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Dalla parte del pollo

Dilaga la paura per l'aviaria e nessuno vuole più mangiare polli. Gli specialisti continuano a ripeterlo: è una psicosi ingiustificata

16 febbraio 2006

Gli specialisti continuano a ripeterlo: è una psicosi ingiustificata, che si ripercuote gravemente sui consumi.
L'influenza aviaria entrata anche nel nostro Paese, oltre che ad uccidere 8 cigni provenienti dalla Russia, ha scatenato un'altra malattia: l'eccessiva diffidenza dei consumatori, che sta trascinando al tracollo l'intero settore dell'allevamento avicolo.

Una crisi che già si era manifestata l'estate scorsa e che si è ampliata peggio del peggior morbo. Nelle sole ultime 48 ore, il calo dei consumi di carni avicole è senza precedenti: meno 70 per cento.
Il dato allarmante, finora l'unico vero allarme causato dall'aviaria, è stato diffuso ieri da Fedagri-Confcooperative (l'organizzazione che raggruppa le aziende più rappresentative del settore) e a esso si aggiungono i dati forniti dalla Cia, la Confederazione italiana agricoltori: le aziende registrano perdite per 6 milioni di euro al giorno, in tutto 650 milioni di euro dall'inizio della crisi.
La psicosi da aviaria, ha osservato la Cia, è ormai devastante. Le assicurazioni sugli allevamenti italiani non sembrano sufficienti, anche se i controlli sono serrati ed escludono qualunque rischio.
Secondo la Confederazione italiana agricoltori, a risentirne di più sono gli allevamenti rurali e biologici che rappresentano più del 10 per cento della produzione di pollame in Italia. Si tratta di strutture che si sono sviluppate negli ultimi anni allevando animali a terra, e che ora rischiano di chiudere entro breve tempo.
Non solo, l'intera occupazione del comparto che dà lavoro a 180 mila persone, continuando così andrà incontro ad un drammatico dimezzamento, raggiungendo la cifra di oltre 30 mila persone in cassa integrazione.

L'Italia fino ad ora si è comportata bene, dimostrando di sapere come fronteggiare un problema rischioso come quello dell'aviaria, ma gli effetti della psicosi non potevano essere preventivamente calcolati. Certo è che la diffidenza dimostrata dai consumatori italiani, da la misura di quanto poco la popolazione si fida dell'operato di chi governa il Paese (senza riferimenti diretti a questo governo. Un governo di segno opposto avrebbe patito la stessa sfiducia).
Adesso si attendono risposte dall'Unione europea, affinché vengano sbloccate le misure a sostegno del settore. Un decreto del ministero delle Politiche agricole, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 26 gennaio scorso, ha autorizzato l'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ad acquistare fino a 17 mila tonnellate di carne di pollame, da destinare poi ad aiuti alimentari, per un totale di 20 milioni di euro. ''Chiediamo che vengano rese effettive queste misure - afferma il presidente di Fedagri, Paolo Bruni - anche se non risolutive, tuttavia consentirebbero una boccata di respiro per aziende e mercato''. Sulla stessa linea il presidente di Coldiretti, Paolo Bedoni: ''Agli allevamenti italiani non è arrivato finora neanche un euro. Serve un intervento straordinario del governo per non far scomparire l'allevamento made in Italy che, come hanno confermato politici e scienziati, è garanzia di sicurezza e qualità''.

C'è inoltre bisogno di evidenziare un punto: siccome, come vedremo più avanti, il problema aviario non è soltanto italiano, un'indagine dell'Istituto Piepoli ha dimostrato che quella del calo di consumi di carni avicole è invece una psicosi solo italiana. Consumi e prezzi, infatti, sono rimasti abbastanza stabili negli ultimi mesi negli altri Paesi europei: in Germania i prezzi si sono mantenuti tra 1,6 e 1,8 euro al chilo, in Spagna c'è stato un calo dei prezzi da 1,5 a 1,3 euro al chilo e, in Francia, da 1,8 a 1,4 euro al chilo. Soltanto in Italia il prezzo è sceso da 1,5 a 0,90 euro.

Aviaria in Sicilia
In Sicilia continua il monitoraggio degli uccelli selvatici nelle aree protette siciliane, con particolare attenzione a quelle specie che risultano maggiormente interessate dal rischio di infezione dal virus H5N1. E' questa una disposizione dell'assessore regionale al Territorio e ambiente, Francesco Cascio, che ha inviato una circolare agli enti gestori delle 76 riserve naturali e ai 4 parchi regionali.
''Il monitoraggio degli uccelli selvatici - spiega Cascio - è uno degli elementi più significativi di prevenzione e controllo della possibile diffusione dell'agente patogeno. Per questo motivo, ho invitato gli enti gestori delle riserve, in particolare le zone umide, e gli Enti Parco, in collaborazione con le amministrazioni locali, ad intensificare le azioni di monitoraggio e controllo degli individui, specie quelli più a rischio di infezione. In caso di anomalie riscontrate nella fauna migratoria in transito nelle rispettive aree protette, gli enti dovranno dare immediata comunicazione alle autorità sanitarie regionali e all'assessorato al Territorio''.
Venticinque le specie individuate come le più a rischio di infezione: oca selvatica, germano, codone, fischione, marzaiola, moretta, combattente, gavina, cigno selvatico, airone bianco maggiore, airone rosso, marangone minore, marangone dal ciuffo, oca lombardella, canapiglia, mestolone, alzavola, moriglione, pavoncella, gabbiano comune, cigno reale, cigno minore, airone cenerino, garzetta, cormorano.

La LAV contro la nuova Ordinanza del Ministero della Salute
A soli tre giorni dall'Ordinanza con cui il Ministero della Salute aveva stabilito il divieto di movimentazione di animali nella zona di protezione dove è più alto il rischio di presenza del virus nell'ambiente e quindi più alte le possibilità di trasmissione ai volatili domestici (anello di sicurezza sanitaria della dimensione di tre km dal luogo di ritrovamento di animali infetti), il Ministro Storace ha emanato un'Ordinanza che introduce un sistema di deroghe totali alle misure di sicurezza negli allevamenti intensivi, previste dall'Ordinanza dell'11 febbraio.
La nuova ordinanza emanata l'altro ieri permette quindi ai Sindaci di autorizzare il trasporto e la movimentazione dei volatili all'interno della zona di protezione e addirittura all'esterno della stessa con la possibilità di estendere il contagio, considerando che dalla prima conferma della presenza del virus H5N1 non sono passati i 21 giorni necessari per escludere che altri animali siano stati contagiati.
''Le zone di protezione in questione coprono poche decine di km quadrati di territorio e le misure previste nell'ordinanza di deroga che permettono di movimentare gli animali d'allevamento in queste ristrette zone sono incomprensibili alla luce della condivisa necessità di evitare contagi tra animali domestici negli allevamenti e animali selvatici: questa nuova Ordinanza ci sembra quindi un provvedimento incoerente con le misure prese dal Ministero della Salute per il controllo dell'aviaria. - commenta Roberto Bennati responsabile delle campagne europee della LAV -. Ci domandiamo quanti allevamenti di prodotti avicoli esistano all'interno di poche decine di km quadrati di territorio e che ragione economica e sanitaria abbia tale provvedimento''.
In passato un inadeguato controllo della movimentazione di questi animali ha provocato la diffusione del virus negli allevamenti e l'esigenza di uccidere milioni di animali contagiati. Per evitare tutto ciò la LAV chiede che questa ordinanza venga ritirata alla luce dell'esigenza di mantenere un elevato livello di sicurezza, quanto mai necessaria in questo momento di emergenza. [Fonte: www.infolav.org]

Aviaria in Europa
Dopo l'allarme (e la psicosi) per gli otto cigni selvatici infettati dal virus H5N1 altamente patogeno e il sequestro di oltre 80.000 polli in Calabria e Sicilia, l'emergenza si estende a tutta l'Europa.
Dopo l'Asia attraverso gli uccelli migratori il virus influenzale H5N1 si sta diffondendo in tutto il Vecchio Continente. Molti Paesi hanno dunque deciso di adottare delle misure preventive per cercare di impedire la nascita di nuovi focolai.

SVIZZERA

In seguito alla scoperta di alcuni casi di aviaria in Italia e Slovenia, il governo svizzero ha deciso di confinare al coperto tutti i volatili presenti sul territorio del Paese. Questa misura entrerà in vigore a tempo indeterminato lunedì prossimo. Lo ha dichiarato il Consiglio federale elvetico.
Il 25 ottobre scorso la Svizzera aveva deciso di proibire l'allevamento all'aperto dei volatili. Questa misura preventiva era stata sospesa due mesi dopo (il 16 dicembre) in quanto il virus H5N1 non era stato ancora individuato in Europa occidentale. In seguito però, il governo federale aveva approvato un programma di monitoraggio degli uccelli migratori che transitano per il territorio svizzero e dopo due mesi di test sono state trovate delle tracce del virus dell'aviaria in alcuni campioni prelevati da circa un migliaio di volatili.

DANIMARCA

Le autorità veterinarie danesi hanno ordinato di confinare al coperto tutti i volatili allevati in batteria in seguito al ritrovamento di alcuni casi sospetti nel Paese. Negli ultimi giorni, due cigni e altri tipi di uccelli sono stati trovati morti sulle isole danesi di Lolland, Falster e Sealand. Lo ha rivelato la televisione regionale Tv2-est citando dei testimoni. Lolland si trova a circa 60 chilometri dall'isola tedesca di Rugen dove sono stati scoperti due cigni morti a causa del virus H5N1.
La Danimarca è un grande produttori di pollami: secondo le statistiche del ministero dell'Agricoltura ogni hanno vengono consumati ed esportati tre milioni di galline e 140 milioni di polli.

SVEZIA
La direzione nazionale dell'Agricoltura svedese ha deciso l'altro ieri che tutti i volatili domestici dovranno essere confinati al coperto per evitare che il virus H5N1 attecchisca nel Paese. E' stato anche ordinato l'annullamento di tutte le fiere aviarie.

NORVEGIA
Le autorità veterinarie norvegesi hanno ordinato a tutti gli allevatori di confinare in locali chiusi i volatili presenti nelle regioni del Paese più vicine al Mar Baltico. La decisione è stata presa in seguito alla conferma che la morte dei due cigni trovati nell'isola tedesca di Ruegen è stata causata dal virus H5N1.

GERMANIA
Dopo il ritrovamento di numerosi cigni e altri volatili morti sull'isola di Ruegen, le autorità del Meclemburgo, il Land nordorientale di cui l'isola fa parte, hanno imposto misure restrittive con l'ordine di tenere al coperto i volatili. L'altro ieri il ministro dell'agricoltura Horst Seehofer aveva già annunciato che la disposizione di confinare i polli nelle stie, che in tutto il paese avrebbe dovuto entrare in vigore dal primo marzo, è stata anticipata a lunedì prossimo.

ROMANIA
Nuovo focolaio sospetto di influenza aviaria in Romania, nella zona al confine bulgaro. ''I test realizzati sui campioni prelevati dal pollame in un cortile, nel villaggio di Ostrov, nella contea di Constanta, fanno temere l'influenza aviaria'', ha reso noto Ion Agafitei, responsabile dei servizi veterinari del Paese. Ostrov dista 9km dalla città bulgara di Silistra, sulle rive del Danubio. Agafitei ha spiegato che i campioni saranno sottoposti ad analisi in un laboratorio di Bucarest per eventualmente confermare la presenza del virus H5; e, in caso di risultato positivo, saranno inviati al laboratorio di riferimento dell'Oms (l'Organizzazione Mondiale della Sanità), a Weibridge, in Gran Bretagna.

REPUBBLICA CECA
Anche la Repubblica Ceca ha deciso di rafforzare le misure di protezione contro l'influenza aviaria dopo che il virus H5N1 - il più letale tra i suoi agenti patogeni - è stato scoperto, secondo i test preliminari, in due cigni trovati morti nel sud dell'Austria.
Qualche ora dopo l'annuncio, l'altro ieri, di questi due casi il Comitato centrale per le infezioni, organo governativo, ha chiesto agli allevatori di professione di confinare i loro volatili. Essi dovranno adottare tutte le misure necessarie per evitare contati tra gli uccelli selvatici e il pollame, ed avvertire le autorità veterinarie in caso di sintomi sospetti o di morti insolite, È stato inoltre ripristinato il divieto, scaduto a dicembre, di trasportare uccelli ai mercati o alle fiere.

GRECIA
In Grecia invece si temono possibili casi di influenza aviaria su esser umani. Due persone anziane che hanno toccato alcuni volatili a mani nude e che presentano sintomi dell'influenza aviaria sono infatti state ricoverate nel nord della Grecia. I due pazienti sono una donna di 78 anni ricoverata a Edessa e un contadino di 65 anni, messo in isolamento all'ospedale di Serres. Entrambi hanno ammesso di avere toccato dei polli morti a mani nude. Secondo quanto si apprende dall'agenzia, le loro condizioni di salute sono buone; i risultati degli esami medici sono attesi nei prossimi giorni.

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16 febbraio 2006
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