Danzando contro la mafia
''Arte (contro cosa) Nostra'' non gradita dai genitori di un centinaio di ragazzi catanesi
Peccato. Il dispiacere è per loro, per quel centinaio di ragazzi ai quali è stato impedito, dalle proprie famiglie, di potersi divertire insieme a tantissimi loro coetanei. Sì perché la manifestazione è stata un successo. Chi vi ha partecipato ieri ha vissuto una bella esperienza di condivisione, e ha provato cosa vuol dire far parte di un tutto che si muove ed è presente per appogiare un idea, una bella idea, un idea che per la Sicilia è essenziale.
Ieri piazza Palestro, in un quartiere catanese simbolo di disagio sociale e protagonista in passato di drammatiche vicende criminali, era formidabile da guardare: oltre duemila giovani ballerini e cittadini catanesi hanno occupato pacificamente la piazza. Un tappeto umano colorato di verde chiaro, tanta musica e tantissimi sorrisi. Una grande festa dedicata alla legalità promossa dal Teatro Vincenzo Bellini e per la quale il sovrintendente del teatro, Antonio Fiumefreddo, ha lanciato il marchio antimafia "Arte (contro cosa) Nostra", perché come sta scritto sul frontone del Teatro Massimo di Palermo "L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita".
Al progetto "Dance Attack" hanno aderito 24 scuole di danza e diverse associazioni di Catania e provincia.
"Quello della danza è un linguaggio universale - ha spiegato il sovrintendente del Teatro Massimo Vincenzo Bellini - e oggi, in questa piazza, è la dimostrazione di come l'arte possa essere anche un messaggio contro tutte le mafie. Per tre ragioni: perché è un messaggio di liberazione laddove c'era occupazione, perché è un momento di festa in un luogo in cui si è pianto, perché c'è movimento dove c'era costrizione. Grande è la mia sorpresa e enorme la mia soddisfazione per la straordinaria adesione, c'è una parte viva e vitale della città che è ancora maggioranza e che non si rassegna".
Purtroppo la festa è stata in parte rovinata dalle famiglie di cento ragazzi, tutti giovani ballerini tra i 14 e i 18 anni, che si sono opposte alla partecipazione dei loro figli alla manifestazione. Durante gli ultimi preparativi, mentre lo staff del teatro distribuiva le t-shirt con il logo "Arte (contro cosa) nostra", molti ragazzi non si sono presentati all'appuntamento, pur avendo precedentemente garantito la loro adesione.
Per qualche ora la vicenda ha avuto i contorni di un giallo. Poi il chiarimento. Alcuni di loro, in lacrime, hanno raccontato di aver ricevuto il divieto da parte dei genitori.
"A poche ore dall'evento - ha detto il sovrintendente Fiumefreddo - abbiamo appreso che gli allievi di una scuola di danza di uno dei quartieri più a rischio della città hanno dovuto rinunciare a scendere in piazza su pressione dei genitori, che non avrebbero gradito il messaggio antimafia della manifestazione. Dedichiamo a questi cento ragazzi l'iniziativa di oggi pomeriggio. Rispetto ai tempi in cui in piazza non scendeva nessuno" ha aggiunto, "registriamo che oggi sono solo in cento a restare a casa, e per giunta costretti. E' una svolta storica".
Malgrado tutto, l'"attacco di danza contro la mafia" è stato veramente un gran successo. Ha colpito nel segno l'appello antimafia del sovrintendente del Teatro Bellini, che nei giorni scorsi aveva chiamato a raccolta centinaia di giovani catanesi, ballerini, artisti, ma anche tanta gente comune che si è data appuntamento in piazza ieri pomeriggio, radunandosi in strada con un tam tam di sms, mail, contatti messenger, telefonate che da giorni si susseguivano dopo l'invito lanciato dal teatro.
Il marchio "Arte (contro cosa) Nostra" (ideato da Lorenzo Guarnera), inoltre, sarà il filo conduttore di una serie di iniziative antimafia che l'importante teatro lirico catanese presenterà quest'inverno.
Madrina di questo primo appuntamento l'attrice Martina Colombari, che ha ballato in piazza con i ragazzi per più di tre ore.
Al progetto Dance Attack hanno aderito 24 scuole di danza e diverse associazioni di Catania e provincia: Arte balletto, Accademia di danza, Accademia del musical, Arte e movimento, Ballet studio, Caminito tango, Compagnia di Piero, Csd kladeios, Cus Catania, Danza amica, Danzamente, Dietro le quinte, Expression dance, Ilenia dance, La scuola dei giovani talenti, Nuova accademia arte danza, Primo atto, Prospettiva danza, Punto danza, Sport free style, Scuola di danza Tersicore, Teatroclub Nando Greco, Ten dance, Tropica style. Le scuole sono state coordinate dalla danzatrice Giusi Vittorino.
Dopo la defezione "forzata" dei cento ragazzi, in piazza Palestro si sono presentate molte figure istituzionali: il questore Michele Capomacchia, il Presidente della Corte d'Appello Guido Marletta, Andrea Vecchio Presidente Associazione Nazionale Costruttori Edili e i rappresentati delle istituzioni locali. Alla manifestazione hanno aderito inoltre: l'Associazione Antiracket e Antiusura Etnea, l'Associazione Antiestorsione Catanese Libero Grassi, l'Associazione Siciliana Antiracket, Addio Pizzo, Grazia e Giusi Lizzio, figlie di Giovanni Lizzio ispettore capo della questura di Catania, ucciso in un agguato di stampo mafioso.