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De Magistris sull'''inquietante ambiguità di Mancino''

L'eurodeputato dell'Italia dei Valori: ''Su Borsellino ha la memoria a corrente alternata''

28 luglio 2009

"E' preoccupante che proprio in questi giorni la politica si svegli e si occupi delle stragi di mafia del 1992-1993. Un'attenzione che nasce proprio nei giorni in cui si ha notizia che la magistratura sta individuando importanti spiragli di luce in direzione di quella verità che fa paura a pezzi deviati delle istituzioni". Lo ha affermato l'eurodeputato dell'Italia dei Valori, Luigi De Magistris intervistato da Klaus Davi nel suo programma su You Tube 'Klauscondicio'.
"La preoccupazione e l'inquietudine crescono se consideriamo la memoria a corrente alternata dimostrata dal vice presidente del Csm, Nicola Mancino, che non ricorda - sottolinea De Magistris - dell'incontro avuto con il giudice Paolo Borsellino pochi giorni prima della strage di via D'Amelio. Nonché, da ultimo, la memoria ritrovata, dopo 17 anni, da Luciano Violante, già Presidente della Commissione Antimafia. Non è il momento degli equilibrismi ed opportunismi politici su fatti così tragicamente gravi. E' invece l'ora di lasciar lavorare in serenità e senza ostacoli e condizionamenti i seri magistrati delle Procure di Palermo e Caltanissetta". "Si tratta di Procure - ha aggiunto De Magistris - che non seguono diktat politici, che non sono porti delle nebbie e che sapranno individuare anche pezzi deviati delle istituzioni, i quali purtroppo ancora operano per inquinare importanti indagini giudiziarie".
"Un vicepresidente del Csm - ha detto ancora De Magistris - deve chiarire in modo più efficace quello che è accaduto in quelle ore, un vice presidente che ha contribuito a fermare inchieste molto importanti proprio nella direzione dei rapporti tra mafia e politica e che lascia interdetto per il suo ricordare a giorni alterni". "A Mancino - ha infine concluso l'eurodeputato - dobbiamo la scrittura di alcune tra le pagine più buie della storia del Csm. Mi auguro che quanto prima il Csm venga rinnovato. Francamente ho poca fiducia... Parlo da cittadino e ribadisco: non ho alcuna fiducia".

Le parole di De Magistris hanno scatenato un vespaio, con il Pd fa quadrato attorno al vicepresidente del Csm. Primo tra tutti Dario Franceschini. "Faccio sempre più fatica a capire le scelte e l'atteggiamento degli esponenti più autorevoli dell'Italia dei Valori - rimarca il leader democratico - che ogni giorno, anziché concentrarsi nel contrasto alle politiche del governo, attaccano le più alte autorità dello Stato, dal presidente della Repubblica al vicepresidente del Csm. Le parole di De Magistris sul presidente Mancino, cui va tutta la nostra solidarietà, non sono nemmeno qualificabili".
A fargli eco i capigruppo di Senato e Camera. "Sono incomprensibili - dice Anna Finocchiaro - ma comunque inaccettabili, il comportamento e le scelte politiche dell'Italia dei Valori, che continua a scagliarsi contro le istituzioni di questo Paese, in modo del tutto pretestuoso e strumentale, invece di fare una sana opposizione al governo Berlusconi".
E sulla stessa linea è Antonello Soro, secondo il quale "non saranno le parole avventate, ingiuste e irragionevoli usate da De Magistris a scalfire il prestigio e l'autorevolezza di Nicola Mancino. Una vita spesa nelle istituzioni nel segno del rigore morale, della difesa della Costituzione e del contrasto di ogni forma di criminalità sono più forti di ogni insulto e di ogni tentativo di spargere veleni''.

In difesa di De Magistris scende in campo il leader di Idv, Antonio Di Pietro.
"Invece di continuare a criticare l'Italia dei Valori, come fa anche oggi l'onorevole Franceschini, ci aspettiamo - dichiara Di pietro - che le istituzioni rispondano nel merito rispetto a fatti drammatici e delicati che devono essere chiariti. Mi riferisco ai possibili rapporti di politici e funzionari di Stato con esponenti della mafia, di cui si sta occupando la magistratura". "Il mio collega de Magistris - aggiunge - ha posto oggi un problema serio riguardo al ruolo del ministero degli Interni all'epoca diretto dall'attuale vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino". Dunque, conclude Di Pietro, "aspettiamo serenamente l'esito del lavoro dei magistrati. Ci auguriamo che la politica non interferisca né tenti di fermare le indagini e auspichiamo che l'onorevole Mancino, per il quale nutriamo rispetto, risponda nelle sedi opportune nel merito, piuttosto che affidarsi a improvvisati difensori d'ufficio come l'onorevole Franceschini". [Adnkronos/Ign]

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28 luglio 2009
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