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Dalle indagini sul fallito attentato a Times Square

Arrestato un pakistano-americano sospettato del fallito attentato del weekend scorso a New York

04 maggio 2010

Un cittadino americano di origine pakistana è stato arrestato in relazione con il fallito attentato del weekend scorso a New York, quando un'autobomba è stata ritrovata nella centralissima Times Square (LEGGI). Lo ha annunciato oggi in una dichiarazione il procuratore generale Eric Holder, aggiungendo che le indagini vanno avanti.
"In serata, Faisal Shahzad è stato arrestato in relazione al tentativo (di far esplodere) un'autobomba sabato scorso a New York. Il signor Shahzad, cittadino americano, è stato fermato all'aeroporto Jfk di New York mentre tentava di imbarcarsi su un volo per Dubai", ha detto il procuratore in una dichiarazione scritta diffusa da poco.
Le indagini coordinate di diversi organismi di polizia iniziate subito dopo la scoperta del veicolo, spiega ancora la nota, hanno raccolto una serie di significative prove che hanno portato all'arresto.
"L'indagine continua, come i nostri tentativi di raccogliere informazioni utili e continuiamo a seguire una serie di piste. Ma è chiaro che l'intento dietro a questo atto terroristico era quello di uccidere degli americani", ha detto ancora il procuratore nella sua nota, precisando di non poter rendere pubbliche altre informazioni visto che nell'inchiesta la situazione è in rapida evoluzione.
L'arrestato comparirà già oggi davanti ad un giudice a New York che formalizzerà le accuse contro di lui, hanno detto le autorità.

Il New York Times ha detto che l'uomo arrestato è un cittadino americano naturalizzato originario del Pakistan che vive nel vicino Connecticut ed è tornato di recente da un viaggio in Pakistan. Si ritiene sia lui la persona che ha acquistato il suv del 1993, un Nissan, utilizzato per realizzare una grossolana autobomba con carburante e fuochi d'artificio piazzata a Times Square che sarebbe dovuta esplodere quando la piazza, in un tiepido sabato sera, era affollata di persone.
Per gli abitanti di New York, che sono rimasti segnati dagli attentati dell'11 Settembre 2001 realizzati da militanti di Al Qaeda, la paura è stata un modo per ricordare che la città di otto milioni di abitanti è sotto costante minaccia. "Gli investigatori che erano sulle orme dell'uomo stanno anche indagando se lui o altri possano esser stati in contatto con gruppi all'estero", ha detto il Times citando funzionari federali non identificati.
Fonti degli inquirenti hanno detto a Reuters che il tentato atto terroristico potrebbe aver coinvolto più di una persona e potrebbe aver avuto legami internazionali.
La caccia ai sospetti è ora effettuata dalla Task force congiunta sul terrorismo, guidata dal Dipartimento di Giustizia, mentre gli investigatori esaminano le immagini delle videocamere di sorveglianza e la parti della bomba per trovare indizi. [Reuters.it] 

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04 maggio 2010
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