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Demanio federale

Ok della commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo sul decreto per il trasferimento dei beni demaniali

20 maggio 2010

La commissione Bicamerale per l'attuazione del Federalismo, presieduta da Enrico La Loggia ha approvato il parere sul decreto per il trasferimento dei beni demaniali, decreto che fissa i principi generali e le procedure per regolare il trasferimento di parti del patrimonio immobiliare dello Stato a favore degli enti territoriali e che consegnerà alle regioni spiagge, fiumi, laghi e una bella fetta di caserme non più utilizzate dai militari.
A favore Pdl, Lega, Idv e Svp. Astenuto il Pd, contro Api e Udc. Il Consiglio dei ministri approverà nella seduta di oggi il decreto legislativo sul federalismo demaniale.

Vincente l'accordo Antonio Di Pietro e Roberto Calderoli. Il leader dell'Italia dei Valori e il ministro leghista della Semplificazione si erano presentati in una conferenza stampa congiunta, annunciando il "punto d'incontro" fra i due partiti. "Ci dispiace - ha sottolineato il leader dell'Idv - che alcuni, dopo aver contribuito a costruire un buon strumento, non hanno il coraggio di assumersene la responsabilità. L'Italia dei Valori non si astiene mai, perché non è politica la politica che non decide, non sono buoni pastori quelli che non sanno indicare la strada". Il federalismo demaniale, ha proseguito Di Pietro, così come è stato formulato con un "lavoro di insieme", "può essere un provvedimento che unisce ed è un peccato che invece sia un’ennesima fonte di divisione". Nel merito del provvedimento l’ex pm ha osservato che "finora i beni demaniali sono stati solo un costo a perdere, abbandonati a se stessi e lasciati a speculatori e incuria". La riforma, però, farà in modo che questi beni "abbiano un’identità certa: allo Stato quelli dello Stato, agli enti locali, che ne saranno responsabili, gli altri. Se applicato bene il federalismo demaniale permette di avere vantaggi e non costi".
Ma a parte il merito, il leader dell'Idv sottolinea l'importanza del metodo seguito, che dimostra che "la Lega e l'Italia dei Valori hanno il coraggio di confrontarsi sui temi veri". Nessuna intenzione però di "trasgredire al mandato elettorale: siamo e restiamo all'opposizione, non vogliamo spartire nulla con questo governo", ma "le regole e gli assetti istituzionali riguardano tutto il Paese e vanno scritte insieme".

Linea condivisa naturalmente da un soddisfatto ministro Calderoli, che ha ricordato come "siano state recepite le proposte che andavano bene per i cittadini''. Quanto al provvedimento sul demanio, Calderoli sottolinea che sono state seguite anche le proposte venute dalla trasmissione 'Report', che "è servita a dimostrare che se fino ad oggi non ha funzionato nulla, la vicinanza del territorio all'oggetto in discussione consentirà di valorizzare quel bene e non consentire quelle che sono vere e proprie truffe. Abbiamo sollevato dei coperchi di pentole - ha concluso - che sono restate chiuse per tanto tempo".

Secondo il capogruppo del Pd, Dario Franceschini,  il testo è stato migliorato ma continua a rimanere non soddisfacente: "È utile mantenere l'unico spazio di confronto sul merito che abbiamo in Parlamento". L'attuazione del federalismo "è un provvedimento importante e per questo manteniamo la nostra disponibilità al confronto. Sugli altri decreti valuteremo caso per caso".
Un decreto inadeguato per Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd. "Non tiene conto della crisi", attacca, "e, quindi, del risanamento dei conti. E non tiene conto neppure degli enti locali, ai quali non dà l'effettiva possibilità di governare. Il concetto federalista della Lega continua a essere imperniato sulla concessione agli enti locali e non su una effettiva autonomia e responsabilizzazione. Il Pd, quindi, per senso di responsabilità e in linea con l'astensione alla legge delega sul federalismo votata un anno fa, si è astenuto".
Più dura la critica dei Verdi, sia sul contenuto sia sull'appoggio dato da Di Pietro al decreto. "Il Federalismo demaniale non è nient’altro che una mega svendita dei beni di stato consentendo una speculazione senza precedenti - afferma il presidente dei Verdi Angelo Bonelli -. I Comuni, infatti nell’80% dei casi saranno costretti alla vendita non solo per ripianare il debito ma anche perché i deficit di comuni, province e regioni non consentono di sostenere i costi di manutenzione e gestione dei beni". Quanto all'Idv "la decisione è vergognosa. Sono inaudite sciocchezze quelle dette da Di Pietro per cui siccome i beni del Demanio rendono poco allora meglio venderli. Non viene in mente a Di Pietro che invece di regalare il patrimonio di Stato ai poteri forti si poteva fare una riforma per far pagare i giusti canoni per le concessione demaniali e le sorgenti idriche?".

"Lo Statuto siciliano sia un modello di riferimento per il federalismo" - Esportare il modello di autonomia dello Statuto siciliano nelle altre regioni italiane per realizzare il federalismo in Italia. La proposta è stata lanciata dall'assessore regionale ai Beni culturali e all'Identità siciliana, Gaetano Armao, durante a un convegno sull'unità d'Italia che si è tenuto presso lo Stand della Regione Sicilia al Forum Pa in corso a Roma. "Mi chiedo come mai si parli tanto di federalismo e lo Statuto siciliano non sia preso come riferimento - ha osservato Armao - Credo che lo Statuto siciliano possa essere un grande riferimento".
"Certo è uno Statuto che deve essere attuato - ha proseguito l'assessore - e non disattivato come spesso è avvenuto da parte della Corte Costituzionale sino all'ultima pronuncia che ha negato la portata innovativa di una norma dello Statuto che prevede che le imposte maturate sui rami di azienda che operano in Sicilia debbano restare in Sicilia''. "E' triste che il tema del federalismo sia ridotto al federalismo finanziario - ha sottolineato Armao -. Come si intuisce anche dalle affermazioni di alcuni esponenti politici, nel nostro Paese non si vuole costruire un federalismo a tutto tondo, ma si vuole realizzare solo lo sganciamento finanziario del Nord dal Sud. Questo dimostra che questo è un Paese che vuole solo regolare i sui conti".

"Il federalismo fiscale, così come sembra emergere dal federalismo demaniale, mi sembra impantanato
- ha aggiunto Armao -. Il tema su cui bisognerebbe incentrare il dibattito è quello di un federalismo solidale che guardi alla capacità di coesione di questo Paese. Come ha osservato bene il Presidente della Repubblica, qualsiasi idea di frattura del Paese è impercorribile e sarebbe un salto nel buio. Il Paese vince tutto insieme, altrimenti perde se frammentato nella competizione globale che invece guarda ad attori sempre più strutturati, coesi e integrati a livello continentale".
"Io sono convinto che l'Unità d'Italia sia un grande valore che ha reso il nostro Paese una delle grandi economie del mondo - ha proseguito Armao - E' chiaro che quell'unità ha avuto degli effetti discorsivi in alcuni casi ampliando la forbice e la divaricazione tra Nord e Sud. Paradossalmente il livello di omogeneità economica del paese in 150 anni si è ulteriormente allargato e il Mezzogiorno non sta meglio rispetto al Nord in termini economici proporzionali di come stava 150 anni fa".
Per l'assessore, "Il Nord fa bene a pretendere dal sud efficienza e capacità amministrativa e deve aiutare la crescita del Paese; il Sud deve fare la sua parte introducendo meccanismi di buon governo e di selezione della classe dirigente incentrati sull'efficienza e non sulla clientela".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, Corriere.it]

 

 

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20 maggio 2010
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