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Dalla paura alla denuncia. Confcommercio come Confindustria: in prima linea per combattere il pizzo

22 ottobre 2007

Prima di parlare dei dati emersi dallo studio di Confcommercio-Gfk Eurisko, denominato ''La mappa della criminalità regione per regione'', vogliamo riportare una recentissima storia di ''pizzo'' che ha dell'incredibile...
A Palermo un pregiudicato di 46 anni è stato arrestato perché chiedeva il ''pizzo'' a sua moglie e siccome questa non voleva pagare le ha distrutto il bar-tabaccheria di sua proprietà!
Dopo la denuncia della donna, l'uomo è stato fermato dalla polizia proprio dentro il locale mentre litigava con l'ex moglie, che non ha voluto dargli i 500 euro chiesti come tangente con cadenza mensile. L'uomo diceva di aver diritto a una rendita per aver avviato l'attività commerciale che dopo la separazione dei coniugi, nel 1995, era rimasta in gestione all'ex moglie.
Dopo l'ennesimo rifiuto di pagamento, l'uomo ha iniziato a rompere le vetrate del locale, suppellettili e altri arredi, spaventando i clienti presenti. Ha anche tentato di prelevare il denaro dalla cassa. Alla fine è stato arrestato per estorsione...

L'Italia fotografata dalla ''Mappa della criminalità regione per regione'', uno studio di Confcommercio-Gfk Eurisko presentato giovedì scorso a Palermo, è un Paese diviso sostanzialmente in due: nelle regioni del Centro-Nord infatti emerge una maggiore percezione di furti e rapine, mentre nelle regioni meridionali, sono più ''sentiti'' i fenomeni legati al racket e all'usura.
Il peggioramento dei livelli di sicurezza è maggiormente percepito nel Nord-Est ed in alcune regioni del Centro. Un segnale di miglioramento si rileva invece in Puglia ed in Sicilia più che nelle altre zone (rispettivamente 8% e 7% delle imprese in queste regioni dichiara che i livelli di sicurezza per la propria impresa sono migliorati negli ultimi 2-3 anni).
Esaminando singolarmente le diverse tipologie di crimini, è la percezione di un aumento in furti e rapine ad incidere sulla sensazione di peggioramento rilevata in regioni quali il Veneto, l'Emilia Romagna,  l'Umbria e le Marche. Invece, nonostante il maggiore ottimismo dichiarato da Puglia e Sicilia sui crimini in generale, in molte regioni del Sud, più che al Nord, si nota un peggioramento per quanto riguarda estorsioni ed usura: un aumento delle estorsioni viene percepito maggiormente in Campania, Calabria e Basilicata; un incremento dell'usura in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Sicilia. Notevole lo scarto tra regioni del Nord e del Sud per quanto riguarda l'esperienza - diretta o indiretta - con l'estorsione.

Se l'11% tra coloro che ha risposto al questionario di Confcommercio-Gfk Eurisko dichiara di conoscere persone che svolgono lo stesso tipo di attività e hanno ricevuto minacce o intimidazioni per finalità di estorsione, in Sicilia la percentuale si alza fino al 17%, in Puglia al 19%, in Basilicata e Calabria al 24%, in Campania al 28%. Le percentuali più basse (3%) in Sardegna, nelle Marche e in Umbria (5%), Trentino e Friuli (6%). E mentre la percentuale di chi dichiara di aver personalmente ricevuto minacce si attesta a livello nazionale intorno all'8% del totale rispondenti, in Basilicata e Calabria questa sale al 12%, in Sicilia al 15%, in Puglia al 22%, in Campania al 30%. Percentuale che crolla addirittura al 2% in Umbria, Marche, Trentino e Friuli.

Secondo gli imprenditori, sia del Nord che del Sud, le misure più efficaci per contrastare criminalità e racket sono ''la certezza della pena (53%), ed una maggiore protezione sul territorio (50%)''. Liguria, Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna sono le regioni nelle quali più delle altre gli imprenditori intervistati riterrebbero efficace come misura di contrasto la certezza della pena (con una percentuale di risposta rispettivamente del 62%, 58%, 58% e 57%), mentre una maggiore protezione sul territorio viene richiesta soprattutto in Sicilia (57%), Emilia Romagna (57%) e Lazio (53%). Segue, al terzo posto fra le misure citate, la collaborazione con le forze dell'ordine (35%) ma con delle differenze notevoli fra regione e regione che superano anche i 20 punti percentuali di scarto fra il Trentino/Friuli (49%) e la Sicilia (25%).
Circa il 40% delle imprese dichiara di aver adottato misure cautelative nei confronti del racket (più attive in questo senso Sicilia, Puglia, Campania, Lombardia, Basilicata e Calabria). Tra le misure adottate prevalgono, nell'ordine, l'assicurazione (più diffusa in Puglia, Emilia Romagna e Lombardia), la vigilanza privata (più usata in Puglia, Campania, Lazio e Veneto), le telecamere e le vetrine corazzate.
Un dato rinfrancante per il Meridione è che la maggiore incidenza delle denunce si rileva nelle regioni del Sud (in particolare in Campania, Puglia, Sicilia).

Durante il meeting palermitano, la Confcommercio ha pure annunciato la sua battaglia contro il pizzo, chiedendo di costituirsi parte civile nei processi contro gli ''esattori del pizzo''. Ad annunciarlo è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. ''Diffondere la cultura della legalità - ha spiegato Sangalli - significa ribadire che denunciare è necessario perché è un dovere morale, ma anche affermare che denunciare è possibile e conveniente. Solo chi si libera dalle morse della criminalità - ha concluso - ha possibilità di portare sviluppo alla propria impresa''.

Fortunatamente sembra che oggi chi denuncia sia più tutelato, e sembra che per loro ci siano incentivi più frequenti. ''Negli ultimi nove mesi il Comitato di solidarietà del Commissariato antiracket ha erogato 22 milioni e 400 mila euro sotto forma di elargizioni e mutui senza interesse per le vittime di estorsioni e usura. Alla Sicilia sono andati 5 milioni e 400 mila euro''. Lo ha detto Raffaele Lauro, commissario nazionale antiracket, intervenuto al convegno sulla crimitalità. ''Non abbiamo pratiche arretrate - ha continuato - ed in alcuni casi siamo arrivati a distanza di 15 giorni dalle richieste delle vittime. Alludo agli imprenditori di Palermo e Catania, Guaiana e Vecchio. In questi casi per dare una risposta immediata ad imprenditori coraggiosi abbiamo stanziato già le provvisionali sulla base delle relazioni dei presenti. A Vecchio e Guaiana sono stati dati 170 mila euro. Il problema - ha concluso - non sono i casi eccezionali, ma è rendere efficiente il sistema perché nessuno debba attendere''.

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22 ottobre 2007
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