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Ddl Intercettazioni: altre modifiche in vista

Vertice del Pdl per "evitare che il nodo intercettazioni si aggrovigli sempre più"

04 giugno 2010

Il Popolo delle Libertà ha deciso di presentare ulteriori emendamenti al ddl intercettazioni all'esame del Senato, con lo scopo di rendere più chiare e comprensibili le norme relative alla durata (i 75 giorni), alla norma transitoria (la validità degli atti compiuti prima dell'entrata in vigore del nuovo provvedimento), alla norma cosiddetta 'Radio Radicale' (sulla ripresa audio video dei processi) e alla ricusazione automatica del pubblico ministero che si ritiene responsabile di rivelazioni di segreti d'ufficio.
E' questo l'orientamento emerso al termine della riunione al Senato tra Pdl e governo alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il presidente del gruppo parlamentare al Senato Maurizio Gasparri, il presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama Filippo Berselli e il relatore del provvedimento Roberto Centaro.
"Nessun passo indietro rispetto alla necessità della legge, ma solo la volontà di fare tesoro degli appelli alla riflessione che sono giunti dal Quirinale e di trarre frutto anche dalla mediazione discreta operata dal presidente del Senato Renato Schifani". Sarebbero queste le linee di azione che hanno ispirato il vertice al gruppo del Pdl.

Dalla riunione, dunque, sarebbe emersa la disponibilità a discutere, per presentarle in aula come proposte del governo o del relatore, della norma relativa al segreto di Stato sulle conversazioni degli 007 e un'apertura rispetto alla durata delle intercettazioni: il limite dei 75 giorni può essere prorogato più volte di 48 ore, se la situazione lo richiede, ma dietro esplicita motivazione da parte del magistrato. Superati quei 75 giorni canonici, però, la richiesta di nuove intercettazioni dovrebbe essere fatta sulla base di elementi diversi da quelli ricavabili dalle prime. Quanto alla norma transitoria prevista nel ddl, resterebbero 'salve' le intercettazioni fatte prima dell'entrata in vigore della legge. Se invece la procedura di 'captazione' si accavalla con l'entrata in vigore della normativa, potrebbe godere di una 'spinta' di altri 75 giorni.
"Per quanto riguarda le intercettazioni ambientali - ha detto Filippo Berselli - preciseremo meglio che queste si potranno fare anche se nel luogo che si intende mettere sotto controllo non si starà compiendo un reato. Bisogna trovare una formulazione esatta del principio, ma abbiamo deciso di rendere più elastica l'attuale disposizione contenuta nel ddl. L'unica certezza è che non si potranno svolgere in luogo privato".
Per quanto riguarda invece il segreto di stato, "faremo una valutazione se mantenere l'emendamento sul segreto di Stato nel ddl intercettazioni o di inserirla in un'altra legge ad hoc", ha detto Maurizio Gasparri. "Ho visto - ha aggiunto - che anche Anna Finocchiaro ha riconosciuto che la norma suggerita dal governo sia più restrittiva di quella contenuta nella versione attuale del ddl. Comunque su questo aspetto è in corso una valutazione".

Critico il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro che parla di "rammendi del governo per indorare la pillola" e sottolinea di restare comunque convinto dell'"inutilità del provvedimento" e della "sua dannosità". "Per questo - conclude -, ci batteremo affinché queste norme scellerate vengano ritirate e, se questo non avverrà, ricorreremo al referendum abrogativo''.

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Adnkronos/Ing, Ansa]

- Modifiche al ddl intercettazioni (Guidasicilia.it, 29/05/10)

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04 giugno 2010
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