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Dallo Stato alle Regioni

Col federalismo demaniale, il passaggio dei Beni dallo Stato alle Regioni porterà risorse o solo problemi?

24 maggio 2010

Lo Stato sta per passare i suoi beni alla Regione. Il primo atto dell’attuazione del federalismo demaniale si è consumato pochi giorni fa quando beni archeologici e monumentali da statali sono diventati regionali (LEGGI). Presto si passerà ai beni militari, alle caserme, ai fari, alle spiagge, poi alle strade e così via.
Nelle province più povere sono tante le titubanze, ma per il sindaco di Agrigento Marco Zambuto questa sarà l’occasione per restituire alla città dei beni finora ritenuti "intoccabili": quelli che non potevano essere fruiti, né valorizzati. Intanto sono già diventati di proprietà regionale: la Valle dei templi, con Villa Aurea e gli annessi terreni, la tomba di Terone, le antiche mura, i templi, da quello di Giunone al tempio di Vulcano, la Casa romana, il tempio di Demetra, il tempio di Giove e il santuario delle divinità Ctonie, l’oratorio di Falaride, la necropoli romana, le catacombe cristiane, il museo, l’area archeologica di Eraclea Minoa, la Villa romana di Realmonte, il Castello di Sant’Angelo a Licata, e così via.

Si trasferiranno risorse o problemi? Poco cambia per i beni archeologici e monumentali appena citati, ad Agrigento, come conferma il direttore del Parco archeologico della Valle dei templi, Pietro Meli: "Erano beni già nel possesso della Regione, che ora ne è divenuta proprietaria. Cambia soltanto lo stato giuridico: nulla che possa essere notato dai cittadini o dai fruitori della Valle" assicura Meli. "Si continuerà a gestirli, come prima. Lo Stato non si occupa della manutenzione e gestione già dagli anni Settanta, quando i beni sono passati nelle competenze della Regione". La stessa situazione dura da 40 anni, sia per quel che riguarda i beni archeologici, che per le aree di pertinenza.
Non sarà indolore il passaggio di altri beni statali, che non sono nel possesso della Regione. I fiumi, le strade ad esempio. Allora sarà investito, per conto dell’amministrazione regionale, l’ufficio tecnico del Genio civile. "Non saranno oneri, solo se si riuscirà a capitalizzare tali beni, a renderli produttivi – afferma il Capo del Genio civile di Agrigento, l’architetto Rino La Mendola. Se questo non dovesse accadere, il passaggio di proprietà potrebbe gravare sull’economia regionale”.
Parliamo ad esempio di caserme, di fiumi, di ponti, di commissariati, di strade: sono beni che necessitano di interventi, ma che non rappresentano alcuna opportunità produttiva. Le risorse, peraltro, sono già esigue nei bilanci regionali e nelle amministrazioni periferiche, che dovrebbero farsi carico di queste proprietà. Il sindaco, Marco Zambuto, auspica che finalmente Agrigento possa entrare in possesso di un immobile come l’ex carcere di San Vito: "Lo renderemmo finalmente fruibile e lo potremmo valorizzare – sostiene il sindaco -. In tal modo gli eventuali sacrifici economici si andrebbero a compensare".
Per Zambuto, dunque, potrebbe essere questa un’occasione irripetibile per mettere a disposizione della città l’antico convento, uno dei complessi architettonici tra i più imponenti del nostro centro storico. Già il ministero della Difesa sta preparando l’elenco dei beni da trasmettere alla pertinenza della Regione, e tra questi pare che ci sia il faro di Realmonte. Ma al momento l’elenco è ignoto; gradualmente si passerà al resto. [Anna Maria Scicolone per €conomiaSicilia.com]

La gesiorne della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina vada al FAI - Vittorio Sgarbi, Alto Commissario per i restauri della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina ha proposto l’affidamento del sito al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano).
"Le inquietanti vicende che hanno investito la Villa omana del Casale di Piazza Armerina con il sospetto delle infiltrazioni mafiose negli appalti e con il furto della cassa a indicare l’assenza di controlli - ha spiegato Sgarbi - hanno indotto me e l’assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Siciliana, l’avvocato Gaetano Armao, nel corso di un incontro a Roma, a valutare alcune misure per il futuro dell’amministrazione della villa. Il prestigio del sito e il grande afflusso di visitatori richiedono una gestione molto attenta e sottratta all’ordinaria amministrazione. Dopo alcuni incontri, mesi addietro, con i vertici del FAI, in particolare con il dottor Marco Magnifico – ha aggiunto Sgarbi - ho riproposto all’attenzione del nuovo presidente del Fai, Ilaria Borletti Buitoni, l’affidamento della Villa romana da parte della Regione al Fai, così come è avvenuto per il Giardino della Kolimbetra ad Agrigento. L’assessore regionale ai Beni Culturali Gaetano Armao ha valutato positivamente la proposta ed ha deciso di valutare questa opportunità in una prossima riunione nella quale si definiscano i termini della collaborazione per non vanificare l’importante opera di restauro e la definitiva riapertura della Villa nel 2011".

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24 maggio 2010
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