Dalla prima deposizione di Massimo Ciancimino...
Niccolò Ghedini: ''Su Milano 2 dichiarazioni false''. Nicola Mancino: ''Ciancimino è un calunniatore''
E' proseguita anche oggi la deposizione di Massimo Ciancimino, nell'ambito del processo a carico del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per la mancata cattura del boss Bernardo Provenzano.
Ieri Ciancimino junior, in quasi sette ore di interrogatorio, ha ricostruito la figura del padre, condannato per mafia e morto nel 2002, che avrebbe svolto un ruolo importante nella presunta trattativa tra Stato e Cosa nostra dopo le stragi del '92.
Tra le tante rivelazioni di ieri, sono state in particolare due a ricevere subito risposta dagli interessati: le rivelazioni sugli investimenti di don Vito Ciancimino nella costruzione di Milano 2, e quella sulla consapevolezza di Nicola Mancino e Virginio Rognoni che tra Stato e mafia si era aperta una trattativa.
"Parte del denaro di mio padre, negli anni ‘70, fu investito in una grossa operazione edilizia realizzata nella periferia di Milano chiamata 'Milano2'". Queste le parole di Massimo Ciancimino davanti ai giudici di Palermo. Secondo il testimone l’ex sindaco, convinto a fare l’investimento dagli imprenditori Nino Buscemi e Franco Bonura, inizialmente non era entusiasta del nuovo business, ma poi avrebbe finito per accettare.
Ciancimino jr ha poi menzionato Mancino usando queste parole: "Il signor Franco (un presunto e misterioso agente dei servizi segreti, ndr) disse a mio padre che il ministro Mancino e Rognoni erano informati dell’attività dei carabinieri. Mio padre prima di accettare un incontro con i carabinieri del Ros aveva chiesto l’autorizzazione a Bernardo Provenzano. A proposito dei contenuti dei primi incontri mio padre mi disse che i carabinieri proponevano una resa incondizionata dei latitanti mafiosi e in cambio assicuravano trattamenti di favore ai loro familiari".
Secondo Niccolò Ghedini, avvocato del premier e parlamentare Pdl: "Le dichiarazioni di Ciancimino su Milano 2 sono del tutto prive di ogni fondamento fattuale e di ogni logica, e sono smentibili documentalmente in ogni momento". "Tutti i flussi finanziari di Milano Due, operazione immobiliare che ancor oggi è da considerarsi una delle migliori realizzazioni nel nostro paese - ha aggiunto Ghedini - sono più che trasparenti e sono stati più volte oggetto di accurati controlli e verifiche. Tutte le risultanze hanno dimostrato la provenienza assolutamente lecita di tutto il denaro impiegato. Argomentare gli asseriti finanziamenti mafiosi è evidentemente diffamatorio, il che - conclude - sarà facilmente comprovabile nelle appropriate sedi giudiziarie".
"Mai saputo di una trattativa. Chi ne parla è un calunniatore o un millantatore". Questo ha ribadito il vice presidente del Csm, Nicola Mancino. "Il signor Massimo Ciancimino - dice Mancino - continua ad affermare che Rognoni e Mancino sapevano della trattativa Stato-mafia. Ma Rognoni e Mancino sono stati ministri in epoche diverse, rispettivamente del governo Andreotti, il primo, e del governo Amato il secondo. Uno dei due, non essendo più o non ancora ministro, a che prò doveva sapere?" Mancino ha poi sottolineato che: "All'epoca delle stragi io, della trattativa, niente ho mai saputo e, per questo motivo, ho presentato alle Procure della Repubblica di Palermo e di Caltanissetta un esposto-denuncia nei confronti di Ciancimino jr.". Quanto alla conoscenza di presunte trattative da parte dei politici - ha detto ancora il vice presidente del Csm - "Ciancimino jr. afferma che al padre fece questa confidenza tale Franco o Carlo, a suo dire, agente dei Servizi segreti. Chi sia questo Franco o questo Carlo, Ciancimino jr., pur avendolo incontrato numerose volte, come lui afferma, non lo ha mai detto! A nessuno é sorto il sospetto che l'anonimo agente dei Servizi, se mai è esistito, abbia potuto millantare? Se quell'agente ha o avrà un nome e un cognome, e se dovesse confermare l'assunto del signor Ciancimino, chiedo ai magistrati di Palermo di processare pure lui per calunnia o per millantato credito".
Virginio Rognoni, riferendosi alla deposizione di Massimo Ciancimino, ha dichiarato: "Devo ribadire di non avere mai saputo di una trattativa che sarebbe intercorsa fra lo Stato o uomini dello Stato e la mafia".
"Se dovessero essere riscontrate le inquietanti dichiarazioni di Massimo Ciancimino, rese davanti ai Giudici di Palermo, ci troveremmo di fronte ad una delle pagine più disgustose, prima ancora che criminali, della Storia del nostro Paese per il coinvolgimento di pezzi delle istituzioni, tra cui ministri ed ufficiali dell'arma dei carabinieri", così Luigi de Magistris, eurodeputato IdV, in una nota. "A questo punto, sempre se quanto detto verrà provato dalla magistratura, nella sua autonomia e indipendenza - ha aggiunto - potrei spiegarmi ancora meglio il ruolo di Mancino, quale vicepresidente del Csm, e di pezzi deviati delle forze dell'ordine e dei servizi nell'attività messa in atto per ostacolare e fermare le inchieste Why not e Poseidone, che avevano non pochi punti di contatto con i fatti criminosi accaduti anni prima in Sicilia: un filo criminale ed occulto che vedeva e vede all'opera deviazioni istituzionali che compromettono in modo serio la tenuta democratica del nostro Paese".
"Massimo Ciancimino è un fiume in piena, rende anche dichiarazioni molto circostanziate; quindi per i magistrati non sarà difficilissimo cercare i riscontri a quello che dice". Rita Borsellino, europarlamentare, ha commentato così a CNRmedia le dichiarazioni di Massimo Ciancimino. "Intanto è importante ascoltare queste sue dichiarazioni, perché spesso si tratta di cose di cui non c'é mai stata notizia - dice -. I magistrati, che hanno già iniziato i riscontri, hanno una lunga esperienza: molti hanno iniziato a lavorare con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Starà a loro stabilire se Ciancimino è credibile o no". "Le sue parole - ha detto ancora l'eurodeputata - danno una spiegazione logica a cose che fino adesso non ce l'avevano. Intuitivamente dà una spiegazione a tante situazioni, come la mancata perquisizione del covo di Riina, o il fatto che sia iniziata una sorta di pax mafiosa per cui le stragi si sono improvvisamente interrotte. Ci siamo sempre chiesti come mai questo sia successo; lui ci dà una spiegazione molto circostanziata. Tutto sta a vedere se queste circostanze possono essere provate".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa]