Ddl anticorruzione: priorità assoluta
Il ministro della Giustizia, Paola Severino: "La priorità assoluta di questo governo rimane la conclusione dell'iter parlamentare del ddl anticorruzione".
Sì a un commissario anticorruzione, come annunciato ieri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ma "la priorità assoluta di questo governo rimane la conclusione dell'iter parlamentare del ddl anticorruzione".
"La presenza di un super commissario anticorruzione è una possibilità. Ma probabilmente in un provvedimento diverso dal ddl anticorruzione", ha affermato il ministro della Giustizia Paola Severino, a margine della terza conferenza organizzativa nazionale della Uil penitenziari. Severino ha ricordato che sono in scadenza i termini per la presentazione dei subemendamenti al provvedimento che "dobbiamo assolutamente chiudere".
"L'opinione pubblica - ha affermato il ministro - ha sostenuto e continua a sostenere, anche con raccolte di firme, l'urgenza di un intervento strutturale sul tema della prevenzione e contrasto alla corruzione. Confido nel fatto che le forze politiche abbiano recepito questo importante messaggio, anche per trasformarlo in un ponte di comunicazione tra partiti e società civile, la cui fiducia è minata dai recenti e sempre più numerosi scandali".
Sulla possibilità che il ddl vanifichi i processi sul caso Penati e la vicenda Ruby, Severino ha aggiunto che "l'equilibrio di un provvedimento legislativo così ampio va visto nel suo complesso". Il tema della prescrizione, "non può essere riferito al caso concreto e ciò è dimostrato proprio da uno dei procedimenti più spesso richiamati dalla stampa in questi giorni. Mi riferisco alle accuse mosse dalla procura di Milano a carico di Penati il quale, riferiscono gli stessi organi di stampa, si sarebbe detto disponibile a rinunciare alla prescrizione nel caso in cui il ddl anticorruzione avesse qualche effetto su uno dei reati a lui contestati. Si può forse dire che se Penati rinuncia alla prescrizione la legge diventa più giusta, mentre sarebbe ingiusta nel caso contrario?". E questo vale anche per il processo Ruby: "In questo caso, peraltro, considerato che con le nuove norme la prescrizione dovrebbe maturarsi nel 2019, non posso pensare che l'iter processuale nel frattempo possa non essersi concluso".
Intanto, è tornata la cosiddetta norma 'salva-Ruby' al ddl in discussione al Senato. La misura è contenuta in due subemendamenti a firma del pidiellino Luigi Compagna all'emendamento all'articolo 19 presentato dal ministro Severino giovedì scorso. I tre emendamenti Severino avevano fatto saltare le proposte di modifiche avanzate all'articolo 18, 19 e 20 del testo contro la corruzione. Tra queste, appunto, la cosiddetta norma 'salva-Ruby' che ha fatto ritorno in Commissione Giustizia. Il provvedimento dovrebbe approdare in Aula mercoledì.
Ma non c'è solo la 'salva-Ruby'. Il Pdl ha ripresentato al testo anti-corruzione al Senato tutti gli emendamenti decaduti all'articolo 18, 19 e 20 del provvedimento dopo che il ministro Severino ha avanzato le sue proposte di modifica su traffico di influenze illecite, corruzione tra privati e collocamento fuori ruolo dei magistrati. Tra i subemendamenti targati Pdl anche il cosiddetto 'anti-Batman', lanciato a seguito dello scandalo dei fondi regionali nel Lazio per evitare che i soldi dei cittadini finiscano nelle tasche di politici corrotti. Il subemendamento in questione, a prima firma Gasparri, recita: "Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che avendo ottenuto per ragioni del proprio ufficio o servizio contributi pubblici od altre erogazioni delle stesso tipo comunque denominate, destinati allo svolgimento della propria attività, li utilizza indebitamente per finalità diverse o se ne appropria, è punito con la reclusione da 2 a 6 anni".
In merito ai fondi destinati alla politica, il ministro Severino ha parlato di "un controllo sull'uso trasparente" che "è ormai ineludibile". D'altra parte, "l'intero sistema dei finanziamenti pubblici ai partiti andrebbe rivisto".
Il ministro ha rimarcato poi la necessità di affinare la specializzazione dei magistrati ricordando l'inaugurazione "il prossimo 15 ottobre, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della nuova scuola della magistratura a Firenze. Un progetto ambizioso che contribuirà alla formazione di magistrati sempre più specializzati sulle tante materie di natura tecnica che oggi devono entrare a far parte del patrimonio culturale di giudici e pm". Quanto agli arretrati da smaltire, "sto pensando a una task force formata da avvocati e giudici che possa eliminare questo macigno che ci portiamo appresso da anni".
Il ministro, infine, non lascia possibilità a una possibile ricandidatura annunciando di "considerare conclusa questa importante esperienza di governo". Un ritorno alla politica, ha concluso, "comporta la necessità di affidare ai rappresentanti dei partiti anche l'individuazione dei dicasteri da affidare ai tecnici. D'altra parte in ogni ministero un buon politico, supportato da buoni tecnici, è in grado di svolgere ottimamente il suo compito".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ASCA]