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Deluso dal suo Mpa e impegnato in tribunale

Il governatore siciliano: "Da Movimento si è trasformato in un partito di potere". Intanto a Catania...

15 maggio 2012

"Sono molto deluso dall'evoluzione del mio movimento: s'è trasformato in un partito del potere e del governo". Il governatore siciliano Raffaele Lombardo è critico nei confronti del suo Movimento per l'autonomia: "Sono deluso dall'evoluzione del mio movimento. Prima le masse si muovevano, poi si è trasformato in un partito del potere e di governo. E' accaduto che si veniva agli appuntamenti per chiedere un posto di governo o di sottogoverno. E' necessario tornare all'origine e riscoprire i valori di appartenenza. L'identificazione dei partiti in un uomo solo è un errore, servono partiti pluralisti che ora non ci sono. Non c'è responsabilizzazione della classe dirigente locale, credo che l'Mpa si sia troppo identificato con il governo regionale".
Ieri, ai lavori d'apertura del "Forum interistituzionale - Quali nuove politiche europee di fronte ai cambiamenti nel Mediterraneo e nel mondo" in programma a Palermo nell'ambito delle manifestazioni per i 66 anni dell'autonomia siciliana, il presidente della Regione boccia anche il Terzo polo. "Pare che adesso non ci sia più, io non ho mai creduto a questo progetto in tempi non sospetti".

E' stata anche l'occasione per fare il punto sulla politica regionale, sulle alleanze future e sulle sue imminenti dimissioni. "Quando lascio? Preferisco la strada dei 90 giorni, il tempo previsto dalla legge per andare a votare dopo le dimissioni. Tecnicamente si potrebbe fare anche prima, mi pare 55-60 giorni... ma vedremo".
Sulle scadenze elettorali è certo: "Ripeto, si voterà a ottobre. Non so se l'Assemblea regionale nel frattempo abbia voglia di fare qualcosa. Dovrebbe per esempio legiferare sulle Province e aggiustare le norme impugnate dal commissario dello Stato. Un rimpasto di governo? C'è da coprire l'assessorato alla Famiglia e poi se ci fossero anche altri assessorati da coprire in vista delle elezioni regionali di ottobre si potranno liberare degli spazi che saranno coperti. I nomi? Ancora è presto".
Alla domanda dei cronisti se il Partito democratico farà parte di questa nuova Giunta, Lombardo ha risposto che "il Pd non c'è mai stato, non credo che ci sarà. Chi è del Pd? Lo hanno sempre detto. Il Pd ha sostenuto l'azione riformatrice di questo governo ma ormai siamo agli sgoccioli. La sostituzione riguarderà uno o due assessori al massimo. Lo spazio c'è già alla Famiglia e obiettivamente non è più il caso che io lo tenga ad interim, sarà semplicemente un rafforzamento e un completamento della squadra di governo per queste ultime settimane, ultimi mesi". Poi il presidente della Regione ha precisato: "Non è un rimpastone, è un rimpastino e se non si farà in questa si farà nella prossima settimana".

Intanto, questa mattina Raffaele Lombardo si è recato a Catania per assistere all’udienza nel processo per voto di scambio a carico suo e di suo fratello Angelo, deputato nazionale Mpa. A deporre stamane Rosario Di Dio, ritenuto il boss mafioso di Ramacca e Palagonia, e un ufficiale del Ros dei carabinieri.
Il 26 maggio del 2009, secondo l'accusa, Raffaele Lombardo si sarebbe recato a casa di Di Dio a Ramacca per chiedergli sostegno elettorale. Questa circostanza è stata sempre negata dal presidente, il quale ha invece confermato di aver incontrato varie altre Di Dio in un distributore di benzina di cui è gestore.
Di Dio, collegato in videoconferenza dal carcere dov'è detenuto al 41 bis, si è avvalso della facoltà di non rispondere, in quanto imputato di reato connesso. Difficilmente un presunto boss avrebbe accettato di deporre.
Di Dio entra nel procedimento per delle intercettazioni ambientali nell'ufficio dell'area di servizio che gestisce. Durante l'ascolto il boss parla di Raffaele Lombardo definendolo "un pezzo di mer..", "un gran cornuto" e "gesuita". I giudizi sul governatore sono espressi a un amico mentre insieme ascoltano le notizie dei telegiornali sulla nuova giunta regionale composta anche da due magistrati. "Alle prime elezioni regionali che ci sono state - aggiunge Di Dio - questo gran bastardo aveva fatto un accordo con... a Catania. La sera prima delle votazioni... avevo la sorveglianza speciale... è venuto con suo fratello Angelo... si è mangiato otto sigarette". "Io ho rischiato la vita e la galera per lui - afferma - e le cazzate che ha fatto lui....". Il boss gli avrebbe chiesto spiegazioni del perché non dispose un intervento nei suoi confronti che aveva "un sacco di debiti con il Consorzio" di bonifica della piana facendo aspettare suo figlio per due ore e mezzo senza riceverlo. Una rabbia che porterà Di Dio a "dare il voto a un gran bastardo" ma non a Lombardo. "La mia famiglia - precisa - voti al Presidente non gli ne ha dati...".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Ansa, Lasiciliaweb.it, GdS.it, Repubblica/Palermo]

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15 maggio 2012
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