamente allo sbando. L'esecutivo punta soltanto a sopravvivere e scarica sugli italiani il costo della sua incapacità di fare".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

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31 agosto 2011
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