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Ddl Intercettazioni: niente carcere per i cronisti

Marcia indietro del governo ma rimangono le sanzioni e il giro di vite per gli editori

20 maggio 2010

AGGIORNAMENTO
Il governo e il Pdl hanno deciso oggi di non mettere ai voti in commissione Giustizia al Senato un emendamento al ddl sulle intercettazioni che inasprisce le pene per i giornalisti che pubblicano notizie sulle inchieste non pubblicabili. Lo ha detto il relatore del provvedimento, il senatore Roberto Centaro del Pdl. "Dopo una riunione con il ministro della Giustizia Alfano, e con l'avvocato Ghedini, presidente della Consulta giustizia del Pdl, si è presa la decisione, ovviamente condivisa dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di ritirare l'emendamento 1.2008 del relatore che aggravava le pene per i giornalisti in caso di pubblicazione di notizie non pubblicabili", ha detto Centaro a Sky Tg24.
Ieri era passata per una svista l'annuncio di Centaro e altri senatori, poi rettificato, che la commissione avesse approvato l'emendamento. La giustificazione fornita per l'errore era che si trattava di un contrattempo procedurale. Oggi, invece, è arrivata la marcia indietro politica. [Reuters.it]
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Ancora un giro di vite sulle intercettazioni. Ieri la commissione Giustizia del Senato ha bocciato gli emendamenti presentati dalle opposizioni per sopprimere le norme che inaspriscono le pene per gli editori. Via libera quindi alle multe da 64.700 a 464.770 euro a quegli editori che decidono di pubblicarle.
Accantonato invece per il momento l'emendamento sulle pene per i giornalisti che pubblicano atti di un procedimento penale, che comporta l'arresto fino a due mesi o l'ammenda da 2000 a 10.000 euro.
La commissione Giustizia tornerà a esaminarlo nella prossima seduta, quindi presumibilmente lunedì prossimo. E' saltata infatti la seduta prevista ieri sera. Il presidente Filippo Berselli ha fatto sapere che, in considerazione della seduta congiunta di oggi con la prima commissione per il ddl anti-corruzione, "non possiamo lavorare tutta la notte e poi essere presenti domani mattina. Per questo stasera alle 21.15 proporrò all'ufficio di presidenza di proseguire i lavori lunedì sera".
E la stretta sulle intercettazioni non ha mancato di creare polemiche. "Arrestateci tutti. Saremo tutti giornalisti - afferma il portavoce nazionale dell'Idv, Leoluca Orlando - Noi dell'Italia dei Valori non lasceremo, infatti, soli i cronisti dalla schiena dritta a combattere per la libertà d'informazione. Chiederemo la disobbedienza civile di tutti i cittadini onesti, mobiliteremo le piazze e, se necessario, occuperemo pacificamente le istituzioni. Qui in gioco c'è soprattutto la libertà, la democrazia, messa in pericolo dalla cricca che non vuole far scoprire i suoi reati". "Adesso la cricca non si accontenta più dell'impunità: si fa dittatura. Infatti, il carcere per gli editori e giornalisti che divulgano un'intercettazione - ha aggiunto l'esponente dipietrista - non è previsto neanche nel peggiore regime. Tutto ciò è gravissimo ed è in pericolo l'articolo 21 della Carta. Siamo certi che il capo dello Stato, garante della nostra Costituzione, non farà passare uno sfregio simile alla norma fondamentale di uno Stato di diritto". [Adnkronos/Ign]

- Il ddl sulle intercettazioni e i difensori della privacy... (Guidasicilia.it, 19/05/10)

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20 maggio 2010
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