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Della Valle... dei Templi

Visto i problemi che 'Mr Tod's' sta avendo per il restauro del Colosseo, il sindaco Zambuto lo invita a Agrigento

13 gennaio 2012

Ancora problemi e consegunate rischio rinvii per il restauro del Colosseo. Sull'accordo firmato con Diego della Valle per la sponsorizzazione da 25 milioni di euro dei lavori all'Anfiteatro Flavio indagano la Procura di Roma e la Corte dei Conti. Lo ha reso noto nei giorni scorsi la Uil, che all'indomani della convenzione siglata dall'allora commissario straordinario per il monumento Roberto Cecchi (oggi sottosegretario del ministero dei Beni culturali), aveva presentato un esposto alla magistratura.
Una notizia arrivata a soli tre giorni dalle contestazioni dell'Antitrust che ha rilevato alcune "irregolarità" nell'accordo con il Gruppo Tod's. Prima fra tutte, l'eccessiva durata dei diritti d'immagine assegnati allo sponsor.
Sulla vicenda del contratto per i restauri del Colosseo è intervenuto anche il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno: "Le osservazioni dell'Antitrust sono di carattere generale e quindi non ci preoccupano, non sono osservazioni tali da bloccare il progetto e io anzi mi auguro che presto si superi la fase del contenzioso e si aprano i cantieri, perchè, se avendo 25 milioni privati disponibili non facciamo partire subito i cantieri, non ci possiamo lamentare se poi ci sono i crolli nel Colosseo".

A detta degli esperti dell'autorità di vigilanza - che erano stati interpellati dal Codacons "in merito alla correttezza della procedura che ha portato ad affidare la sponsorizzazione dell’Anfiteatro Flavio al gruppo" - l'accordo tra le autorità comptenenti per l'area archeologica del Colosseo e la società di Della Valle violerebbe le norme sulla concorrenza. L'Antitrust contesta in particolare "i tempi ristretti entro cui si è svolta la trattativa privata con i soggetti interessati: una volta ricevuta la proposta del gruppo Tod’s, l’amministrazione appaltante ha infatti assegnato agli altri soggetti interessati un termine inferiore a 48 ore per la presentazione delle offerte; una scadenza così imminente è inadeguata a consentire l’esperimento di una effettiva competizione tra i soggetti convocati, risultando addirittura in una esclusione degli stessi". Insomma, si sarebbe fatto tutto in fretta per non dar tempo ad altri di presentare offerte migliori.
Un altro punto che mette in dubbio la validità dell'accordo è la mancata responsabilità dell'"appaltatore" sui lavori. "L’Avviso ha ad oggetto il reperimento di sponsor per il finanziamento e la realizzazione degli interventi sul Colosseo - ha scritto l'authority -. Ciò comporta che lo sponsor si debba assumere la responsabilità del completamento dell’attività di progettazione e direzione dei lavori, il coordinamento della sicurezza, l’appalto a terzi o l’esecuzione diretta dei lavori, anche mediante imprese esecutrici dei lavori. L’Accordo, invece, prevede il mero finanziamento dell’opera, che si risolve nella semplice messa a disposizione di una somma di denaro, a fronte della possibilità di avvalersi dei diritti di sfruttamento dell’immagine del Colosseo".

Da parte sua, Diego Della Valle ha manifestato la volontà di recedere dal contratto di sponsorizzazione, ma alla fine, convinto dal ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi, ha deciso di aspettare l'esito della verifica. "Aspettiamo l'esito della verifica come ci ha chiesto il ministro, ma preghiamo le autorità competenti di fare presto e bene" ha detto il patron della Tod's. "Non vogliamo aspettare molto perché non vogliamo che la situazione sia male interpretata, come uno scambio commerciale. Basta leggere le carte per capire che non è così", ha aggiunto Della Valle. "Ci sono dieci milioni della nostra fidejussione già nelle casse del Mibac, quindi possono partire i bandi per il restauro del Colosseo, e credo stiano partendo" ha aggiunto Della Valle durante un incontro con la stampa. E ha concluso: "Per il restauro del Colosseo non abbiamo chiesto nulla in cambio, non c'è alcun scambio commerciale: ho sentito e letto stupidaggini e cose ridicole", sottolineando che in base all'accordo "non esiste la possibilità di utilizzare il logo Colosseo, non esiste un interesse di nessuno, non c'è una contropartita, ma pensiamo solo sia una buona operazione che un gruppo italiano fa per l'immagine e per il bene del paese".

L'"offesa" dell'imprenditore è stata subito avvertita da un sindaco siciliano e per la precisione da Marco Zambuto, sindaco di Agrigento. "L'imprenditore Diego Della Valle rinunci al restauro del Colosseo e investa nella Valle dei Templi. Se la burocrazia e i ritardi amministrativi rischiano di bloccare il via ai lavori di salvaguardia del monumento romano, allora il gruppo Tod's diriga le proprie risorse ad Agrigento".
Insomma, un appello veramente chiaro quello del sindaco Zambuto che aggiunge: "Noi saremo ben lieti di accogliere il suo aiuto, non è tollerabile che 25 milioni messi a disposizione da un privato per la tutela di un patrimonio artistico di tale prestigio rischino di essere sprecati".
"Se come troppo spesso avviene nel nostro paese - ha continuato Zambuto - fra ricorsi e appelli si rischia di perdere tempo prezioso, ma soprattutto di perdere fondi che lo Stato non può permettersi di pagare, Della Valle rivolga la sua attenzione alla Valle dei Templi di Agrigento, che al pari del Colosseo ha una storia millenaria e rappresenta la più prestigiosa testimonianza della Magna Grecia". "E' fondamentale - ha concluso il sindaco di Agrigento - esportare e sostenere nel mondo l'immagine di uno dei più antichi e prestigiosi monumenti italiani e ben vengano in questo senso, proposte da parte dei privati per la gestione per eventi e iniziative, o anche per sponsorizzare ristrutturazioni e attività di manutenzione dei nostri beni".

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Repubblica/Palermo.it]

- Il magnate russo che vuole comprare il tempio di Zeus (Guidasicilia.it, 07/01/12)

 

 

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13 gennaio 2012
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