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Decretate d'urgenza per chi vuole vivere!

I malati cronici in Italia pagano di tasca propria le carenze del Servizio sanitario nazionale

14 febbraio 2009

La notizia che di seguito andiamo a riportare, la vogliamo polemicamente rivolgere a quanti, prima e dopo la morte di Eluana Englaro, hanno avuto l'insensata capacità di gridare "boia" nei confronti di Beppino Englaro. La rivolgiamo, sperando che la leggano con attenzione, a quanti mettendosi attorno ad tavolo si sono piegati senza fiatare alle volontà del loro padrone, che con piglio buonapartista è riuscito ad imporre a tutti il concetto che un decreto d'urgenza per "salvare" Eluana Englaro era sacrosanto, e che altrimenti il governo si sarebbe macchiato di "omissione di soccorso". Rivolgiamo le informazione che di seguito troverete a tutti i politicanti che, senza pudore alcuno  e senza il minimo senso di morale, hanno reso l'Aula del Senato un'orribile bolgia infernale proprio nel momento più triste della storia di Eluana, diventata, nel bene e nel male, il "caso Englaro". Ebbene a questi rappresentanti di un'Italia che non vogliamo, chiediamo di vergognarsi e per loro chiediamo anche la clemenza del Santo Padre, che ha elargito il proprio perdono a quel padre che il giornale del suo stato ha chiamato "assassino". Ecco, Bendetto XVI perdona anche quei figli che parlano senza sapere quel che dicono e che per la tua volontà farebbero qualsiasi cosa...

La denuncia di Cittadinanzattiva
IN ITALIA I MALATI CRONICI COSTRETTI A PAGARSI LE CURE

Oltre il danno, la beffa. I malati cronici, in Italia, pagano di tasca propria le carenze del Servizio sanitario nazionale e lottano quotidianamente con la burocrazia per ottenere quanto, in teoria, è garantito a livello pubblico. E per curarsi spendono anche più di 1.700 euro al mese, fra badante, farmaci, protesi.

Questa la fotografia scattata dall'VIII Rapporto sulle politiche della cronicità 'Il prezzo dei diritti', presentato nei giorni scorsi a Roma dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici-Cittadinanzattiva, a cui aderiscono 140 organizzazioni.

Secondo i dati Istat 2008, a soffrire di almeno una patologia cronica in Italia è il 39,2% della popolazione. Il 20,5% dichiara di essere affetto da due o più malattie croniche. Il dato lievita all'aumentare dell'età: l'86,9% degli ultra 75enni soffre di almeno una patologia cronica, il 68,3% di due o più. I disturbi più diffusi sono artrosi/artrite (17,9%), ipertensione (15,8%), malattie allergiche (10,6%), osteoporosi (7,3%), bronchite cronica e asma bronchiale (6,4%), diabete (4%). Per quanto riguarda le malattie rare (in Italia ne sono state riconosciute 284), a esserne colpiti sono 30 milioni di italiani. E in questo conteggio in percentuali manca quella popolazione affetta da Alzheimer e Parkinson
Oltre al quotidiano braccio di ferro con la burocrazia, per ottenere quanto è loro riconosciuto dalla legge e dal Ssn - denuncia il rapporto - i malati cronici suppliscono di tasca propria alle carenze della sanità italiana. La spesa media mensile sostenuta dal paziente e dalla sua famiglia è di 1.760 euro, con in testa i costi legati alla badante che ammontano a 986 euro al mese.
Il rapporto di quest'anno sulle politiche della cronicità mette in rilievo le difficoltà di accesso ai servizi socio-sanitari per circa 23 milioni di italiani. Quasi il 57% delle associazioni afferma che questo diritto è per nulla o poco rispettato, il 40% dice che lo è parzialmente e soltanto il 3% lo considera totalmente rispettato. Disastrose le conseguenze, sul portafoglio e sulla salute: ben l'83% fa i conti con l'aumento dei costi privati, per l'80% aumentano le complicanze della malattia e ben il 70% denuncia un conseguente peggioramento dello stato di salute.

E' soprattutto la burocrazia a far da ostacolo nell'accesso ai servizi socio-sanitari: è la prima criticità per il 77% delle associazioni che hanno partecipato al rapporto. In particolare, la burocrazia incide sull'accesso ai farmaci e alle prestazioni sanitarie (con le liste di attesa), al rilascio e rinnovo della invalidità, a presidi, protesi e ausili. Oltre la metà delle associazioni (57%), inoltre, ha difficoltà a ottenere i benefici socioeconomici previsti dalla legge.
E in particolare denuncia il mancato accesso a indennità di accompagnamento (47% delle associazioni), riconoscimento dell'invalidità civile e dell'handicap (37%), criteri di esenzione limitati (33%), mancato riconoscimento del codice esenzione (30%) e del contrassegno ed esenzione bollo auto (30%). A essere inadeguata è l'offerta di servizi sanitari territoriali, per cui il 57% delle associazioni lamenta difficoltà nell'accesso. La stessa percentuale denuncia l'assenza di figure socio-assistenziali (ad esempio badanti), il 46% la carenza di centri di riferimento specializzati. Una vera e propria chimera è poi l'assistenza psicologica: il 77% delle associazioni ne segnala la mancanza. Lo stress psicologico da gestire per questi pazienti e le loro famiglie è notevole, ma il Ssn non dà praticamente alcuna risposta.
Non va meglio il capitolo farmaci. Il 50% delle associazioni di malati cronici - illustra ancora il rapporto - segnala il mancato accesso ai farmaci necessari e insostituibili per la cura della patologia, mentre il 33% denuncia differenze regionali, ma anche tra Asl della stessa regione, per ottenere i medicinali necessari; il 53% segnala il mancato accesso ai farmaci per la prevenzione e il controllo delle complicanze. I pazienti sono dunque costretti a mettere mano al portafoglio, come segnalato dal 43% delle associazioni.

Oltre a fotografare una situazione tutt'altro che rosea, nel rapporto il Coordinamento avanza precise proposte: prevedere forme di partecipazione delle organizzazioni civiche ai processi decisionali, per esempio istituendo un organismo permanente di consultazione all'Inps o all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa); prevedere un canale di priorità nelle prenotazioni delle prestazioni; includere nei Lea le prestazioni necessarie per la terapia del dolore e le cure palliative ai malati cronici non oncologici; revisionare ed integrare l'elenco delle patologie croniche invalidanti e delle malattie rare; revisionare il nomenclatore tariffario delle protesi; garantire l'accesso ai farmaci a carico del cittadino; dare piena attuazione alla legge 80/2006. [Adnkronos Salute]

 

 

 

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14 febbraio 2009
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